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Zave lancia il nuovo singolo “Sogni di Vetro”
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Giornata internazionale delle riparazioni
Giornata internazionale delle riparazioni
Le PMI italiane puntano sul welfare aziendale
Le PMI italiane puntano sul welfare aziendale
Grande successo per la V edizione del Premio Nazionale Pabulum
Grande successo per la V edizione del Premio Nazionale Pabulum

Alice nel paese …

L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio
L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio

Quando il passaggio dall’adolescenza all’età adulta avviene in maniera traumatica.

La straordinaria capacità di immedesimazione dell’autrice, la sua accurata ricerca dei fatti narrati, accompagnate da uno stile unico, diretto, glabro e a tratti poetico hanno fatto del testo L’età fragile, edito e pubblicato nel novembre del 2023 da Einaudi, un’opera dirompente, vincitore del Premio Strega 2024.

Donatella Di Pietrantonio al pari di un’attrice da Oscar è riuscita a calarsi in una delle coprotagoniste di un dramma consumatosi ai piedi della Maiella in Abruzzo, ricostruendone dopo numerosi anni, le dinamiche dei fatti accaduti e i profili delle varie persone coinvolte, al pari di un abile detective.

 La narrazione avviene secondo un andamento sinuoso a spirale in cui il passato ed il presente si rincorrono rapidamente e compiutamente, al punto da tenere sempre desta l’attenzione del lettore fino alla fine, quando, quasi per incanto, si assiste al preludio, quasi paradisiaco di un concerto, tenutosi il giorno innanzi il fatto di cronaca narrato proprio nel luogo dei due omicidi. L’autrice attraverso l’abile e disinvolto uso dei vari tipi di discorso riesce a rendere la vicenda ancora pulsante e dolente.

La storia si snocciola attraverso un tempo dilatato in cui il flusso di coscienza dell’io narrante colloca i personaggi coinvolti nel dramma, che determina così il brutale passaggio dall’adolescenza all’età adulta delle protagoniste.

Durante un’escursione notturna al termine di una vacanza in campeggio due ragazze vengono barbaramente uccise ed una terza, Doralice, riesce a salvarsi, mentre un’amica cara di quest’ultima, Lucia, per mera coincidenza non partecipa all’uscita sotto le stelle.

La sconvolgente esperienza dilania l’esistenza dell’unica sopravvissuta, che si trasferisce in Canada per sempre e lontano dal luogo della vicenda, mentre Lucia racconta la sua vita problematica nella quale si incastonano i destini dei suoi genitori, legati indissolubilmente al territorio alpestre della montagna, e di sua figlia Amanda, la cui inquietudine sembra essere sospesa al duplice omicidio  del quale la madre non le ha mai parlato.

Nove storie di Silvia Nocera
Nove storie di Silvia Nocera
C’è sempre un piano B
C’è sempre un piano B
L’albero e il sogno
L’albero e il sogno

Arte

IL MUSEO MATT DI TERZIGNO OSPITA LA MOSTRA DI ENRICO RISTORI
IL MUSEO MATT DI TERZIGNO OSPITA LA MOSTRA DI ENRICO RISTORI

24.10.2024 – 21.11.2024 MUSEO MATT – Museo Archeologico Territoriale di Terzigno

“Mythos e Logòs. Tra la favola e il razionale, tra Pompei e Livorno, ripetuti tentativi di umanità” è la Mostra dell’Artista Enrico Ristori che si terrà dal 24 ottobre al 21 novembre 2024 presso il Museo MATT di Terzigno.

Nato dall’esigenza di riscoprire e mostrare agli abitanti di Terzigno e non solo, un pezzo del proprio passato, il Museo MATT sorge in un ex mattatoio comunale, un edificio in muratura di armonioso pregio architettonico, costruito intorno agli anni ‘30, dismesso e abbandonato per anni, che oggi custodisce un ricco patrimonio archeologico di inestimabile valore e bellezza attraverso la musealizzazione dei preziosissimi reperti rinvenuti nelle ville, quelle della Cava Ranieri e quelli delle Ville rinvenute a circa 20 metri sotto il piano di campagna, sepolte dai materiali piroclastici delle eruzioni vesuviane che si sono succedute dal 79 d.C.  fino all’ultima del 1944.

Mito e parola. Favola e Razionale. Pompei e Livorno: quanti ripetuti tentativi di umanità esistono, sono esistiti, esisteranno? Quali nessi, legami, affinità o contrasti esistono, sono ricercabili e si possono evidenziare?

Perché una mostra deve mostrare o ispirare. Parlare o essere decifrata. Fare domande e avere risposte o porre solo interrogativi sospesi.

In “Mythos e Logòs” scopriremo un Artista che si muove dribblando nozioni e concetti del passato che si uniscono al presente, seguendo una linea di continuità, un fil rouge da seguire senza perdere l’equilibrio.

La pittura concettuale di Enrico Ristori segue una linea non retta ma tortuosa, segnata a terra e- al contempo- sospesa. Come può essere sospesa l’umanità nel suo agire universale ed eterno, laddove i pensieri rincorrono azioni, che mutano, cambiano, si evolvono ma che poi sono sempre gli stessi. Dunque alla mutazione corrisponde l’immutabile secondo l’artista. Perché? Perché scopriremo che sui pannelli permanenti esposti nelle sale del museo, non sono applicati solo raffinati muri affrescati provenienti dagli antichi ambienti delle ville realmente esistite e ritrovate intatte nel tempo, ma esistono e vibrano le anime di chi quei luoghi li ha vissuti, abitati e riempiti con i propri palpiti di vita.

Enrico entra in quelle case, in quegli ambienti, in quelle ville e incontra l’umano che li imprime e, a sua volta, scopre gli stessi protagonisti che poi si impossessano delle sue tele. Ma le linee cominciano a vibrare, i colori tremuli sporcano, imbrattano corpi e si identificano come topos, hanno dunque un’identità, un codice, un’appartenenza, che non è quella dell’avatar, del metaverso, o peggio ancora della proiezione del Sé, ma sulle tele compaiono esseri umani, corpi che contengono emozioni e sentimenti, che si agitano sulla tela, al punto da sembrare di voler venire fuori, fuori da uno spazio atemporale.

Così nella pittura concettuale di Enrico, troveremo l’irrequietezza, l’incontenibile versione del non identificato o identificabile, perché le emozioni, i sentimenti, non si palpano ma si percepiscono. L’intensità cromatica ne rafforza la carica emotiva e la consolida, senza infastidire o strafare, ma nella giusta dose riequilibrano la mobilità dei contorni, che non si definiscono proprio perché nella dimensione umana del sensoriale, non esiste nulla di definito.

Attendiamo di scoprire qualcosa in più nelle prossime edizioni. Nel frattempo l’appuntamento è per giovedì 24 Ottobre alle ore 18 per il Vernissage della Mostra, in presenza dell’Artista Enrico Ristori, del Direttore del Matt Arch. Angelo Massa, del Sindaco del Comune di Terzigno Avv. Francesco Ranieri, del Maestro Mario Ferrante (maestro di Enrico Ristori), degli esperti Dott. Gabriele Di Napoli e dott.ssa Maria Teresa Iervolino detta Maite.

Info & Contatti:

371.4373827 – Curatrice della Mostra E.D.F.

Museo Matt https://www.museomatt.it/

Tel.: 081 376 84 79 – [email protected]

Corso Luigi Einaudi- Terzigno (Na)

Giornate FAI 2024 in Irpinia
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BISACCIA.PINO MARINO ESPONE AL CASTELLO DUCALE
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BISACCIA. L’OMAGGIO A FONTANA DI MASSIMO TAGLIAFERRI
BISACCIA. L’OMAGGIO A FONTANA DI MASSIMO TAGLIAFERRI

Libri

LE GESTA DI ANTONIN PANENKA NEL LIBRO DI MAITE IERVOLINO.
LE GESTA DI ANTONIN PANENKA NEL LIBRO DI MAITE IERVOLINO.

Le gesta del calciatore cecoslovacco Antonìn Panenka raccontate nel nuovo libro di Maite Iervolino.

Un racconto avvincente che prende le mosse dalle eroiche gesta calcistiche di Panenka, il campione di Praga che col suo tiro a cucchiaio, decretò la Vittoria della Cecoslovacchia.

Dobbiamo rimettere indietro le lancette del tempo e con un balzo all’indietro spazio- temporale, ritrovarci a Belgrado il 20 giugno del 1976 e assistere alla finale della Coppa Europa tra Germania Ovest e Cecoslovacca. Sarà proprio il famoso rigore calciato da Panenka a decretare la vittoria della Cecoslovacchia a Campione d’Europa.

Proprio da questo avvenimento calcistico, la nostra autrice Maite Iervolino – nel suo ultimo lavoro “Panenka. E la storia cambiò” edito da Garrincha Edizioni e appena pubblicato- narra  la storia di un amore sospeso che fa da sfondo alle gesta del calciatore ceco. Una biografia e una vicenda che si snodano in un racconto potente e nostalgico attraverso la voce narrante del protagonista, Martin, che non riesce ad esistere completamente senza Eva. Un racconto che, a partire dagli anni Settanta, si distende nei decenni, a quasi cinquant’anni da quel magico 1976 per la Cecoslovacchia e per la storia del calcio del Novecento che grazie a Panenka cambiò. Maite Iervolino, profonda conoscitrice della cultura cecoslovacca, delinea i tratti del campione di Praga calandolo nell’atmosfera affascinate e suggestiva degli anni settanta ad est attraverso una ricostruzione storica e sociale che restituisce momenti, situazioni e vissuti di un tempo che non c’è più. Un mondo spesso sconosciuto al lettore italiano che immortala il leggendario “cucchiaio” ed allo stesso tempo va oltre.

Il libro della Iervolino è stato di recente presentato a Napoli.Lo scorso 6 ottobre presso il Palazzo Reale che si affaccia sull’imponente Piazza del Plebiscito di Napoli, in occasione del Campania Libri Festival è stato presentato il libro Panenka (Garrincha Edizioni) di Maite Iervolino. L’evento si è svolto nella meravigliosa Sala Tristano (anche detta Pompeiana) aperta al pubblico nell’occasione dopo anni di accurato restauro grazie al quale la città torna a godere di un fantastico gioiello artistico.

Il libro è stato presentato dall’autrice accompagnata da Rosario Esposito La Rossa, anima della Scugnizzeria, di Marotta&Cafiero editori, di Coppola Editori e di Garrincha Edizioni la cui direzione è stata affidata a Giovanni Salomone, ispiratore della collana editoriale “Le Figurine” che comprende pure Panenka.  Un progetto che nasce dall’incontro tra Rosario Esposito La Rossa, scrittore, editore, libraio, o meglio “spacciatore di libri” di Scampia e Giovanni Salomone, direttore editoriale. Ed è proprio lui a raccontarci come è partita l’idea, anzi “la bella avventura di Garrincha“.  “Come obiettivo – dichiara- non abbiamo la cronaca ma l’atmosfera, quello che ruota intorno a questo sport che spesso è spettro di storie, di situazioni, di mondi. Vogliamo raccontare attraverso il calcio“.

In una sala gremita di gente, di appassionati, tra amici, amiche e pubblico curioso, l’autrice e La Rossa hanno dialogato di storia del calcio ma anche di temi legati al libro, dove la Iervolino ci guida alla scoperta del suo protagonista ma anche delle vicende storiche e politiche di una nazione, di una cultura, di un contesto europeo. Lungo le pagine del libro torna alcune volte il discorso del rapporto fra libertà personali e uguaglianza. Se da una parte quella cecoslovacca era una società con ristrette possibilità di espressione per il singolo, dall’altra offriva però istruzione, sanità e possibilità di lavoro.

Avellino Letteraria, ospite Giuseppe Maria De Maio
Avellino Letteraria, ospite Giuseppe Maria De Maio
Avellino Letteraria, ospite Rosetta Maglione
Avellino Letteraria, ospite Rosetta Maglione
Avellino Letteraria, ospite Maria Loreta Chieffo
Avellino Letteraria, ospite Maria Loreta Chieffo

moda

Lunedì 6 maggio: Met Gala 2024
Lunedì 6 maggio: Met Gala 2024

Lo scorso lunedì è stato certamente tra i più attesi dell’anno: si è, infatti, tenuto il Met Gala 2024, scopriamo insieme di cosa si tratta e i protagonisti dell’evento!

Mary Quant: la donna che rivoluzionò la moda femminile
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Fashion Law: diritto della moda
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Omnia vincit amor
Omnia vincit amor

Musica

Zave lancia il nuovo singolo “Sogni di Vetro”
Zave lancia il nuovo singolo “Sogni di Vetro”

Il 10 ottobre 2024, l’artista Zave ha rilasciato il suo nuovo singolo, intitolato “Sogni di Vetro”, una canzone che si propone di far riflettere su temi profondi legati ai disagi sociali. Il brano racconta, in modo delicato ma potente, storie di fragilità, amore e resilienza, offrendo al pubblico un messaggio di speranza in un mondo che appare spesso fragile e complesso.

La musica di Zave si distingue per una sensibilità rara e la capacità di catturare le sfide quotidiane della nostra società. “Sogni di Vetro” è l’ennesima dimostrazione del suo talento nel combinare testi intensi e melodie avvolgenti, dando vita a una narrazione musicale che colpisce nel profondo. Il brano si muove su sonorità capaci di emozionare e accompagnare l’ascoltatore in un viaggio tra le difficoltà e le bellezze della vita, lasciando spazio a riflessioni importanti.

Zave, una delle voci emergenti più promettenti del panorama musicale, con questo singolo consolida il suo percorso artistico. La sua capacità di raccontare le difficoltà della società contemporanea attraverso testi toccanti e una musica coinvolgente sta attirando l’attenzione di un pubblico sempre più vasto.

“Sogni di Vetro” è disponibile su tutte le piattaforme digitali e promette di conquistare l’ascoltatore, toccando le corde emotive con un messaggio universale che risuona con le esperienze di molti.

Zave continua così a farsi strada nel mondo della musica, confermandosi una presenza unica e autentica, capace di dare voce alle sfide e ai sogni della nostra epoca.

Sogni di Vetro”: il nuovo singolo Zave su Spotify

Leggi anche: Il Museo Matt di Terzigno ospita la Mostra di Enrico Ristori

MONTEFUSCO. INIZIATO IL COUNTDOWN DEL SERENELLA NIGHT
MONTEFUSCO. INIZIATO IL COUNTDOWN DEL SERENELLA NIGHT
AL VIA IL TEANO JAZZ FESTIVAL 2024
AL VIA IL TEANO JAZZ FESTIVAL 2024
Holyroh: La Nuova Promessa della Musica Italiana
Holyroh: La Nuova Promessa della Musica Italiana

Nuove uscite Musicali

Angelo: Costruendo forza e sensibilità attraverso la musica
Angelo: Costruendo forza e sensibilità attraverso la musica

Ciao Angelo, grazie per essere qui con noi oggi! Per cominciare, raccontaci di te!!!

Ciao a tutti ragazzi! È sempre difficile parlare di se stessi in poche righe. Sono un ragazzo del ‘94 che ha da poco finito gli studi magistrali in Economia e che da 10 anni lavora come immagine in discoteca. Quest’ultimo ruolo, in particolare, mi ha aiutato ad abbattere la mia timidezza e le mille paranoie che da piccolo mi impedivano di accettarmi per via di qualche chiletto in più. Ho tanto lavorato sul mio corpo e sulla mente costruendo spalle forti per le battaglie più grandi che la vita presenta, dentro di me è rimasta una parte sensibile e disincantata che ritrovo nel momento in cui scrivo qualcosa. E quando riesco a ritrovare quella parte mi sento davvero completo. Vivo sperando che quei sentimenti, quelle parole, quegli accordi possano, un giorno, arrivare a più gente possibile.

Poi potresti raccontarci qualcosa del tuo nuovo singolo “Filo Rosso”? Qual è l’ispirazione dietro questa canzone?

“Filo Rosso” è la canzone di un amore ritrovato. Sono figlio di due genitori separati che però, piuttosto che dimezzare il loro quantitativo d’affetto nei miei confronti direi che l’hanno moltiplicato (con il risultato di avermi straviziato lo ammetto 😂) e da questa situazione ne sono uscito distrutto. Ho sempre considerato gli amici come la famiglia che scegliamo e, dopo la fine del rapporto tra le mie due migliori amiche, sono tornati a galla tutti i fantasmi della separazione tra i miei. Dopo sei mesi però, calmate le acque, è tornato il sereno tra loro nonostante oggi non stiano insieme. Quel momento così intenso però mi dato l’input di tornare di corsa a casa e scrivere di quanto avevo vissuto.

Il titolo “Filo Rosso” è molto evocativo. C’è una storia particolare dietro questo titolo? Cosa rappresenta per te?

Si rifà alla leggenda secondo la quale ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati e credo che in un modo o nell’altro loro lo siano.

Come è stato il processo creativo di “Filo Rosso”? Hai incontrato qualche sfida particolare durante la produzione?

Credo di averla scritta in non più di 15 minuti. Quando senti che arriva l’ispirazione tutto viene da sé. Da giorni risuonava nella mia testa una determinata sequenza di accordi ma mancavano le parole. Sono arrivate poco dopo 

Quali sono le reazioni che speri di ottenere dai tuoi fan con questo singolo?

Cerco di raccontare storie di vita vissuta e sensazioni che provo in prima persona. Mi rendo conto che oggi le tendenze musicali vadano verso altre strade. Oggi la maggior parte dei ragazzi che si avvicinano a questo meraviglioso mondo lo fanno più per un ipotetico guadagno che per un messaggio. Vorrei partire da quest’ultimo per arrivare a più persone possibili.

Parlando di futuro, quali sono i tuoi prossimi progetti musicali? Hai in programma di pubblicare un album o altri singoli a breve?

Ho molti brani ancora inediti chiusi nel cassetto che, al momento giusto farò uscire. Fino ad oggi ho fatto tutto da indipendente, spero che qualcuno possa abbracciare il mio progetto e fare un bel po’ di strada insieme. 

Come vedi la tua evoluzione artistica nei prossimi anni? Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato?

Ho sempre l’immagine di me in macchina in coda al semaforo e qualcuno che si affianca cantando a squarciagola qualche mia canzone. Credo che questo sia già un bello step da raggiungere. Fino ad oggi le ho sempre cantate con le persone a me vicine ma, quando arrivi al cuore e alle testa di qualcuno che non conosci credo sia il massimo.

Grazie mille per il tuo tempo, Angelo! Vuoi lasciare un messaggio ai lettori di Plus Magazine e ai tuoi fan?

Vi ringrazio per la bella chiacchiera e per avermi dato la possibilità di farmi conoscere. Un bacio!

Link al suo ultimo brano! Filo Rosso

Ritorno A Montemarano di Antonio Gambale
Ritorno A Montemarano di Antonio Gambale
Presentazione disco “Impression” Gabriel Ambrosone
Presentazione disco “Impression” Gabriel Ambrosone
Tutto succede per un motivo
Tutto succede per un motivo

Politica

I limiti dell’O.N.U.

Le recenti vicende in Medio Oriente ed Ucraina dimostrano i lavori limiti dell’O.N.U. e delle istituzioni internazionali

Politica e dintorni – New York, palazzo di vetro, come già successo per l’invasione russa in Ucraina, i delegati discutono e condannano l’operato delle forze armate israeliane nella striscia di Gaza, ma come accaduto anche in passato oltre alla mera condanna non si riesce a trovare una soluzione pratica per il cessare delle operazioni belliche.

L’organizzazione delle Nazioni Unite, che dal secondo dopoguerra ha preso il posto della Società delle Nazioni si era posta tra gli obiettivi principali quelli di evitare le esplosioni di altri conflitti, sia su scala locale che mondiale o regionale ma nonostante tutte le buone intenzioni non si è riusciti ad evitare di ripetersi di queste tragedie.

I vari meccanismi che regolano il funzionamento di tale organizzazione, dimostrano l’inefficacia delle norme che dovrebbero difendere l’ intera umanità da vere e proprie calamità rappresentate dalle guerre, specie dopo la minaccia della bomba atomica utilizzata per la prima volta nel 1945 contro il Giappone ad Hiroshima e Nagasaki.

La particolarità delle principali istituzioni presenti nelle Nazioni Unite, vale a dire l’assemblea generale ed il consiglio di sicurezza, ed in particolare per quest’ultimo con il famoso diritto di veto grazie al quale è possibile bloccare ogni provvedimento contro una nazione che si ritenga abbia commesso una grave infrazione fa sì che sia possibile al giorno d’oggi fare guerra ad un paese confinante come successo con la Russia nei confronti dell’Ucraina, Oh con Israele nella striscia di Gaza, o con le numerose aggressione americane a danni di paesi molto lontani come Vietnam Afghanistan o Iraq.

Come se tutto ciò non bastasse altra nota dolente è rappresentata dalla fragilità del funzionamento della convenzione di Ginevra, e del tribunale dell’Aja, per ciò che concerne la prima molti paesi che nel Novecento hanno infestato il mondo di guerra e come Cina Stati Uniti o Russia non fanno parte di questa convenzione e di conseguenza non possono essere puniti per crimini commessi.

infine si può dire che i limiti dell’O.N.U. e delle principali istituzioni internazionali possa rappresentare il pretesto per far ciò che si vuole da parte dei paesi più potenti nei confronti di quelli più poveri.

Taglio delle accise: ogni promessa è debito
Taglio delle accise: ogni promessa è debito
Alto Calore: segnali di risanamento
Alto Calore: segnali di risanamento
Tasse: scontro Governo opposizione
Tasse: scontro Governo opposizione

Psicologia

ARTICOLO 18 MISOFONIA

Ben ritrovati con “SorprendenteMente” la nostra mini-rubrica di psicologia che anche quest’oggi tratterà un argomento, a mio avviso, molto interessante. Parleremo della misofonia che , a quanto pare, risulta sconosciuta a molti. Il termine deriva da misos” (μῖσ&omicron), che significa “odio” e “fonos” (φόνος), che vuol dire “suono” o “voce”. È un argomento attualmente molto dibattuto in quanto è accompagnato da numerosi dubbi che, allo stato, non hanno consentito la sua classificazione tra i disturbi acustici. Ma vediamo nello specifico di cosa si tratta. Il termine è stato coniato nel 2001 dal gruppo di lavoro di Pawel Jastreboff che lo riferiva a “pazienti che reagivano negativamente solo verso determinati suoni e non riportavano miglioramenti quando trattati come iperacusici (Jastreboff & Jastreboff, 2014)” il che pose l’accento sull’importanza della reazione avversiva che i soggetti avevano nei confronti della fonte.  La misofonia, infatti, presenta una notevole reazione emotiva che, in risposta a determinati stimoli uditivi, si accompagna a rabbia, disgusto, tristezza, ansia o altro ancora, come reazioni fisiche che comprendono sudorazione, rigidità muscolare o perfino tachicardia. In pratica, il suono funge da “trigger”, mentre la reazione emotiva, legata alla valutazione soggettiva, è condizionata dai vissuti del soggetto, nonchè da una personale attribuzione di significato legata anche a fattori come la cultura e le credenze.

I trigger più comuni sono:

  • suoni cosiddetti “orali” quali il masticare, sorseggiare o succhiare da una cannuccia, sgranocchiare cibi croccanti, digrignare i denti ecc
  • Le voci con particolari caratteristiche come quelle dal tono nasale, ovattato o sibilante, oppure i canti stonati ed i vocalizzi, soprattutto se ad uso intercalare, che comprendono   “ah!”, “eh!”, “oh!” ecc.
  • suoni nasali, come respiri profondi, fischi nasali, il russare, il respiro congestionato, starnuti e il “tirare su” con il naso.
  • suoni degli animali come  l’abbaiare dei cani e/o il latrare, il cinguettio degli uccelli, il gracchiare delle rane, il piagnucolare di cani e gatti ecc.
  • suoni emessi con i movimenti del corpo, come per esempio: lo scrocchio delle articolazioni ome per esempio quello delle dita o del collo,  il rumore emesso dalle unghie che per esempio  battono su un tavolo o il rumore dei tacchi  
  • suoni emessi dai bambini piccoli, come urla, pianti balbettii, verbalizzazioni costanti
  • suoni ambientali, come: il fruscio della carta o lo strappo della stessa; il rumore delle stoviglie che stridono nel piatto o che si scontrano, i suoni delle tastiere dei cellulari eo le suonerie ecc. i clacson, il volume elevato della tv  e/o della radio, ecce cc.

Alcune ricerche, come quella recente effettuata dall’Università di Newcastle, hanno constatato che coloro che soffrono di misofonia presentano dei cambiamenti nella struttura del lobo frontale e nella stessa attività cerebrale ove i meccanismi di controllo emozionale forniscono terreno fertile per sovraccarichi dell’attività al momento dell’esposizione al trigger comportando una risposta psicologica amplificata con tanto di sintomatologia fisica. Il livello di vigilanza psicologica verso i suoni “scatenanti” è iperaccentuata e comporta una diminuzione di tolleranza parallela all’attivazione di processi iperacustici e iperattivazione neurovegetativa

Va da sé che la cosa si rifletta in modo negativo sulle aree relazionali: in ogni caso, se qualcuno vi chiede di abbassare il volume, accontentatelo.

L’ESIGENZA ESPRESSIVA DI UN’ARTISTA AVELLINESE
L’ESIGENZA ESPRESSIVA DI UN’ARTISTA AVELLINESE
IL MURO
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IL VALORE DEI NONNI
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TERZO SETTORE

La figura del volontariato negli Enti del terzo settore
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<strong>Rendicontazione del 5 per mille negli ETS</strong>
Rendicontazione del 5 per mille negli ETS
Le raccolte fondi negli Enti del Terzo Settore
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La rendicontazione negli Enti del Terzo Settore – parte 2
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