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Semplicemente Donna
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Rassegna d’arte contemporanea “Colori 2”
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L’educazione possibile
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Sulle ali del longboard
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Alice nel paese …

Simply
Simply

L’ultima fiaba contemporanea, tratta dalla raccolta intitolata Oltre la fiaba di Elena Opromolla, edita dalla Multimage, Associazione Editoriale di attivisti della Pace e della Nonviolenza, ci conduce nel tema caldo dell’accudimento dei genitori, troppo spesso lasciati a se stessi proprio nell’età più delicata e fragile di un essere umano al pari dei bambini.

C’era una volta una bambina che non si preoccupava mai di niente. Quando giocava con il rubinetto di casa, non badava all’acqua che traboccava e bagnava tutto il pavimento.

La mamma arrivava urlando: -Ma è mai possibile che tu debba combinare sempre dei pasticci? Simply rimaneva lì senza scomporsi, senza mai preoccuparsi di niente. Quando giocava non sistemava mai i suoi giocattoli ed il padre, rientrando la sera dal lavoro, scivolava spesso su qualche piccola costruzione.

Il padre ruzzolava sul pavimento a gambe all’aria; si arrabbiava con lei a con la mamma, ma lei non se ne preoccupava e addirittura scoppiava a ridere. Era davvero una bambina particolare, ma nessuno, neanche la madre, riusciva a farla cambiare.

Divenne grande, incontrò un uomo che s’innamorò di lei e si sposarono. Nacquero cinque bambini e li affidò alle fate del VENTO, dell’ACQUA, della TERRA, della LUCE del BUIO. Voleva che vivessero in libertà. Il VENTO era libero di soffiare e non si fermava mai, prese un bambino e lo portò con sé, in giro per il mondo.

Quando fu grande non riusciva mai a rimanere molto tempo in un luogo; si arrampicava sulla cima di un monte, aspettava la fata in groppa al destriero del Vento e ripartiva con lei.

L’Acqua era libera di scorrere dove voleva; prese un altro figlioletto di Simply e lo portò con sé tra le nuvole, nei fiumi, nei laghi e nei mari, dove gli mostrava gli immensi tesori nascosti. Quando fu grande però il bambino divenne avaro, solitario e sempre insoddisfatto.

Anche la Luce era libera e velocemente correva dappertutto, sempre inafferrabile, luminosa e calda; la fata della Luce prese un altro bambino e lo abbracciò, lo portò con sé sulle stelle, intorno al sole e sui pianeti, correndo a perdifiato per l’intero Universo. I

Il bambino della Luce accendeva ogni cosa, con un colore diverso, ovunque passasse: era il bambino più amato da tutti, perché donava la speranza.

La fata della Terra era la più severa, ma anche la più stabile; prese un bambino e gli mostrò tutto ciò che sapevano fare gli uomini; gli insegnò il lavoro e la fatica e così ne fece un uomo forte, robusto come la roccia, inquieto come le fronde degli alberi, capace di lottare, di vincere e di sognare.

Le Tenebre infine erano libere, ma spaventavano tutti gli uomini, perché si diffondevano dappertutto quando tramontava il Sole. Le Tenebre spaventavano i bambini che non riuscivano più a vedere il volto della loro mamma.

La fata delle Tenebre prese l’ultimo figlio di Simply e lo portò con sé di notte tra le stelle ed al centro della Terra.

La fata delle Tenebre gli mostrò le meraviglie delle grotte sotterranee, luccicanti di smeraldi e pietre preziose e gli insegnò ad amare il silenzio, ma divenne purtroppo un uomo solitario ed un po’ infelice.

Ogni giorno i figli di Simply si recavano a trovarla e trascorrevano con lei un po’ di tempo, ma ciascuno era geloso dell’altro. Ogni bambino avrebbe voluto avere la mamma tutta per sé, ma Simply non se ne preoccupava più di tanto.

Un giorno Simply decise di costruire la sua casa in un’aperta campagna, per poter stare più a contatto con la Terra, il Vento, l’Acqua, la Luce e le Tenebre e vedere così più spesso i suoi figlioli.

Il bambino affidato alla fata della Luce le indicava tutti materiali da usare;    la rassicurava quando si avviliva; illuminava il cammino quando Simply si smarriva tra gli alberi.

Insomma il bambino della Luce era la sua speranza. Gli altri figli guardavano giorno dopo giorno quella casetta venir fuori dal terreno erboso e tutti cominciarono a sognare di poterla avere tutta per sé.

Il vento si sarebbe riposato un pò; l’acqua avrebbe riempito il pozzo; la luce l’avrebbe illuminata per sempre; la terra l’avrebbe sostenuta e le tenebre l’avrebbero avvolta al tramontare del sole.

Tutti avrebbero potuto essere felici insieme, dando ciascuno un po’ del proprio potere alla mamma, ma invece, presi da una strana gelosia, cominciarono ad allontanarsi. Il vento non soffiò più; la pioggia non bagnò più il terreno circostante e non riempì più il pozzo; la terra tremò, scuotendo la casa; le tenebre si allontanarono tra le stelle e restò solo la luce accanto a Simply.

Simply con il passare del tempo cominciò a soffrire, perché non vedeva più i suoi figli da tanto tempo; anche se la luce le illuminava i giorni, lei voleva accanto a sé anche tutti gli altri.

Decise così un giorno di rinunciare a quella dimora, rendendola un luogo accogliente per bambini sfortunati, per ritrovare in loro i suoi figlioli. Questi, comprendendo di essere stati inutilmente gelosi, cercarono la loro mamma e a turno le offrirono ciò che possedevano, per non farla sentire più sola.

Il vento la portò in giro per il mondo e lei vide tante città e tanti paesi dall’alto di una nuvola birichina; l’acqua le fece cavalcare le onde dell’oceano; la terra le diede un posto dove vivere quando era stanca; la luce le illuminava il cammino e la conduceva in giro per l’universo, infine le tenebre di notte l’abbracciavano, perché non temesse mai più la solitudine.


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Tutù e Tatà
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SMAILL
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L’omino di ferro
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Arte

AVELLINO OSPITA L’ARTISTA ELENA RUBINO
AVELLINO OSPITA L’ARTISTA ELENA RUBINO

Avellino ospita l’Artista Elena Rubino.

Continuano i preparativi per il Vernissage della Mostra di Pittura dell’artista campana Elena Rubino che si terrà giovedì 21 Marzo alle ore 17,30 presso il Casino del Principe di Avellino.

Work In progress” il titolo della Mostra che aprirà dal 21 al 24 marzo e che inaugura la prima delle tre tappe del ciclo pittorico che l’artista si è prefissata di rispettare nell’arco di quest’anno.

L’esposizione delle venti tele che l’Artista ha selezionato per il suo esordio nella città di Avellino, rappresentano un percorso interiore di crescita e intima evoluzione, nel quale l’artista ha dimostrato una spiccata inclinazione alla riflessione e all’indagine pittorica, sperimentando nuovi temi e nuovi approcci linguistici. Volti e corpi di donne, immagini di paesaggi di mare e di campagna, nature morte e composizioni floreali, la pittura di Elena raggiunge strati emozionali di altissimo livello, in cui il cromatismo delle sue opere contribuisce a rendere il fascino di una creazione pura, voluttuosa, materica e corposa.

Elena Rubino nasce a Torino il 3 agosto 1968.
Compie i primi studi di pittura presso l’Atelier del Maestro Mario Ferrante dopo essersi
diplomata stilista/figurista all’ Accademia della Moda di Napoli.
All’Atelier del Maestro Ferrante si immerge nel disegno dal vero, impara ad usare i colori ad
olio, apprende le tecniche ad impasto e velatura, sperimenta la leggerezza degli acquerelli e
la forza che imprimono il carboncino e la sanguigna.
All’Atelier/bottega confluiscono le esperienze di numerosi artisti emergenti. Ed in questo
ambito conosce la pittrice messicana Ada Ruth Perez Jimenez, con la quale collabora alla
realizzazione di alcuni ritratti su richiesta di committenti privati.
Si laurea all’Università degli Studi di Salerno in lettere con indirizzo Artistico/Beni
Culturali, discutendo la tesi di laurea in Storia dell’Arte Contemporanea sulla pittrice
polacca Tamara De Lempicka.

Seppure emerga una formazione classica di base, gli studi e le ricerche formali e tonali degli
ultimi anni l’hanno condotta verso uno stile più libero dai canoni estetici convenzionali, orientato
alla ricerca di un linguaggio figurativo eclettico, espressione della propria esperienza umana e
artistica. I suoi dipinti eseguiti perlopiù ad olio con tecnica a spatola appaiono materici e mostrano
un’attenzione particolare verso il colore che ricopre un ruolo fondamentale nella progettazione e
nella realizzazione dell’opera.

Si ringraziano il Comune di Avellino che ha concesso il Patrocinio Morale e la Vicesindaco dott.ssa Laura Nargi per aver accolto e supportato l’Evento.

A SERINO MOSTRA LA TUA INDIPENDENZA
A SERINO MOSTRA LA TUA INDIPENDENZA
ACCORDO TRA ABBAZIA DI MONTEVERGINE E  SCUOLA MEDICA SALERNITANA
ACCORDO TRA ABBAZIA DI MONTEVERGINE E SCUOLA MEDICA SALERNITANA
A BISACCIA LA MOSTRA DI PITTURA POP DI MARIA RAGAZZO
A BISACCIA LA MOSTRA DI PITTURA POP DI MARIA RAGAZZO

Libri

Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone Edizioni Einaudi
Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone Edizioni Einaudi

Un libro inchiesta che si libra in una visione lirica dell’accaduto. L’autrice Maria Grazia Calandrone affronta un viaggio retrospettivo in una dimensione temporale antecedente la sua nascita, per cercare di ricostruire le vicende che hanno caratterizzato le vite dei suoi genitori: Lucia e Giuseppe, di cui non ha ricordo.

Il suo è un viaggio dolorosissimo a ritroso che la conduce ad ” incontrarli” finalmente attraverso la testimonianza di chi li ha conosciuti; un percorso che arriva fino all’infanzia stessa delle persone che le hanno dato la vita. Gli Anni Quaranta, Palata in Molise e gli orrori dell’Ultima Grande Guerra fanno da sfondo e riportano il lettore in una dimensione temporale oscura e violenta.

Lucia, la madre di Maria Grazia Calandrone, subisce le decisioni della famiglia in merito a chi lei debba amare e poi sposare: siamo in un Medioevo culturale e retrogrado non troppo lontano dall’oggi.

Giuseppe, l’uomo amato da Lucia, che diverrà poi il padre naturale dell’autrice, ha fatto la guerra ed è molto più grande di lei.

Maria Grazia nasce da quest’amore disperato e profondo, che all’epoca è considerato reato. Lucia e Giuseppe vivono l’emarginazione, l’isolamento e l’esilio verso Milano, dove però non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro. Il suicidio di entrambi, come ultima spiaggia, è il frutto di un ragionamento estremo e lucido, che li porta a pianificare la loro stessa morte, per poter assicurare un futuro alla figlia di appena otto mesi, adagiata sui prati dei giardini di Villa Borghese a Roma, prima di lasciarsi morire nel Tevere.

Maria Grazia Calandrone, compie insieme a sua figlia Anna, questo delicato e illuminante viaggio nella memoria dei luoghi e dei dati raccolti, per riappropriarsi della consistenza e del vissuto delle due persone che le hanno dato la vita, rinunciando alla propria per amore e solo per amore di lei.

“L’amore di Lucia “per me“, a me in persona sicuramente e semplicemente destinato, sta nel non avermi portata con sé nella morte, sta nel dove non mi ha portata e nel suo avermi riconsegnata alla vita. Alla vita di tutti. Facendo, della mia vita, fin dalle sue origini, vita che torna a tutti.”

Lo stile adottato si avvale di due generi letterari, poetico e narrativo, che si sviluppano lungo un filo elicoidale in cui passato e presente si danno la mano per poter rendere soave la narrazione intensa e dolorosa, che rende finalmente giustizia a tutti coloro che sono stati “uccisi” dalla mentalità e dalle convenzioni di una società chiusa ed impietosa.

Libri in Accademia. Continua la rassegna ad Avellino con il libro Un Paese Perfetto
Libri in Accademia. Continua la rassegna ad Avellino con il libro Un Paese Perfetto
Al via la Book Fair 2024
Al via la Book Fair 2024
TU e Il Tuo Alunno: Tutta la verità sulla scuola (De Donato & Költze, 2023)
TU e Il Tuo Alunno: Tutta la verità sulla scuola (De Donato & Költze, 2023)

Musica

DAVIDE LO SURDO: la vita di un nome diventato eterno
DAVIDE LO SURDO: la vita di un nome diventato eterno

Davide Lo Surdo è un chitarrista italiano nato il 24 luglio 1999 a Roma. È stato definito “il chitarrista più veloce della storia della musica” da riviste come Rolling Stone Brasile e GuitarraMX e la sua chitarra è stata inclusa nella collezione permanente del Museo di strumenti storici chiamato “Sigal” in America, accanto a strumenti suonati da Mozart e Chopin. Il suo talento si è manifestato sin dalla giovane età di 9 anni, quando ha iniziato a suonare la chitarra. La sua influenza nell’ambito musicale è stata tale da meritare un posto di rilievo sulla copertina di riviste di prestigio e di essere incluso nel libro di storia della musica intitolato “Rock Memories Vol. 2” scritto da Maurizio Baiata, accanto a leggende del calibro dei Beatles, dei Pink Floyd e di Jimi Hendrix, tra gli altri. Il suo contributo alla musica è stato ulteriormente riconosciuto con il premio ricevuto ai Sanremo Music Awards nel dicembre 2019, dove è stato insignito del titolo di chitarrista più veloce di tutti i tempi. Le sue origini musicali risalgono alla sua infanzia, quando ha iniziato a prendere lezioni di chitarra da un prete presso la chiesa locale “Santa Gemma Galgani” a Roma, ispirato dalla sua vicina di casa Aurora Zannini. I suoi genitori sono Sandra Giorgio e Maurizio Lo Surdo. Nel corso della sua carriera, Lo Surdo ha intrapreso numerosi tour mondiali, portando le sue straordinarie esibizioni in luoghi iconici come il “Whisky a Go Go” a Hollywood, California, dove si è esibito il 26 gennaio 2019. Inoltre, ha partecipato al NAMM SHOW 2019 a Los Angeles. Tra i suoi recenti eventi di spicco, si annovera la sua performance all’evento “Rolling Stone Music & Run” nel novembre 2021, organizzato per celebrare il 15º anniversario della rivista Rolling Stone Magazine in Brasile, tenutosi nell’arena “Sambódromo do Anhembi” a San Paolo.

Sanremo 2024: non solo musica
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Federica Laudadio
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Jamax, Cosa vuoi fare da piccolo?
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Politica

Usa: sarà rivincita tra Biden e Trump
Usa: sarà rivincita tra Biden e Trump

i risultati del super tuesday hanno parlato chiaro, le primarie parlano chiaro, negli Usa sarà rivincita tra Biden e Trump

Politica e dintorni – La notte porta consiglio, la lunga maratona delle primarie presidenziali stelle e strisce ha deciso che quelli che probabilmente saranno i pretendenti della prossima sfida presidenziale negli Usa: sarà rivincita tra Biden e Trump.

La sorpresa è rappresentata soprattutto dalla sentenza favorevole della Corte Suprema Federale che di fatto ha riammesso l’ex Presidente e miliardario Donald Trump, il quale ha subito intercettato valanghe di voti dall’elettorato repubblicano, vincendo le primarie in quasi tutti gli stati in cui era candidato, ed ottenendo l’endorsment da suoi competitor, tra cui Ron Desantis, dato per favorito fino a pochi mesi fa, l’unica che ancora deve pronunciarsi sul suo appoggio a novembre è Nikki Haley, neo sconfitta nell’appena conclusasi tornata elettorale, ricordando allo stesso Trump che i vertici del partito repubblicano non hanno ancora digerito le sue teorie a dir poco bizzarre su eventuali brogli elettorali da parte dei democratici, brogli che avrebbero portato alla sua sconfitta nelle ultime elezioni presidenziali, e soprattutto non hanno mai perdonato l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.

Problemi opposti affliggono l’attuale Presidente Joe Biden, sostenuto a vele spiegate del Partito Democratico, anche e soprattutto per mancanza di valide alternative, le ipotesi Kamala Harris e Michelle Obama sembrano ormai tramontate del tutto. Biden nonostante la vittoria schiacciante nelle primarie democratiche, oltre alla grana della demenza senile che lo affligge da tempo. facendogli commettere gaffe su gaffe, avrebbe contro l’elettorato di matrice araba reo secondo questa comunità di non aver saputo fronteggiare l’evolversi della crisi umanitaria a Gaza, mentre una buona parte degli statiunitensi gli rinfaccia l’evidente insuccesso nel gestire gli sviluppi del conflitto tra Russia ed Ucraina, dove a quanto pare il Paese guidato da Zelensky sembra andare incontro ad una sconfitta nonostante l’immensa mole di aiuti militari inviati dall’inizio della guerra.

I giochi sembrano fatti, l’ultima parola spetterà agli elettori che dovranno mettere un punto definitivo a questa sceneggiatura che nemmeno un maestro dell’horror avrebbe saputo scrivere con tanta bravura.

Russia: continua la guerra al dissenso
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Aleksej Naval’nyj – martire o criminale?
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La censura ai tempi del festival
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Psicologia

ARTICOLO 18 MISOFONIA

Ben ritrovati con “SorprendenteMente” la nostra mini-rubrica di psicologia che anche quest’oggi tratterà un argomento, a mio avviso, molto interessante. Parleremo della misofonia che , a quanto pare, risulta sconosciuta a molti. Il termine deriva da misos” (μῖσ&omicron), che significa “odio” e “fonos” (φόνος), che vuol dire “suono” o “voce”. È un argomento attualmente molto dibattuto in quanto è accompagnato da numerosi dubbi che, allo stato, non hanno consentito la sua classificazione tra i disturbi acustici. Ma vediamo nello specifico di cosa si tratta. Il termine è stato coniato nel 2001 dal gruppo di lavoro di Pawel Jastreboff che lo riferiva a “pazienti che reagivano negativamente solo verso determinati suoni e non riportavano miglioramenti quando trattati come iperacusici (Jastreboff & Jastreboff, 2014)” il che pose l’accento sull’importanza della reazione avversiva che i soggetti avevano nei confronti della fonte.  La misofonia, infatti, presenta una notevole reazione emotiva che, in risposta a determinati stimoli uditivi, si accompagna a rabbia, disgusto, tristezza, ansia o altro ancora, come reazioni fisiche che comprendono sudorazione, rigidità muscolare o perfino tachicardia. In pratica, il suono funge da “trigger”, mentre la reazione emotiva, legata alla valutazione soggettiva, è condizionata dai vissuti del soggetto, nonchè da una personale attribuzione di significato legata anche a fattori come la cultura e le credenze.

I trigger più comuni sono:

  • suoni cosiddetti “orali” quali il masticare, sorseggiare o succhiare da una cannuccia, sgranocchiare cibi croccanti, digrignare i denti ecc
  • Le voci con particolari caratteristiche come quelle dal tono nasale, ovattato o sibilante, oppure i canti stonati ed i vocalizzi, soprattutto se ad uso intercalare, che comprendono   “ah!”, “eh!”, “oh!” ecc.
  • suoni nasali, come respiri profondi, fischi nasali, il russare, il respiro congestionato, starnuti e il “tirare su” con il naso.
  • suoni degli animali come  l’abbaiare dei cani e/o il latrare, il cinguettio degli uccelli, il gracchiare delle rane, il piagnucolare di cani e gatti ecc.
  • suoni emessi con i movimenti del corpo, come per esempio: lo scrocchio delle articolazioni ome per esempio quello delle dita o del collo,  il rumore emesso dalle unghie che per esempio  battono su un tavolo o il rumore dei tacchi  
  • suoni emessi dai bambini piccoli, come urla, pianti balbettii, verbalizzazioni costanti
  • suoni ambientali, come: il fruscio della carta o lo strappo della stessa; il rumore delle stoviglie che stridono nel piatto o che si scontrano, i suoni delle tastiere dei cellulari eo le suonerie ecc. i clacson, il volume elevato della tv  e/o della radio, ecce cc.

Alcune ricerche, come quella recente effettuata dall’Università di Newcastle, hanno constatato che coloro che soffrono di misofonia presentano dei cambiamenti nella struttura del lobo frontale e nella stessa attività cerebrale ove i meccanismi di controllo emozionale forniscono terreno fertile per sovraccarichi dell’attività al momento dell’esposizione al trigger comportando una risposta psicologica amplificata con tanto di sintomatologia fisica. Il livello di vigilanza psicologica verso i suoni “scatenanti” è iperaccentuata e comporta una diminuzione di tolleranza parallela all’attivazione di processi iperacustici e iperattivazione neurovegetativa

Va da sé che la cosa si rifletta in modo negativo sulle aree relazionali: in ogni caso, se qualcuno vi chiede di abbassare il volume, accontentatelo.

L’ESIGENZA ESPRESSIVA DI UN’ARTISTA AVELLINESE
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IL MURO
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IL VALORE DEI NONNI
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TERZO SETTORE

La figura del volontariato negli Enti del terzo settore
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<strong>Rendicontazione del 5 per mille negli ETS</strong>
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Le raccolte fondi negli Enti del Terzo Settore
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La rendicontazione negli Enti del Terzo Settore – parte 2
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