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LA CANTINA GERARDO PERILLO APRE ALLA NOTTE DELLA FOCALENZIA
La Cantina Gerardo Perillo apre alla “Notte della Focalenzia” di Castelfranci.
Dal 7 al 10 Dicembre in occasione della Notte della Focalenzia di Castelfranci, la Cantina di Gerardo Perillo organizza visite guidate, percorsi sensoriali e degustazioni nei giorno 8, 9 e 10 Dicembre a partire dalle ore 16,00 per tutto il pomeriggio, anche per piccoli gruppi e anche in inglese.
I percorsi guidati, a cura della dott.ssa Elisabetta de Feo, offriranno la possibilità di visitare la Cantina, apprendere la storia e la tradizione che ne caratterizza l’identità e degustare i pregiati vini della Cantina.
Il Vino per la Cantina Gerardo Perillo è un’antica tradizione di famiglia. L’Azienda nasce nel 1997 con l’intento di portare avanti proprio la tradizione familiare. Sono sette gli ettari vitati in massima parte di Aglianico, coltivato nei vocati territori di Castelfranci, Montemarano e Paternopoli, areali ricadenti della Docg, Taurasi, insieme ad una piccola parte di Coda di Volpe. Nel 2014 la Cantina decide di investire su un terreno a Capri, di proprietà di Aldo Colavecchia e da cui produce il “Capri Doc Bianco”. la Cantina gestisce vigne storiche prefillossera, viti antiche di ben oltre 80 anni di Aglianico e Fiano. Secondo le ‘leggi’ dell’enologia, i terreni su cui nascono le viti a piede franco, sono di natura sabbiosa. In questo caso, invece, ci troviamo di fronte a terreni argillosi. Altra caratteristica è sicuramente l’inversione di tendenza, ovvero l’esposizione dei terreni verso Nord, con escursioni termiche molto alte. Da questa esposizione inversa, si ottiene un Taurasi più austero, dai profumi intensi e tannini particolari.
Lo stesso impianto del vitigno è storico se pensiamo che si tratta di un raro esempio di ‘raggiera avellinese’ che ormai gli agronomi moderni non prediligono ma che si rivela essere il metodo migliore dell’allevamento dell’Aglianico del Taurasi.
Dopo questo tuffo nel passato ci spostiamo nel presente a Castelfranci dove si preannuncia un incandescente lungo Ponte dell’Immacolata con la “Notte della Focalenzia” storico evento del borgo, giunto alla sua dodicesima edizione, che prevede un ricchissimo programma di quattro giorni. Convegni, artisti di strada, tarantelle e spettacoli itineranti, concerti live, tra cui i “Bottari di Macerata” faranno da contorno alla tradizionale Accensione dei Falò prevista per il giorno 7 Dicembre alle ore 18.00 cui seguirà l’apertura di tutti gli stand eno-gastronomici che accoglieranno per quattro giorni tutti gli amanti del ‘buon vino’ e dei tipici prodotti locali. Un evento da non perdere che Venerdì 8 Dicembre attende l’arrivo del “Treno Turistico” che alle ore 9.00 partirà dalla Stazione di Avellino per arrivare alle ore 11.00 a Castelfranci e alle ore 18.00 ripartirà da Castelfranci per fare rientro ad Avellino.
In occasione dell’attesissima Notte dei Falò la Cantina di Gerardo Perillo Vi attende per aprire le antiche porte e accogliervi nelle inebrianti atmosfere della cantina e per degustare i pregiati vini della sua produzione.
https://www.cantinegerardoperillo.it/
Info&Prenotazioni al 340.0952723
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Avellino Letteraria, ospite Liliana Dosio
Lo scorso sabato, durante la rassegna Avellino Letteraria, Liliana Dosio ha presentato il suo testo “Il cerchio della vita”.
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Politica
Terremoto dell’Irpinia: celebrazioni e paroloni
23 novembre 1980-23 novembre 2023, a quarantatre anni dal terremoto dell’Irpinia assistiamo a celebrazioni e paroloni privi di senso
Politica e dintorni – Irpinia, sono passati quarantatre anni dal terremoto, ancora oggi i nostri conterranei sono costretti a sorbirsi inutili celebrazioni miste a paroloni inutili su quanto accaduto nei giorni successivi al sisma e su quanto è stato fatto o sarebbe meglio più corretto dire non fatto per ricostruire le zone colpite dalla tragedia.
Anche quest’anno le amministrazioni comunali e le maestranze varie si sono avvicendate nel ricordare l’evento che per la Provincia di Avellino è stato un vero e proprio spartiacque, rintocchi di campane, luci spente all’orario esatto della scossa, messe in suffragio dei defunti, tutte cose che dovrebbero servire a ricordare persone e luoghi che non ci sono più, e che nelle intenzioni dei promotori sono sufficienti a colmare le carenze istituzionali seguite dell’infausto cataclisma.
Peccato che le ripetute manifestazioni non ottengano più il risultato sperato, e cioè quello di nascondere sono un tappeto nemmeno troppo grande, tutte le disfatte ed i fallimenti della classe dirigente sia locale che locale, contare tutte le occasioni perse per rendere come tale quella che una volta era soprannominata “la piccola Svizzera”, per la via dei paesaggi presenti nel territorio.
Piccola Svizzera che si è trasformata sempre di più in una periferia della Regione Campania, una landa desolata, priva di qualsiasi servizio essenziale, con, infrastrutture arretrate un sistema di trasporti a dir poco imbarazzante, emblematico è il caso del capoluogo privo di una stazione ferroviaria degna di tale nome, e priva, (caso unico della nostra Regione), di una propria Università, gli unici corsi presenti sono quelli distaccati dagli altri atenei.
La sera del 23 novembre è stata solo la prima di un cammino lungo quarantatre lunghi anni, decenni che hanno portato allo spopolamento graduale della nostra terra, il tutto con la responsabilità di chi erige a paladino del rinnovamento e del cambiamento ma che ormai riesce ad attrarre l’attenzione o forse la noia di quei pochi rimasti che ormai da il proprio consenso a questi individui per pura formalità o abitudine.
il terremoto dell’Irpinia dovrebbe rappresentare solo il passato di questa Provincia, ma il tempo delle celebrazioni e de i paroloni inutili sembra rappresentare l’unica alternativa valida per il futuro di chi vive ancora in questi luoghi