Alcool e minori

Per la mini-rubrica “SorprendenteMente”, questa settimana sarò ben lieta di soddisfare la richiesta pervenutami da una lettrice in merito al consumo di alcolici da parte dei minorenni.

Vero è, infatti, che tale condotta da parte dei ragazzi stia diventando spaventosamente dilagante e che coinvolga fasce di età sempre più giovani. Ricordiamo, innanzitutto, che l’assunzione di alcol da parte di minori è particolarmente tossica per gli stessi in quanto i loro organismi non hanno ancora la capacità di produrre gli enzimi necessari per metabolizzarlo.  Anche er tale motivo, oltre quelli che vedremo in seguito, la legge vieta di vendere alcolici ai minorenni e chi commette tale reato è punibile sia con l’arresto, sia con sanzioni, che con la sospensione dell’esercizio commerciale (come da articolo 689 del codice penale).

Ma la domanda fondamentale è : perché i minorenni fanno uso di alcool?

Le motivazioni sono tantissime. Alcuni approcciano all’alcol per imitazione dei “ragazzi grandi”, per essere accettati da un gruppo che ha questa pessima abitudine, o per darsi “un tono”. Alcuni si avvicinano per “prendere coraggio” nell’approccio interpersonale, per sentirsi disinibiti o per trovare un alibi che possa giustificare un comportamento inadeguato; altri perché inadeguati ci si sentono ed avvertono il bisogno di annebbiare ciò che vivono.  Alcuni sentono il bisogno di costruirsi un’identità nell’illusoria ricerca dell’azione adulta, o dimostrare di avere capacità decisionale propria. Poi ci sono quelli “ribelli”, i cosiddetti “dannati” che sono nella fase di protesta e che vedono, come dicono loro, “figo” tutto ciò che è deleterio; si sentono invincibili e cercano di affermare l’indipendenza correndo rischi. Molti lo fanno per noia, per trovare un po’ di stimoli e fare “qualcosa di diverso” in quanto si sentono apatici ed è importante sottolineare che le categorie finora elencate comprendono indistintamente maschi e femmine, in quanto, nell’immaginario collettivo, è erroneamente passata l’idea che a tale attitudine fossero avvezzi solo i ragazzi.

Al di là dl fatto che, a furia di stare davanti a schermi di pc, tablet e cellulari, perdono il contatto con la realtà e si disabituano ad interagire con le persone “reali”, c’è da dire che la situazione della società moderna ha contribuito in malo modo. Infatti, facendo sì che la maggior parte dei ragazzi non avesse bisogno di desiderare nulla, nemmeno il superfluo, ha spento in loro parte della progettualità e, soprattutto, l’attivazione dell’ingegno per risolvere le piccole difficoltà. Basta guardare i giochi che non ci sono più, le chiacchierate che si fanno solo per via sms e l’apatia dei giovani che li avvicina pericolosamente a situazioni psicologiche preoccupanti.  Ciò detto, va da sé che l’uso e l’abuso di sostanze alcoliche comporti delle pericolose conseguenze che, soprattutto nei minori non si limitano a quelle fisiologiche e non è un caso che siano aumentate le morti, suicidi compresi, legate a tali disagi. In particolar modo, il numero delle morti in relazione all’alcol è schizzato alle stelle, specie per le nuove tendenze che spopolano tra i ragazzini. Purtroppo, infatti, si stanno facendo strada tra i giovani alcune pratiche pericolosissime come il cosiddetto binge drinkink che sarebbe una ubriacatura volontaria e ripetuta al fine di stordirsi e perdere i freni inibitori. Nello specifico, è una modalità di consumo ove si ingerisce una esagerata quantità di alcol in un tempo ristretto per raggiungere lo stato di euforia e/o ubriachezza. Un’altra “genialata” è il “drelfie” che consiste in farsi fotografare ubriachi nelle situazioni più imbarazzanti ed in condizioni inenarrabili. Questa pratica è solo frutto della moda odierna dettata dai social che richiedono immagini sempre più estreme e d ancora ci sono il “pub crawl” che come il bingedrinkink richiede che si beva una quantità eccessiva di alcol in poco tempo, ma che si differenzia da questo perché comprende un “tour” dei pub e dei locali (nella stessa serata) con lo scopo di ubriacarsi: la cosa incredibile è che c’è gente che lo organizza anche con prezzario predefinito. L’ultima (speriamo) è la follia del “eyeballing”, cioè “bere alcol attraverso gli occhi che può provocare cecità e danni permanenti alla retina oculare” ( Minasi 2019)

Purtroppo, il dato di realtà evidenzia che non è possibile tenere sotto controllo il livello di alcol assunto né le reazioni fisiologiche allo steso e quindi non è raro che si arrivi anche all’intossicazione alcolica. Inoltre, le conseguenze che ricadono sui minorenni dediti a tali pratiche comprendono anche vari tipi di incidenti e sono correlati ad altre situazioni. Queste comprendono inadempienza all’obbligo scolastico, comportamenti “illeciti”, aggressività, violenza, sessualità promiscua, precoce e non protetta, uso di sostanze psicotrope ed altre condotte rischiose. Non ultimo, va sottolineato che, secondo alcuni studi, l’uso di alcol nei minorenni influisce negativamente sullo sviluppo cerebrale e si possono riportare danni nel sistema nervoso centrale e nel sistema nervoso periferico.

Cosa fare? Prevenzione. Ma nel modo giusto. Parlare CON i giovani e non “ai giovani”, renderli partecipi in modo attivo nelle considerazioni oggettive dei dati di realtà facendoli sentire capaci di poter essere responsabili per se stessi e per gli altri. Soprattutto, è fondamentale dare il buon esempio.

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