Avellino 2024, in vista delle elezioni amministrative si delineano gli schieramenti e le alleanze per conquistare Palazzo di città

Politica e dintorni – Maggio 2024 si avvicina come anche la scadenza del mandato del Sindaco Gianluca Festa, i diversi schieramenti politici sembrano aver trovato la quadratura del cerchio sui nomi dei rispettivi candidati.

L’attuale primo cittadino Gianluca Festa dopo un lungo tira e molle e molte voci che lo volevano come candidato del centrodestra, annuncia di voler riprovare la conferma con la stessa squadra che lo ha portato alla vittoria quattro anni fa, rifiutando le avances dello stesso schieramento che in parte ha favorito sua vittoria dirottando una buona parte dei suoi voti al ballottaggio allo scopo di battere il Pd irpino, ritenuto feudo del Presidente della Regione Campania Vincenzo de Luca.

Il centrodestra invece dopo le cronache appena riportate sembra aver trovato la quadratura del cerchio a differenza delle ultime amministrative, per la prima volta, potrebbe presentarsi unito all’appuntamento che se giocato bene lo porterebbe alla vittoria per la prima volta nel capoluogo irpino. A breve si saprà anche il nome del candidato anche se le ultime indiscrezioni parlano del giornalista Rino Genovese o dell’avvocato Giovanni D’Ercole.

Il campo allargato del centrosinistra targato PD ed altre proposte civiche associate tra cui il Movimento 5 Stelle, ed altri partiti che allo scorso ballottaggio votarono contro il candidato Luca Cipriano, ha annunciato il nome del candidato sindaco nella persona dell’avvocato Benedetto De Maio, noto e stimato professionista avellinese, scelta avvenuta in un contesto segnato dalle profonda spaccatura del PD irpino, dilaniato da guerre intestine che non gli fanno trovare pace, e che spera di riprendersi lo scranno più alto di Piazza del Popolo dopo la clamorosa sconfitta del 2019.

A decidere l’esito della tornata elettorale sarà una moltitudine di fattori tra cui le alleanze all’eventuale ballottaggio, turno che potrebbe addirittura essere abrogato nel caso passasse il disegno di legge che permetterebbe allo schieramento che al primo turno riesca ad ottenere il 40% dei voti validi.

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