La mini-rubrica “SorprendenteMente” ritorna anche questa settimana pe mantenere la promessa fatta ad un lettore.

Nell’articolo precedente si era introdotto l’argomento relativo all’amnesia dissociativa che ci era stato richiesto con grande interesse. Ricordando che l’amnesia dissociativa appartiene ai disturbi dissociativi classificati come tali dal DSM-V (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi Mentali-5), procediamo con altre specifiche

L’amnesia dissociativa è stata riscontrata in ogni fascia di età ed alla base di questo disturbo vi è il meccanismo difensivo della rimozione: quando la cosa perdura a lungo, si ha una situazione disfunzionale ove si impedisce un normale esercizio della metacognizione. Ciò significa che le funzioni della coscienza non permettono l’integrazione della memoria traumatica i cui dati, per poter essere “allontanati” e relegati, necessitano l’intervento del fenomeno dissociativo.

A questo bisogna aggiungere un “accessorio” che è la fuga dissociativa. In questo caso, il soggetto in questione, non essendo in grado di ricordare nulla di sé né del suo passato, si allontana da casa, per ore o giorni, senza manifestare alcun comportamento anomalo. Terminato l’episodio, la persona si ritrova in un luogo sconosciuto (o semplicemente “altrove”) senza nemmeno sapere come vi ci sia arrivato. Generalmente non ricorda cosa sia accaduto durante quel frangente anche quando inizia a recuperare la memoria dei fatti antecedenti la fuga dissociativa. Ciò avviene in modo graduale, ma è assai probabile che alcuni dettagli non vengano mai recuperati.

La maggior parte dei soggetti con amnesia dissociativa presenta vuoti di memoria, che gin linea generale possono riguardare un lasso temporale che abbraccia una fascia che va da pochi minuti ad alcuni giorni; può capitare, in casi eclatanti, che l’arco di tempo invece perduri per anni.

Per diagnosticre l’amnesia dissociativa, vengono effettuati esami tesi ad escludere altre problematiche quali malattie neurologiche o risultato dovuti ad effetti collaterali di alcuni farmaci. Inoltre, la sintomatologia relativa a questo disturbo può essere confusa con quella causata da traumi cranici, uso/abuso di alcool e droghe, privazione di sonno e malattie cerebrali. Oltre le suddette specifiche relative alla memoria, la sintomatologia può presentarsi anche in modo vago e generico mostrando affaticamento, debolezza, depressione e disturbi del sonno e subito dopo la perdita della memoria, mentre alcuni soggetti possono risultare confusi e spaventati, altri appaiono poco sofferenti o addirittura “normali” riuscendo addirittura a condurre le proprie attività lavorative e sociali come al solito

Alcuni soggetti non riescono a superare le difficoltà che gli impediscono di reimpossessarsi dei propri ricordi, mentre nella maggior parte dei casi, gli individui recuperano i ricordi “mancanti” e riescono a risolvere i conflitti che hanno provocato l’amnesia. Fondamentale, come sempre, è il supporto di uno o più professionisti specializzati.

Spero di aver soddisfatto la richiesta del nostro lettore che ringrazio nuovamente per avermi fornito lo spunto per poter trattare questo argomento interessante.

Visto che si è parlato di ricordi, approfitto per dire la mia. I ricordi sono preziosi quindi non rimandate, non vi private, ma  createne di belli quanto più possibile.

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