L’articolazione scapolo – omerale, meglio nota come SPALLA, è una delle articolazioni più complesse e, personalmente, la più affascinante da studiare. Essendo un’articolazione complessa, non sarebbe facile ridurre in poche righe la sua struttura, ma cercheremo di dare, in questo articolo, le spiegazioni fondamentali su com’è strutturata, le sue funzioni e le relative patologie a suo carico. Iniziamo subito dicendo che è un’articolazione che unisce il braccio con il tronco. E’ l’articolazione che ci permette movimenti più numerosi e più ampi, ed è per questo motivo che è soggetta a maggiore instabilità. Per limitare questa situazione di instabilità, la spalla è dotata di un insieme di muscoli e tendini che la supportano nei movimenti.

Com’è fatta?

È formata da 3 ossa: OMERO, SCAPOLA E CLAVICOLA. Ad ogni osso sono associati tendini e muscoli che ne permettono i movimenti e vasi sanguigni che irrorano e permettono la sopravvivenza di questi tessuti. Nella parte superiore della spalla abbiamo l’articolazione  scapola – clavicola che, a sua volta, si articola con lo sterno (gabbia toracica).

La scapola, inoltre, si articola con l’omero (osso di forma sferica), che inserisce la sua testa nella cavità glenoidea (rientranza che si trova nella scapola).

Quali sono i suoi movimenti?

Si muove grazie a 4 legamenti: GLENO-OMERALE (da stabilità), CORACO-ACROMIALE (unisce la clavicola alla spalla), CORACO-CLAVICOLARI (ci permette di sopportare carichi importanti), OMERALE-TRASVERSO.

Per quel che riguarda i muscoli che partecipano alle funzioni motorie abbiamo il DELTOIDE (in palestra chiamiamo spalla), il GRANDE ROTONDO, il SOTTOSCAPOLARE, il SOVRASPINATO, il SOTTOSPINATO ed il PICCOLO ROTONDO. Questi ultimi tre muscoli formano la CUFFIA DEI ROTATORI, segmento muscolare che spesso sentiamo nominare quando si parla di infortuni oppure infiammazioni. Da quello che si evince, sono tanti i gruppi muscolari e tendinei coinvolti e sarebbe lunghissimo (ed anche noioso!!!!!), spiegare ogni singola funzione. Ci limiteremo invece a vedere quali sono le sue funzioni e le relative patologie a suo carico. Le funzioni della spalla sono la flessione, l’estensione, l’abduzione (elevazione laterale), la rotazione (interna ed esterna) e la rotazione anteroposteriore, movimenti ad ampio raggio d’azione e che, di conseguenza, possono portare a delle problematiche più o meno gravi.

Quali tipi di lesione può subire questa articolazione?

Iniziamo dalla patologia più comune cioè l’ARTROSI, una patologia degenerativa che si presenta, di solito, dopo i 65 anni oppure in caso di predisposizione. L’ artrosi è il consumo della cartilagine articolare. La cartilagine ha una funzione di ammortizzare le sollecitazioni e ridurre l’attrito tra le teste ossee. Questa patologia porta dolore, rigidità, limitazione articolare nelle azioni quotidiane. Andando oltre troviamo le patologie a carico dei tendini (TENDINITI), patologie dovute non solo all’età ma, nella maggior parte dei casi, colpisce chi pratica attività sportiva (spalla del pallavolista, spalla del nuotatore, etc), oppure chi esegue movimenti ripetuti come lavorare ad una catena di montaggio, in fabbrica o nei cantieri. Infine abbiamo le lesioni parziali o totali dei legamenti, dei muscoli o delle ossa. In questi ultimi casi sono lesioni quasi sempre traumatiche.

Cosa fare?

Come sempre rivolgersi ad un ortopedico che, previa visita medica, ci prescriverà gli esami necessari (rsm, ecografia, radiografi), ai quali corrisponderà un’adeguata terapia. Quali terapie? Se abbiamo delle lesioni parziali o delle infiammazioni (artrosi, lesioni, tendiniti, cuffia dei rotatori), allora verranno trattate con il riposo assoluto e terapia medica (antiinfiammatori). A questo tipo di patologie si associa spesso una terapia elettromedicale (tecar, laser, etc).

La situazione invece cambia e diventa più complessa se trattiamo delle lesioni muscolari o tendinee dove necessita l’intervento chirurgico. Stesso discorso vale per eventuali lesioni ossee dove sarà necessario intervenire chirurgicamente laddove non sarebbe sufficiente l’immobilizzazione con un tutore. A questo punto del nostro articolo, non ci inoltreremo in spiegazioni più tecniche e complesse, come già detto, sarebbe un discorso troppo lungo da trattare in poche parole. Possiamo però dire che, tranne in caso di lesioni traumatiche che non possiamo prevenire, abbiamo degli esercizi che potrebbero invece aiutarci a preservare le nostre articolazioni ed a rallentarne la naturale degenerazione. Esercizi da eseguire durante la giornata e prima di ogni attività sportiva. Sono dei piccoli esercizi dove vengono coinvolti sia i tendini che i muscoli ma che, soprattutto in casi di atleti o semplici praticanti, ci aiutano a riscaldare l’articolazione prima di ogni attività. Come diciamo sempre, la prevenzione è la migliore cura per ogni patologia.

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