Giovanna Nicodemi, autrice di “Eloì, Eloì. Lemà Sabachthani? Temi e iconografia della Passione di Cristo nelle Arti minori, legno e terracotta”, presenterà il suo testo a Villa Amendola, sabato 29 aprile.

Continua la rassegna Avellino Lettararia, curata da Annamaria Picillo. Sabato 29 aprile, ore 18:00, a Villa Amendola, la protagonista è stata Giovanna Nicodemi, autrice di numerose pubblicazioni, tra le quali: “Il seggio Ligneo dell’Abbazia di Montevergine” (2002), “Monserrato” (2006). Ha presentato il suo ultimo testo “Eloì, Eloì. Lemà Sebachthani? Temi e iconografia della Passione di Cristo nelle Arti minori, legno e terracotta”, dal titolo in aramaico, che significa “Mio Dio, mio Dio. Perché mi hai abbandonato?”, affronta un argomento mai trattato prima. La ricerca, durata anni, ha condotto, infatti, nella creazione di una “pentalogia funebre”, così definita dall’autrice, in cui analizza dal punto di visto storico, antropologico, artistico e devozionale “i tempi”, esaminandone opere dall’immenso valore, in particolare incredibili manufatti, di un periodo che va dal XII al XVII secolo. Il testo è stato già presentato a Roma, alla diaconia del Cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, dinanzi una grande platea, tra cui l’Ambasciatore del Senegal, il quale ha acquistato e chiesto di autografare il testo, più recentemente è stato acquisito dal catalogo della Library dell’Università Yale, nel Connecticut, una delle più prestigiose al mondo. Abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare l’autrice. Ci ha raccontato di come la letteratura, l’arte, gli studi umanistici in generale siano sempre stati le sue passioni più grandi, prima diplomandosi al Liceo classico, poi conseguendo la Laurea in Beni Culturali con il massimo dei voti e continuando a specializzarsi in questo ambito. Una vera cultrice in materia: Giovanna Nicodemi è, ad oggi, autrice, storica, ricercatrice, iscritta all’Albo d’Oro dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha affermato, a tal proposito, che ciò sia frutto della sua “proteina della curiosità”, così definisce la voglia continua di imparare e scoprire, di spingersi dove altri non sono mai arrivati. È stato, appunto, il caso del suo ultimo testo, le abbiamo, quindi, chiesto da cosa nascesse l’idea: “Lo stimolo è stato il Deposto, un bellissimo oggetto ligneo conservato nel Museo di Montevergine, mi ha sempre intrigato e volevo saperne di più, ma non era mai stato scritto nulla a riguardo, così mi sono messa alla ricerca presso l’Archivio di Montevergine, accorgendomi che tra il momento della Crocifissione di Cristo e la sua Resurrezione ci fosse molto altro da scoprire; ho così intrapreso questa ricerca, durata circa tredici anni. So che le arti minori, scultura lignea e terracotta, sono un ambito di nicchia, ma a me interessava capire cosa avesse ispirato la creazione di queste opere, alcune inedite, sconosciute, altre meno note, altre molto di più, come il Compianto di Niccolò dell’Arca, coronando il tutto con 115 foto.” In merito al suo rapporto con la fede, ha affermato di essere sempre stata credente, ma che, mentre durante la pandemia Covid-19 raffinava e arricchiva il testo, il 27 marzo 2020 Papa Francesco percorreva Piazza San Pietro deserta, pregando e invocando la fine della pandemia: è stato in quel momento che Giovanna Nicodemi ha sentito una maggiore connessione tra la sua fede e il suo scritto, è per questo che è il libro al quale è più legata emotivamente. “In un momento in cui si predilige lo stile narrativo, cosa potrebbe spingere i lettori ad approfondire questa tipologia di lettura così significativa?”, la Nicodemi: “Oggi alberga molta leggerezza, mi auguro che ci sia qualcuno pronto ad abbandonare la superficie ed immergersi nelle profondità, la mia è una prosa semplice, accessibile a tutti, inoltre, ogni foto è numerata e rimanda alla sua didascalia di riferimento, in modo da rendere più semplice la comprensione del testo. Uno dei miei motti è “gli storici dell’arte vedono con occhi che sanno”, si approcciano alle opere d’arte cogliendone i vari significati, ed è nostro compito trasmetterli agli altri, indicare cosa vedere.” Anche il nostro augurio è che ci sia più di una persona pronta ad immergersi in un testo colmo di valore di ricerca e significati immensi. Ad accompagnare Giovanna Nicodemi nella presentazione è stata la giornalista e saggista Marika Borrelli, con l’intervento del sindaco di Mercogliano Vittorio D’Alessio, intervento musicale del Trio Lov Family e l’artista Roberto Sgrosso ad esporre le sue opere. Il tutto coordinato dal direttore artistico Annamaria Picillo e la giornalista Daniela Apuzza.

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