Il trentennale della Docg del Taurasi non poteva non essere celebrato, dopo averlo fatto già a Taurasi, anche nella cornice veronese di Vinitaly. Il Taurasi ha avuto il suo battesimo con la docg il 27 marzo 1993 ma la sua storia è più antica intrecciandosi con quella del regno delle due Sicilie che intendeva costruire un sistema ferroviario che collegasse Napoli a Bari facendo perno sulla stazione di Taurasi che divenne epicentro anche della mitica linea Avellino Rocchetta voluta da Francesco De Santis. Quella tratta ferrata ha consumato le speranze e le ambizioni di una civiltà contadina che stentava ad uscire dalle rigidità e dalla povertà della vita di campagna. Storia e cultura hanno viaggiato su quel binario che fece la ricchezza di molti esportando le uve irpine in Francia e nell’Italia del nord i cui vigneti erano stati straziati dalla fillossera. Nel 1928 l’Irpinia divenne il distretto enologico più importante d’Italia. E dopo, ma prima delle attuali denominazioni, il Taurasi già si fregiava di essere un “vino tipico@, secondo la classificazione dell’epoca e come lo classificava la fiera di Siena nel 1934. Una storia lunga quella del Taurasi che si è intrecciata con quella di famiglie illuminate come quella della Mastroberardino, di agricoltori, di cantinieri, di commercianti e di attenti amministratori. Quella storia è continuata portando il Taurasi ad essere per lunghissimo tempo l’unico vino certificato del Sud italiano e a creare un sistema produttivo di eccellenza qualitativa con un orientamento all’innovazione e all’accoglienza come è diventata la cantina mito di Caggiano a Taurasi. Molta strada è ancora da farsi, per superare diffidenze, divisioni e ostacoli, come quella del rilancio della Enoteca Regionale dei Vini d’Irpinia, ospitata nel castello a me caro. Tocca alle nuove generazioni prendere la fiaccola di un mondo che corre veloce e bene ha fatto Slow Food, il Consorzio di tutela, il comune di Taurasi e la camera di commercio a festeggiare questo avvenimento lanciando il monito che sulle denominazioni le pubbliche amministrazioni devono continuare ad investire come stanno facendo gli imprenditori del settore e con l’ulteriore avvertenza di evitare pasticci e inutili duplicazioni con denominazioni regionali il cui toponimo potrebbe anche essere recuperato sulle etichette di ogni denominazione campana. Auguri grande Taurasi, mito rosso di una terra leggendaria e auguri a tutti gli imprenditori che continuano a credere ed investire nell’Irpinia e nelle sue specificità. La presenza irpina a Verona è sempre cospicua e così è anche per quella del Taurasi.
Buon Vinitaly!

NICOLA DI IORIO

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