La legge per consentire il De Luca ter. rischia la bocciatura dell’Avvocatura dello Stato, occorrono alcune considerazioni sul terzo mandato.

Politica e dintorni – “Questo terzo non s’adda fare”, Alessandro Manzoni sarebbe l’auto vista re più adatto per descrivere l’attuale situazione politico amministrativa della Regione Campania.

Il Presidente in carica Vincenzo de Luca sta cercando di creare i presupposti per assicurarsi quantomeno la possibilità di potersi ripresentare alle prossime elezioni regionali a settembre 2025, possibilità non perseguibile allo stato dei fatti visto il limite vigente che limita a due i mandati consecutivi, limite che però può essere rimosso con l’adozione di una legge approvata dal Consiglio regionale stesso, ed è qui che casca l’asino per De Luca.

Come spiega Nicola Viceconte, docente di Diritto pubblico all’Università della Tuscia “La Regione Campania ha legiferato partendo dal principio che il vincolo sul terzo mandato non fosse auto-applicativo. Sul modello del Veneto. Tuttavia, l’avvocatura dello Stato rileva che nel 2009, la Campania stessa aveva fatto una legge elettorale nella quale – in un articolo – viene espressamente detto che vengono applicate tutte le leggi vigenti. Dunque, anche la legge del 2004 nella quale viene sancito il vincolo dei mandati.”

In più Lo Stato, nel 2004 ha posto un principio fondamentale: le regioni devono prevedere che ci sia un limite ai mandati. Nel farlo, hanno un margine, di qui il rinvio alla legge regionale. La Regione, ad esempio, può stabilire che ne basta solo uno. Oppure, può stabilire che il presidente possa fare due mandati, purché completi. Ma, nella sostanza, non si può disapplicare il principio generale. Tanto più che si tratta di una competenza esclusiva dello Stato. 

Situazione simile li si ritrova in Veneto dove il Presidente Luca Zaia alla scadenza del secondo mandato è deciso più che mai a ricandidarsi e minaccia gli alleati del Governo nazionale di voler correre da solo anche in caso di parere contrario, ricordando come in Parlamento siedano sugli stessi scranni le stesse persone da 30 anni.

In parole povere la gerarchia delle fonti del diritto deve essere rispettata, ed è qui che oltre alla mera questione giuridica bisogna tenere in mente la questione morale in quanto una donna o un uomo che prestando il servizio alla patria esercitando le funzioni assegnatele giura sulla Costituzione stessa e sulle leggi in essa contenute, la democrazia deve essere rispettata senza esitazione.