Quale miglior modo per raccontare la musica, se non intervistando i suoi principali attori in 5 domande.
Questa “rubrica nella rubrica” si sposta a Cava dei Tirreni per conoscere e raccontare il cantautore Delio Lambiase.

  1. Delio chi sei, parlaci di te?

Salve sono Delio Lambiase classe 74 (ma non li sento).

Sono uno strimpellatore di Cava de’ Tirreni che cerca di mettere in musica riflessioni e interrogativi che agitano la coscienza.

Qualche anno fa, in un periodo interiormente estremo, dopo l’esperienza del Cammino di Santiago de Compostela, ho scritto il mio romanzo d’esordio, “IL GRANDE SALTO”, in cui racconto l’esperienza di un uomo che attraverso gli amori, i viaggi, la musica cerca di trovare un Senso alla propria esistenza.

  • Come è iniziata la tua passione per la musica/canto?

Ho sempre amato la musica, è stata la mia psicoterapia gratuita dell’adolescenza.

Mi ha dato coraggio verso gli altri, mi ha aiutato a corteggiare le ragazze e a trovare bei finali nei compiti in classe di italiano.

  • Quale è stato il tuo percorso e quali avvenimenti importanti ci vuoi raccontare?

Ho riabbracciato una vecchia chitarra acustica e sono iniziati a venir fuori i primi brani.

Un’amica mi ha regalato la produzione di un singolo e dopo un anno, a 45 anni suonati, carico di incoscienza ero con la mia prima band a tenere un concerto per presentare il primo EP, SACRA NOSTALGIA.

Di lì son seguiti laboratori di songwriting con Francesco Di Bella (24Grana) e Dario Sansone (Foja), esibizioni nei locali e in vari festival e contest in giro per l’Italia.

Nel 2021 ho partecipato alla compilation ROMPIAMO IL SILENZIO, che ha riunito 18 artisti campani per incentivare la ripartenza della musica dal vivo, e ho pubblicato il cd RADICE, un album di 8 brani in vernacolare e d’impronta folk rock.

  • Progetti futuri?

Principalmente portare in giro la mia musica e lavorare sui prossimi inediti.

  • Delio cos’è e come è nata l’idea di “Mente che Mente”?

Mente che Mente è l’ultimo mio progetto di imminente uscita.

È una disamina serrata dei meccanismi osservati in me e negli altri e che rivelano che la mente è divenuta un padrone cui obbediamo ciecamente senza interrogarci sull’autenticità di ciò che pensiamo, sentiamo e facciamo.

Musicalmente volevo uscire dalla zona confort delle mie abitudini musicali, così, ho dato più spazio all’elettronica e a suoni più contemporanei, cercando di non tradire l’autenticità della scrittura.

Intervista di Silvano Santacroce.

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