Un team di Inserm ha sviluppato una nuova classe di farmaci per il trattamento dell’origine del diabete di tipo 2 e dell’insulino-resistenza. Testato con successo su un modello animale, potrebbe presto essere oggetto di una sperimentazione clinica.

Salute – Equilibrio alimentare e attività fisica. Questo è generalmente ciò che i medici raccomandano come trattamento di prima linea per le persone con diabete di tipo 2. Se ciò non bastasse, è necessario passare a trattamenti antidiabetici, inclusa l’assunzione di insulina. Poiché questo ormone non è più prodotto in quantità sufficiente dal pancreas, deve essere somministrato sotto forma di iniezioni per aiutare il paziente a regolare correttamente la glicemia.

Problema: questo trattamento ha molti vincoli. Soprattutto, non tratta la causa del diabete, ma le sue conseguenze. Da qui la strategia del team internazionale coordinato dal ricercatore dell’Inserm Vincent Marion: sviluppare nuovi farmaci che mirano all’origine della malattia.

La scia del tessuto adiposo

Il lavoro iniziale aveva consentito a ricercatori francesi, britannici, americani e australiani di identificare un legame tra la resistenza all’insulina, che spesso precede l’insorgenza del diabete di tipo 2 (le cellule del fegato, dei muscoli e del tessuto adiposo sono meno sensibili all’insulina) e alcune anomalie del tessuto adiposo.

Gli scienziati hanno proseguito in questa direzione e sono riusciti a sviluppare un farmaco che “mira specificamente agli adipociti ripristinando l’assorbimento del glucosio e ripristinando così la fisiologia metabolica del tessuto adiposo” . In altre parole, mirando agli adipociti, i ricercatori sono riusciti a curare l’insulino-resistenza, “con effetti benefici sull’intero organismo”. Chiamato PATAS, il farmaco è stato testato con successo su topi diabetici, aprendo la strada a un imminente studio clinico sull’uomo.

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