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Esame di maturità tra storia e attualità

Elena Opromolla

Elena Opromolla

Ex docente di Lingua e letteratura italiana i miei interessi sono molteplici e spaziano dall'attualità, alle recensioni, dalla politica agli eventi culturali. Ho conseguito diversi premi letterari e ho partecipato a festival del libro nazionali e internazionali.

Pubblicato il: 20 Giugno 2025
5 min lettura

Per maturità intendiamo lo stadio di sviluppo fisico e mentale completo; l’acme di un’evoluzione psicobiologica che segna il passaggio all’età adulta, stadio di sviluppo in cui l’individuo ha maturato un livello di consapevolezza di sé, abilità e conoscenze tali da consentirgli di raggiungere la piena autonomia ed emancipazione.

Etimo

Il termine maturità nel corso del tempo ha conservato lo stesso significato, anche se sono mutate le prove per attestarla. Maturità, dal latino maturitas, significa pienezza, maturazione; deriva da maturus, che vuol dire giunto al pieno sviluppo, maturo.

In ambito scolastico la parola maturità indica la fine degli studi superiori attraverso cui ci si è preparati ad affrontare le sfide del futuro, sia a livello personale che professionale.

La maturità scolastica segna altresì il passaggio da un’età protetta dalla famiglia e dallo Stato ad un’altra, più  libera e indipendente, non protetta e rischiosa, in cui si gioca il destino della persona. Maturità è anche e soprattutto assunzione di responsabilità delle proprie azioni.

Attraverso l’antropologia, l’educazione e la società affrontiamo ora l’exursus storico che ha condotto l’essere umano dai riti di iniziazione preistorici all’esame di maturità contemporaneo.

Significato ancestrale

Presso le comunità primitive i ragazzi, giunti ad un’età che li avrebbe dovuto vedere autonomi e capaci di sopravvivere da soli o in tribù, sotto la guida dello sciamano, venivano condotti nei boschi o comunque lontano dai villaggi e dalla protezione genitoriale. All’addiaccio e in un ambiente pieno di pericoli i giovani dovevano riuscire a sopravvivere alla paura, alla fame, al buio e all’abbandono.

Essi per superare tutto questo, dovevano mettere in atto strategie ed abilità maturate sulla base di una serie di prove cui erano stati addestrati dai saggi del villaggio di appartenenza. Chi riusciva ad affrontare con successo tali difficoltà era idoneo per creare un proprio nucleo familiare. I maturandi preistorici scoprivano così di cosa erano capaci di fare: scoprivano se stessi e i propri limiti.

Tale struttura esperienziale (allontanamento, fame, prove di superamento, premio finale) è rimasta intatta nei secoli e si è perpetuata nei racconti orali che hanno dato poi vita alle fiabe, ricavate dalle opere di trascrizione dei  Fratelli Grimm, Charles Perrault, Nikolaievic Afanasyev, G.B. Basile, Lev Tolstoj, Luigi Capuana e  Italo Calvino.

Sciamano

Nella dimensione scolastica attuale le interrogazioni, le prove pratiche e scritte rappresentano simbolicamente le prove ancestrali che poi hanno condotto i giovani ad acquisire abilità e capacità atte a segnarne il passaggio all’età adulta.

La maturità scolastica moderna ricalca simbolicamente i riti di iniziazione: rappresenta quindi l’unico traguardo importante e fondamentale, per sancire, ovvero affermare davanti agli altri il completamento di un percorso formativo, obbligatorio e propedeutico all’ingresso nel mondo universitario o lavorativo. E’ una prova collettiva e individuale, quindi, che implica preparazione, autoconsapevolezza, esposizione pubblica e definisce chi siamo e cosa diventiamo.

Il superamento delle prove definisce chi siamo e cosa siamo in grado di fare: eliminando tali step dalla vita dei giovani li disumanizziamo, gli impediamo di conoscere se stessi.

Storia dell’Esame di Stato in  Italia

Nel 1923 Giovanni Gentile istituì un esame selettivo con quattro prove scritte più l’orale: pochi erano quelli che riuscivano a superarlo. Con la Riforma Bottai nel 1939 fu introdotta la figura del Presidente. Tra gli anni Sessanta e Settanta avvenne una maggiore democratizzazione per l’accesso con un numero maggiore di diplomati.

La Riforma Berlinguer nel 1997 -1999 cambiò radicalmente la struttura: introdusse tre prove scritte e l’orale, il voto in centesimi ed i crediti scolastici e formativi.

Luigi Berlinguer Ministro della Pubblica Istruzione dal 1996 al 2000 Padre dell’Autonomia Scolastica

Negli ultimi anni invece l’esame ha presentato alcune variazioni attraverso riforme istituzionali e l’avvento della pandemia: la Riforma Gelmini nel 2010 ridefinì le prove; nel 2020 e 2021 il Covid 19 indusse alla semplificazione dell’esame alla sola prova orale; nel 2022 invece sono state reintrodotte le prove scritte e quest’anno si è ritornati alla vecchia struttura completa (Italiano, seconda prova e l’orale.)

Gelmini  Mariastella Ministro della Pubblica Istruzione dal 2008 al 2011.

L’ Intelligenza Artificiale tra rischi e opportunità

Se l’avvento dell’Intelligenza Artificiale rischia di vanificare anni di stratificazione del sapere ed il lavoro di docenti e dirigenti, diventato oggi difficile e scarsamente riconosciuto, è giunto allora il momento di nuove visioni pedagogiche che pongano sempre al centro dell’azione didattica,  la persona dello studente, non come produttore di saperi ed esecutore di performances sempre più pressanti, ma come triade di corpo, mente e cuore, come essere sensibile ed affettivo, necessitante di attenzioni.

Le nuove tecnologie, inclusa l’intelligenza artificiale, rappresentano solo degli strumenti innovativi, ma pur sempre strumenti, che non devono essere usati per sostituire l’impegno, gli sforzi e la fatica dello studio.

Non occorre demonizzare ciò che l’uomo tecnologico del Post Moderno ha prodotto, grazie alla sua intelligenza naturale, ma è necessario insegnare alle nuove generazioni  come  usare tali strumenti, tenendo sempre alto lo sguardo sulla propria dimensione umana. I pericoli insiti nell’uso errato dell’ I.A. sono gli stessi di quelli incontrati dai nostri progenitori nei siti boschivi ed oscuri, dove si sono sviluppati anche i valori umani della solidarietà, dell’amicizia e dell’amore.

La sopravvalutazione dell’aspetto razionale dell’uomo, inteso in senso lato, lo ha allontanato da se stesso, ovvero dalla capacità di conoscersi come entità distinta dalla realtà circostante, capace invece di spirito critico  e di capacità affettiva.

Ed è proprio quest’aspetto tipico dell’interiorità umana che va tutelato e promosso nei ragazzi se si vuol riuscire a farne degli uomini nuovi capaci di distanziarsi dalle atrocità che dal passato si perpetuano ancora oggi.   

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