Lutto nel mondo della destra in Francia: addio a Le Pen, ci lascia uno degli esponenti più anziani e controversi del Front National.
Politica e dintorni – Addio a Jean Marie Le Pen, se ne va uno dei padri della destra francese, il fondatore del partito politico di estrema destra francese Front National, nonché padre dell’attuale leader Marine Le Pen, reazioni opposte dal mondo delle politica e dalle piazze francesi.
Dopo la laurea in giurisprudenza ed una gioventù spesa nella Legione straniera con esperienze dirette sul campo in Indocina e poi a Suez, una volta congedatosi si iscrive al partito Unione e Fraternità francese, con il quale nel 1956 diviene il membro più giovane ad essere eletto nell’Assemblea Nazionale, l’equivalente del nostro Senato. In seguito a questa esperienza viene eletto come segretario dell’organizzazione di reduci Fronte Nazionale dei Combattenti, e dopo aver ricoperto il ruolo di direttore della campagna delle Presidenziali di Jean-Louis Tixier-Vignancour, esponente dell’estrema destra francese si avvicina prima a Ordre Noveau, movimento della destra radicale per poi dare la svolta nella sua carriere politica nel 1972.
In tale anno fonda il partito politico Front National, di chiara ispirazione reazionaria, populista ed ultranazionalista in chiara opposizione con il maggiore movimento della destra, ovvero il Partito gollista, seguiranno una serie di candidature all’Eliseo tutte senza successo, mentre nel 1984 ottiene un seggio al Parlamento Europeo, per poi tornare dall’86 all’84 membro dell’Assemblea nazionale, e dopo aver tentato per l’ultima volta la candidatura a Presidente della Repubblica nel 2002, vistosi sconfitto al ballottaggio da Jaques Chirac desiste definitivamente da questo intento.
Man mano con il passare degli anni il suo peso nel partito dal lui stesso fondato cala vistosamente anche per via dell’ascesa della figlia Marina, con la quale cresceranno sempre di più i dissidi interni, le lascerà prima la guida nel 2011 e poi esserne espulso 4 anni dopo, Le Pen verrà ricordato per via delle sue dichiarazioni molto forti e divisive tra cui una sull’occupazione francese della Germania nazista definita “non particolarmente disumana”, o un’altra in cui considerò le camere a gas un “dettaglio della seconda guerra mondiale.
Immediatamente alla notizia della sua dipartita membri dei centri sociali e della sinistra francese sono scesi in piazza per “brindare” alla sua dipartita.