A causa delle contestate riforme volute dai relativi vertici politici i cittadini di Francia ed Israele si mobilitano

Politica e dintorni – Cittadini in strada e proteste violente per difendere i propri diritti, ecco lo scenario attuale di Francia ed Israele.

Da un lato la proposta del Presidente francese Emmanuel Macron, di aumentare l’età pensionabile dai 62 ai 64 anni che ha risvegliato lo spirito rivoluzionario dei cittadini francesi che hanno affollato in massa le strade di Parigi mettendo a ferro e fuoco la capitale come nei giorni della presa alla Bastiglia nel luglio del 1789, il provvedimento per diventare legge dovrà passare l’esame della Corte Costituzionale francese.

Stesso scenario per motivi differenti è in corso in Israele dove il Premier Benjamin Netanyahu ha varato una riforma della giustizia divisa, riguardante la Corte Suprema Israeliana, divisa in tre punti fondamentali che a titolo di chi la contesta minerebbe l’indipendenza della magistratura, e come risultato delle proteste si è ottenuto il rinvio dell’approvazione definitiva dopo i festeggiamenti della Pasqua ebraica, inoltre su questa vicenda è intervenuto il Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden il quale ha sostenuto che Netanyahu non sia più in grado di guidare il Paese.

A breve sapremo se a spuntarla sarà il potere costituito rappresentato da Macron e Netanyahu o i cittadini riuniti nei collettivi spontanei di Francia ed Israele che si mobilitano, ed in caso di esito favorevole a questi ultimi, tutto ciò potrà essere di esempio per gli altri stati dove verranno prese in considerazione riforme non favorevoli ai cittadini.

L’Italia che già in passato ha vissuto momenti simili, in particolar modo con il Governo Monti, sostenuto in Parlamento dalla maggior parte degli odierni partiti e leader, che approvarono riforme poi aspramente contestate come la Legge Fornero che ha causato una moltitudine di esodati, senza però trovare una valida e significativa risposta nelle piazza che potesse in una maniera seppur minima trovare corrispondenza alla diffusa indignazione sui social.

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