CONOSCIAMO LA SCRITTRICE E IL SUO ULTIMO LAVORO “QUARANTA”

Medico, artista e mamma Graziella Di Grezia è una giovane e affermata scrittrice irpina che di recente ha pubblicato il suo ultimo lavoro da titolo “Quaranta”, edito da Graus Edizioni.
Conosciamo la Donna e l’Artista attraverso l’intervista che ci ha cortesemente concesso.
D.: Dott.ssa Di Grezia, iniziamo dal suo ultimo lavoro. La raccolta “Quaranta” è una scelta di quaranta piccole liriche che rappresenta un punto di svolta nella sua vita. Vuole dirci di quale svolta si tratta?
R.: Perché quaranta sono gli anni della consapevolezza e dell’eliminazione dei filtri. E’ il tempo dell’ essenziale, in cui tutto ciò che è superfluo viene messo da parte per un bilancio di vita al netto di ogni orpello. Quaranta sono gli anni e quaranta sono le liriche che Franco Arminio ha selezionato da un numero piuttosto cospicuo, scegliendo le più brevi, concise e “intense”.
D.: Riunite nella raccolta troviamo componimenti che rappresentano i vari aspetti della sua vita e dei suoi impegni, anche privati. Vuole dirci come e quando nascono le sue liriche? Quali le ispirazioni?
R:. I miei versi nascono dalla vita quotidiana, dai sentimenti del lunedì mattina o dai pomeriggi con i miei figli. Sono l ‘espressione del vissuto più sincero e sentito. A volte quando provo un’ emozione riesco ad analizzarla mettendola in versi. Le poesie di questa raccolta sono piccoli quadri emozionali della mia vita personale, familiare e professionale.
D.: Donna, Mamma, Medico, Artista, impegno civile: come fa a conciliare affetti, doveri e passioni?
R.: L’ amore insieme all’ arte rappresenta il vero motore delle mie giornate. I doveri diventano meno doveri se affrontati con questi due capisaldi. Durante la giornata, molte volte ci colleghiamo sui social senza renderci conto che è tempo prezioso che possiamo utilizzare in altro modo.
E ancora, programmando. Provare a prevenire gli eventi e pianificare le giornate consente di viverle in modo un po’ più ordinato e sereno, o almeno ci si prova. Con tre figli non si ha il lusso dell’ improvvisazione. Per quello ci pensa già la vita; ma noi dobbiamo provare a tenere le giornate in ordine, ma in modo flessibile.
Infine, chiedendo aiuto. Nulla si fa da soli: la famiglia, gli affetti e le collaborazioni professionali aiutano a completare ciò che non riusciamo a fare da soli.
“ Da soli si va veloce, insieme si va lontano ”. Il lavoro di gruppo è fondamentale e il coinvolgimento migliora la qualità di vita di tutti. Abbiamo vissuto l’allontanamento da Covid, ma è tempo di riprendere la socialità e la collaborazione.
D.: Da sempre i suoi lavori editoriali intendono restituire un segnale di cambiamento nella società. Quale? Come intende la sua mission?
R.: Il vero cambiamento è mostrarsi per come si è. Ognuno di noi è un personaggio con desideri, aspettative, delusioni. Ma il divenire ciò che si è di nietzchiana memoria è forse l’unica vera rivelazione che mi interessa. Ognuno di noi ha avuto una vita segnata da eventi e circostanze, scelte più o meno consapevoli.
La differenza, nel tempo che passa, è la capacità di riprendere il proprio sé e viverlo nel migliore dei modi, senza pensare che sia troppo tardi.
D.: Graziella Di Grezia, rispetto al passato, come si pone? E rispetto ai suoi esordi editoriali?
R.: In passato vivevo i miei interessi con disagio, quasi come una diminutio. Nel tempo ho compreso l’importanza dell’ ascoltare le proprie esigenze e la volontà spontanea di dedicarmi alle passioni.
Dopo la prima pubblicazione realizzata a 18 anni (“Anima”, Guida Editore 2000), non ho più scritto per oltre un decennio. Gli anni della nascita dei miei figli sono stati intensi ma hanno contribuito a riprendere la mia scrittura in versi; durante la mia prima gravidanza, nel 2014, ho scritto la raccolta di poesie dedicata al mio primogenito, dal titolo “Crisalide, Monologhi di una gravidanza”.
Storia simile per il pianoforte; dal 2010 al 2020 mi sono dedicata poco alla musica e questo rappresentava per me un gran rimpianto. Sono ripartita dai giorni del Lockdown nella primavera 2020. E insieme ai fiori, è rifiorita la musica.
Oggi le mie pubblicazioni e i miei eventi poetico-musicali sono parte fondante del quotidiano, vissuti con maggiore maturità e anche con un fine comunicativo più deciso.
D.: Dai suoi lavori traspare l’anima dell’artista che si dona al suo pubblico. Conferma questa visione e interpretazione dei suoi lavori?
R.: Prima di tutto l’anima dell’ artista si dona a se stesso; ritrovandosi, coinvolge il pubblico e ne attende un riscontro. Leggere i commenti, le proposte dei lettori, le condivisioni e “il regalo” di una poesia (NB: sono in uscita le cartoline poetiche, da un’ idea di un passato che si rinnova) rappresentano la vera fusione tra l’ artista e il pubblico.
Quando il lettore rende propria una poesia, la fa rinascere in una nuova forma.

D.: Rispetto ai suoi esordi, quanto è cambiata e in cosa ?
R.: Prima scrivevo per me, con poco desiderio di condivisione. Oggi ho piacere di rivelarmi ai lettori e di “esporre” i miei versi, al punto da organizzare le “Mostre poetiche”. L’ idea è nata da tre poesie appese in una sala d’attesa; da lì, una prima esposizione seguita da “Quaranta”, la mostra ispirata a 40 liriche tratte dalle mie sei pubblicazioni. E ancora, gli “Alberi Poetici”, in cui le poesie appese agli alberi sono state lette dai presenti.
Le mostre sono itineranti e occupano luoghi storici o d’ eccezione; le mostre sono state il vero cambiamento nella comunicazione della mia produzione poetica.
D.: Tempo fa ha confidato “Se un giorno incontrerò il diavolo, gli farò uno sberleffo e lo sfiderò senza paura”. Lo ha poi incontrato il diavolo? Come lo ha affrontato?
R.: Beh certo, ne ho incontrati vari e li continuo ad incontrare. Di paura ne ho avuta e ne ho ancora, forse più di prima. I diavoli sono ben vestiti e sempre dietro un angolo. Oggi credo che sia meglio non affrontarlo, ma andare avanti. Forse la vera maturità è ignorarlo e restare immobile.
D.: Che significato ha per lei la paura e quale la solitudine? Ha mai provato e/o affrontato entrambe? In che modo?
R.: La paura è la mia grande vulnerabilità e spesso ho paura della mia stessa paura. Ma scrivendo si attenua e pian piano si seda.
La solitudine è il male del secolo e da figlia unica continuo a sentirmi una monade, nonostante il mio quotidiano sia sempre costellato di affetti, amicizia o lavoro.
La paura è un gran limite, ma affrontare gli eventi in solitudine una gran forza.
Ricordiamoci di essere umani e di non essere invincibili; solo questo ci porterà a comprendere l’animo umano che abbiamo di fronte. Tutti noi abbiamo paura, soprattutto chi non lo ammette.
La solitudine si affronta con la socialità, ma non solo; si affronta con le passioni e l’amore per le piccole cose; stare bene da soli è il primum movens per coltivare se stessi.
D.: Il mondo femminile, le lotte femminili, essere Donna oggi. Come si pone di fronte questi aspetti e queste tematiche dibattute ormai a livello mondiale.
R.: Oggi essere donna è una condizione che non consente errori; alla donna si chiede tutto e ci si aspetta che lo faccia subito e bene.
Essere donna oggi significa prima di tutto comprendere un’ altra donna senza provarne invidia o pietà; se le donne si uniscono e non si fanno guerra tra di loro, possono raggiungere traguardi incredibili. Ma spesso le prime nemiche di una donna sono proprio le altre donne.
Nel lavoro, l’ ascendente di un uomo maturo che elargisce consigli è molto più ascoltato di una giovane donna; conquistare la fiducia dei pazienti (per quanto riguarda il mio lavoro di medico radiologo), è più complesso e avviene spesso con ritardo, ma è anche più duraturo.
Purtroppo come in tutti gli ambiti, anche le donne non sono tutte uguali; faremmo bene a valutare l’individuo più che il sesso, senza condizionamenti di genere.
D.: Mamma di tre bimbi. Come si definisce come mamma e cosa insegna ai suoi splendidi figli?
R.: Insegno o meglio spero di insegnare loro ad avere spirito critico e di avere un carattere definito e deciso.
Sono una mamma come tante, sono loro che mi hanno insegnato ad esserlo. Non ho la pretesa di essere una mamma brava, ma ho la percezione di essere una mamma amata.
D.: A partire dal 2015, se non erro, ha cominciato a pubblicare. Vi è una sua opera a cui è più legata rispetto alle altre. E se sì, quale e perché?
R.: Dopo la prima pubblicazione adolescenziale del 2000, c’è stato un periodo di “pausa” fino al 2014.
Sono legata a tutti i miei libri, come se fossero altri figli; mi rivedo in tutti loro e percepisco le mie variazioni negli anni anche attraverso gli scritti.
“Versi immersi” (Graus Edizioni, 2020) è la raccolta nata durante la pandemia, una lunga confessione in versi che unisce liriche della mia vita privata e professionale. Alcuni lettori mi hanno confessato di aver letto poche poesie alla volta, non tutte insieme. Mi piace ripubblicarle, condividerle, rileggerle e mi rivedo in tutto quello che ho vissuto negli anni precedenti il Covid.
E credo che ci sia una sottile linea che separi le nostre vita. Ante-Covid, Post-Covid.
Non siamo più gli stessi, nel bene o nel male, ma siamo l’elaborazione di un evento traumatico che ci ha cambiato il carattere e il modo di rapportarci agli altri e di vivere gli ambienti sanitari, sempre più difficili da accettare.
D.: Il suo approccio alla scrittura. Sa definire quando, come e perché è successo?
R.: Con la mia maestra delle scuole elementari che ci faceva comporre liriche anziché imparare poesie legate ad eventi istituzionali. E con la mia mamma che ha sempre supportato e apprezzato tutti i miei scritti. Sempre in modo critico, ma con grande e vero interesse; è stata la mia prima lettrice.

D.: Chi è e come si definisce Graziella Di Grezia.
R.: La somma di una serie di eventi non voluti, l’effetto di un ripescaggio post-eliminazione.
Un animo tormentato e difficile, che riesco a capire solo un po’ attraverso i miei versi e la mia musica.
D.: Infine, lasci un buon motivo ai nostri lettori per cui acquistare e leggere i suoi libri, e in particolare il suo ultimo lavoro “Quaranta”.
R.: I miei versi non sono la persona che appare dall’ esterno, questa donna compiuta e realizzata; provate ad andare più in fondo e a comprendere il vero animo delle persone.
Riuscire a leggere tra i versi, aiuterà ognuno di noi ad avere maggiore comprensione per i nostri insuccessi e comprendere la nostra innata e infinita umanità.

Grazie!

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