Editoriale – In Italia dove la tradizione è meno sentita, rispetto ai paesi anglosassoni, significa essenzialmente travestimenti, caramelle e zucche intagliate.  Non sarebbe però una cattiva idea scoprire la leggenda di Jack o’ Lantern, la tradizione del dolcetto o scherzetto e tutto il resto.

Halloween ha radici irlandesi, all’epoca dei celti. Il nome Halloween è una forma contratta della dizione All Hallows’ Eve. Se guardiamo al suo significato Hallow in inglese arcaico vuol dire Santo, da qui il nome Vigilia di Tutti i Santi.  Per gli antichi pastori dei Celti il giorno di Halloween era il capodanno celtico, chiamato Samhain. C’era quindi una vera e propria transazione anche di natura fisica e climatica (arrivava il freddo e le greggi venivano riportati a valle). Lo Samhain, quindi, non era solo una festa con la quale si celebrava l’inizio di un nuovo anno, ma anche una festa di fine estate. Il tema predominante era la morte. Secondo le credenze celtiche proprio in quell’occasione Samahin chiamava a sé gli spiriti dei morti e permetteva loro di vagare sulla terra, mescolando il mondo dei vivi con quello dei defunti. Per cui nella sera in questione, il 31 ottobre, venivano accesi fuochi nei boschi,si  indossavano maschere e si compivano sacrifici animali e poi si vagava per tre giorni, alla luce delle lanterne, indossando le pelli degli animali morti al fine di spaventare i morti e costringerli a ritornare sottoterra. Il problema è come raccontare tale festa ai bambini; si potrebbe raccontando leggende e curiosità in una serata casalinga all’insegna del terrore. Tra queste si potrebbero spiegare diverse tradizioni:

  • Il giro per le case.

Tale usanza viene associata all “trick-or-treat” alla pratica europea di travestirsi e recarsi porta a porta per chiedere un tributo di vario genere in cambio di danze e canzoni. Inizialmente si trattava perlopiù di persone povere che chiedevano in questo modo qualche moneta, ma pian piano alcuni bambini appartenenti a classi sociali più elevate hanno iniziato ad aderire per puro divertimento.

  • L’utilizzo di teste di animali per travestirsi.

Le tribù situate nelle zone delle odierne Francia e Germania, al periodo romano, tradizionalmente indossavano costumi con teste e pelli di animali per connettersi agli spiriti dei morti.  Tale usanza o tradizione si è trasformata nella Samhain celtica, dove lo spirito maligno spesso si limitava ad annerire il proprio volto, mentre i leader delle sfilate indossavano un teschio o una testa di cavallo in legno decorato.

  • Tipo di rapa Jack ‘o Lantern.

Jack ‘o Lantern, una volta scacciato dall’Inferno, inizia a girare per il mondo con un tizzone ardente collocato in una rapa usata come lanterna. Sulla base di questo, le prime rappresentazioni di Jack furono realizzate con rape, barbabietole e patate. Tali elementi illuminati avevano lo scopo di allontanare i morti. Il passaggio alla zucca è stata solo una questione pratica: quando i primi britannici raggiunsero l’America, scoprirono l’esistenza di zucche di grandi dimensioni e sostituirono la rapa con la zucca.

  • La festa degli innamorati è anche Halloween.

In epoca molto antica tale festa era un’occasione, peraltro una delle poche, in cui i ragazzi di entrambi i sessi avevano la possibilità di mescolarsi, trascorrendo del tempo insieme. Per cui in alcune parti d’Irlanda ad Halloween i giovani si dedicavano a giochi di chiromanzia sull’amore: rituali che avevano lo scopo di predire chi avrebbero sposato o quando.

  • I gatti neri usati per sacrificio ad Halloween.

Il sacrificio di gatti neri ad Halloween, non si sa se è reale o meno e se fosse ancora praticato. Comunque in America alcuni “gattili” o negozi di animali si rifiutano di darli in adozione in prossimità delle celebrazioni.

  • America: Halloween o “Cabbage Night”.

Secondo una tradizione di origine scozzese, le ragazze ad Halloween utilizzavano ceppi di cavolo per predire informazioni sui loro futuri mariti. In seguito, in Massachusetts c’era l’usanza di gettare semplicemente i cavoli, ma anche altri tipi di verdure, nelle case dei vicini.

Ma cosa amano i bambini di questa festa così paurosa?

Certamente l’atmosfera gotica, paurosa e fuori dalle righe li entusiasma particolarmente: amano travestirsi da zombie, vampiro, scheletro, strega e fare giochi paurosi e scherzetti ironici ai genitori. Per i bambini giocare con le proprie paure significa esorcizzarle e riuscire a conviverci meglio, in fondo proprio come facevano gli antichi Celti che erano convinti che in quella notte gli spiriti dei defunti vagassero indisturbati ed esorcizzavano la paura indossando maschere e accendendo fuochi con lo scopo principale di scacciarli via. Partecipare ad una festa (o addirittura organizzarla) è una delle cose che più piace ai piccoli. Se ne abbiamo la possibilità potremmo programmare una serata di Halloween a casa con tanti dolcetti paurosi, scherzetti e racconti del terrore. Oppure potremmo organizzare il famoso giro “dolcetto o scherzetto”. Ormai anche nelle città italiane le famiglie sono pronte ad aprire la porta a bambini travestiti che chiedono “Dolcetto o scherzetto?”.

Se sono piccoli travestiamoci anche noi, in fondo è sufficiente indossare un cappello da strega, due denti aguzzi da vampiro, e accompagniamoli alla ricerca di dolcetti. Ottima anche l’idea di un cineforum casalingo: noleggiate un paio di film di paura e preparate i popcorn.

Buon Halloween!

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