Il contributo di Germano Celant
Fortuna Addivinola
Autore di +Plus! Magazine
Il contributo di Germano Celant
Al critico e storico dell’arte Germano Celant (1940-2020) è associata la teorizzazione del movimento Arte Povera, un termine utilizzato per la prima volta nel 1968 all’interno di uno dei suoi scritti di maggiore rilevanza, intitolato Arte Povera, appunti per una guerriglia. Questo movimento ha rappresentato una svolta fondamentale nel panorama artistico contemporaneo. Il saggio fu pubblicato sulla rivista Flash Art, una scelta significativa in quanto la rivista rappresentava uno degli strumenti più diffusi per la divulgazione di idee e informazioni. Il titolo del testo rifletteva ciò che Celant aveva intenzione di comunicare: il termine ‘’guerriglia’’ allude ad una sorta di rivoluzione che il mondo dell’arte stava vivendo, mentre il termine ‘’appunti’’ suggerisce nuove idee ancora in fase di sviluppo e non del tutto mature, ma con solide basi a cui fare riferimento.
Gli artisti che si unirono a questo movimento scelsero di adottare un approccio innovativo all’arte, distaccandosi progressivamente dalle archetipe visioni artistiche, ormai considerate desuete rispetto ai tempi che gli artisti stessi stavano vivendo. Tra i Poveristi che si unirono a Celant ritroviamo Pino Pascali, Jannis Kounellis, Giulio Paolini e Luciano Fabro che proponevano un ritorno alla natura e alla realtà che inizia a divenire protagonista assoluta delle opere stesse. L’impiego di materiali poveri e al tempo stesso inusuali costituisce un’arte che si pone in opposizione al capitalismo e a tutte le forme artistiche associate ad esso, come la Pop Art.

Il contributo di Germano Celant
Nel 1981, in collaborazione con Pontus Hultén, direttore del Centre Pompidou di Parigi e Graziella Lonardi Buontempo segretario generale dell’associazione romana Incontri Internazionali d’Arte Germano Celant decide di realizzare una vera e propria antologia sulla storia dell’arte italiana: Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959. La mostra, non si limitò alla sola esposizione delle opere d’arte come semplici ed effimeri oggetti artistici, ma le opere divennero lo specchio di una realtà in continuo mutamento, fungendo da cornice agli eventi politici, sociali, artistici ed economici avvenuti dal 1° gennaio 1959 al 31 dicembre 1980.
La scelta di Celant fu quella di presentare diciotto artisti, prevalentemente Poveristi che decisero con lui quali opere esporre, tranne Pino Pascali, Piero Manzoni e Francesco Lo Savio i quali non erano più in vita. Gli eventi, presentati in ordine cronologico, permettono di comprendere come gli artisti abbiano reagito agli stimoli esterni, trasformando le proprie esperienze in forme artistiche. Gli allestimenti, curati da Vittorio Gregotti e Pierluigi Cerri, furono oggetto di un lungo e attento studio, incentrato sull’ottimizzazione degli spazi limitati a disposizione. Il risultato di tale progettazione fu un percorso labirintico, concepito per guidare lo spettatore da una sala all’altra, da un documento a un’opera, dalla storia all’arte. Questa disposizione spaziale mirava a creare un’esperienza immersiva, in cui l’ospite era costantemente invitato a muoversi attraverso i vari contesti.

Il contributo di Germano Celant_Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918–1943
L’evento messo in atto al Pompidou, attraverso tale metodologia espositiva, si configura come un viaggio nel tempo, in cui ogni tappa, diventa uno strumento di riflessione artistica e sociale. Anche in questo caso, Celant realizza un ampio catalogo, con la supervisione redazionale di Bruno Corà per far comprendere al pubblico stesso, non solo il lavoro che si celava dietro a tale evento ma i motivi cardine che avevano portato alla sua realizzazione.
Nel corso della sua lunga carriera, Celant non solo si fece promotore di nuovi artisti, presentandoli in tutto il mondo, ma divenne anche un punto di connessione tra l’arte italiana e quella statunitense a cui era profondamente legato. Nel 1994, difatti, assume la posizione di curatore artistico al Guggenheim di New York, dove presenta la mostra Italian Metharphosis 1943-1968 presentando i momenti più salienti dell’arte italiana vissuti durante il secondo dopoguerra fino all’esordio dell’Arte Povera.
Nel 1997 ricopre il ruolo di direttore artistico della 47° Biennale di Venezia, sviluppando sempre di più l’idea che l’arte si relaziona con molteplici discipline come la moda, l’architettura, l’ambiente e il cinema.
Definito il “Santone” dell’arte contemporanea, nel 1995 riveste il ruolo di Direttore Artistico della Fondazione Prada di Milano e nel 2015 diviene Soprintendente Artistico e Scientifico, intraprendendo una lunga e fruttuosa collaborazione fino al 2020. Celant ha avuto un ruolo fondamentale nel consolidamento e nella definizione della Fondazione Prada.

Il contributo di Germano Celant_ ZangTumbTuuum- Locandina
Una delle ultime mostre curate da Celant è Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943, tenutasi alla sede milanese della Fondazione dal gennaio al giugno del 2018. Per tale evento sono stati recuperati ed esposti più di ottocento oggetti che hanno contribuito a restituire una percezione tattile e visiva della metamorfosi politica e sociale avvenuta in Italia durante i difficili anni vissuti durante i due conflitti mondiali. Un periodo significativo che ha spinto Celant a intraprendere studi e ricerche approfondite su ogni evento storico, artistico, sociale e politico che ha plasmato la penisola italiana. Tali indagini di ricerca furono condotti in stretta collaborazione con archivi, biblioteche, musei e istituzioni pubbliche e private.
Si può dedurre da ogni ricerca e lavoro realizzato dallo stesso Celant come, secondo la sua visione, l’arte sia sempre stata intrinsecamente legata agli eventi sociopolitici, i quali, frequentemente, hanno agito come fattori di progresso o regresso sia degli artisti che della cultura in generale.Gli allestimenti, concepiti e progettati dallo studio newyorkese 2×4, non seguivano un’ordinaria disposizione sistematica, ma erano strutturati come un vero e proprio percorso immersivo.
Germano Celant muore nel 2020, a causa del Covid-19, una grande perdita per il mondo dell’arte contemporanea.
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