Nasce da una piacevole chiacchierata telefonica l’intervista al giovane scrittore esordiente Flavio Uccello.

Con molta disinvoltura Flavio risponde alle mie domande, anche se in realtà il tono informale sembra richiamare una piacevole conversazione. Ed è proprio in seno a questa piacevole conversazione che Flavio mi confida come nasce il suo primo romanzo “Il Rombo della Fenice”.

Agli esordi di quella che sembrerebbe essere non solo una passione, ma che comincia a prendere i connotati di una carriera, Flavio ha ben chiari i parametri dello scrittore, aiutato forse dal fatto che ancora giovanissimo si avvicina al giornalismo, attività che ancora tutt’ora porta avanti come professione, e forse aiutato anche dal fatto di essere ‘figlio d’arte’.

Mi confida che il suo primo lavoro editoriale, nasce da un’idea che ha preso forma lentamente.

Avvezzo alla scrittura, grazie al giornalismo, amante dell’esuberante mondo dei motori, passione che nutre fin da bambino, l’approccio al suo primo lavoro, nasce in sordina, almeno fino a quando Flavio ne prende piena coscienza e con consapevolezza da’ inizio all’iter che porterà alla conclusione editoriale del suo romano.

“Il Rombo della Fenice”. Perché questo titolo, gli chiedo.

La fenice, emblema di rinascita, ha in sé il concetto del riscatto, di rinascita appunto, del ricominciare, e questi aspetti tornano nel mio lavoro”

È il tema dell’amicizia.

La storia è quella di tre amici intorno alle cui vicende si incentra anche il tema dell’amicizia, certo. Il libro è stata occasione per me di esplorare concetti come l’amicizia, ma anche esplorare l’animo umano, atteggiamenti, umori, che fanno parte dei vari personaggi. L’Amicizia fa parte della vita di tutti, è un tema che amo analizzare e approfondire, e Miki, il protagonista, ha amici coetanei e non, che lo influenzano anche positivamente nelle scelte della sua vita, ma non sempre.

Anche il mistero è una componente del libro?

Certo. Il mood è quello delle corse clandestine, il mondo della notte, dell’intrigo, del proibito, in qualche modo. Quindi il mistero fa parte del libro, come anche aspetti che fanno parte dei rapporti umani molto complessi, cambiamenti nei rapporti, i conflitti, o meglio l’ambiguità, una vita combattuta, i conflitti interiori, sono tutti aspetti che si intrecciano e caratterizzano i vari personaggi. Franco, ad esempio, fa da spalla al protagonista, Miki.

Hai ambientato il tuo romanzo a Roma nel 1997. Perché il 1997?

È il periodo in cui sono nato, sono del 92 e gli anni novanta mi appartengono, sono gli anni in ci sono cresciuto, a cui sono chiaramente legato. In più quello degli anni novanta è un periodo in cui si concentrano molti lavori letterari o anche cinematografici che si legano al mondo delle automobili, come a quello delle corse, delle gare automobilistiche. È l’anno di Fast&Furious, serie cinematografica statunitense di film d’azione basata principalmente sulle corse d’auto clandestine. Alla fine mi sono detto: perché non ambientarci una storia? Abbinandola anche alla mia passione. Ed eccomi qui!

Alla base del tuo lavoro, dunque, non solo passione e immaginazione. Ma anche studio, ricerca.

Assolutamente sì. Alla base c’è chiaramente studio, ricerca, approfondimento di certi temi, indagine. È normale che sia così, insomma approfondire un contesto, la storia socio- culturale, come in questo caso, dove alla base esiste anche proprio un atteggiamento culturale, ma anche sociale, che imperversava fino a qualche anno fa.

Ti ho definito ‘figlio d’arte’, perché figlio della scrittrice Eleonora Davide. Quanto ti ha influenzato questa ‘componente’?

Di certo mi ha in qualche modo condizionato, seppur inconsapevolmente. Il sentirne parlare quotidianamente, atteggiamenti, dinamiche, sono elementi che cominciano a infarcire le tue giornate e che finisci con l’assorbire anche inconsapevolmente. È chiaro, poi, che il suo apporto nella parte conclusiva del lavoro, negli step da eseguire, è stata fondamentale. Eleonora, anche in modo inconsapevole, mi ha influenzato e diretto, soprattutto per quello che riguardava il fare ricerche e andare ad analizzare gli eventi storici, anche se in questo caso recenti. Amo le storie realistiche, ho fatto tante ricerche per i dati inseriti, ma anche per entrare nell’ atmosfera giusta nel modo giusto.

I tuoi personaggi e le loro vicende sono frutto di fantasia? Quanto di autobiografico c’è nel tuo lavoro?

Sì, i personaggi sono inventati, frutto della mia fantasia. Certo ho cercato di renderli il più verosimili possibile. Alla base c’è l’indagine dell’animo umano, e io sono stato molto attento a scrutarli, mi piace indagare atteggiamenti, sono un attento osservatore. Pertanto di autobiografico c’è poco, ma molto per quello che concerne la passione delle auto, che come ti dicevo, è una passione che nasce da quando ero piccolo, con i primi modellini di macchine, poi cresciuto e alimentato nel tempo. Di autobiografico, dunque, c’è sicuramente la mia passione per i motori, e forse nella trama involontariamente anche qualche vicenda che si lega ai personaggi.

La tua passione per le macchine.

 Nasce da quando ero piccolo, che ho coltivato in varie forme, attraverso il giornalismo, le fiere, le gare, per un periodo sono stato anche venditore di automobili. Torna la componente autobiografica qui, Franco lavora in una concessionaria. E poi anche di recente ho aperto un canale youtube che si chiama phoenix .. il mio mondo per i motori.

Di recente sei stato a Londra. Viaggio di lavoro?

Si esatto, sono rientrato da poco. In realtà per me Londra è anche fonte di ispirazione e di indagine. Esiste un mondo molto ampio che riguarda i motori, macchine modificate, raduni legali. Un mondo con un bel fermento, sono andato a trovare amici che fanno parte di questo mondo e questo mi aiuta sicuramente ad attingere idee e ispirazioni, anche per i miei prossimi lavori.

Prossimi progetti.

In fase di ultimazione il mio secondo romanzo, che si può ritenere completato dal punto di vista della scrittura e delle correzioni, e poi ancora un altro lavoro in nuce, di cui parlerò.

Una sorta di continuità?

Diciamo di sì. Il file rouge ancora il tema delle macchine, ma con dinamiche diverse.

Prossimi appuntamenti?

La prossima presentazione sarà presso la Biblioteca Popolare “Borgo di Capodimonte” a Napoli il prossimo 14 Novembre. Ne approfitto per ringraziare la Responsabile della Biblioteca, dott.ssa Patrizia Russo e gli ospiti che interverranno alla presentazione del libro, da Giovanna Della Bella e Sara Cucciolito, Presidente ANPI sezione di Capodimonte. A leggere alcuni brani vi sarà l’attore Paolo De Vito, che ringrazio. A moderare la giornata, la giornalista Daniela Merola. Vi aspetto!

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