L’insufficienza cardiaca è la causa di 50.000 morti ogni anno in Italia. Questa malattia, che ha anche forti conseguenze sulla qualità della vita dei pazienti, rimane in gran parte sconosciuta. Quali sono i fattori di rischio, i segni e le conseguenze? Boehringer Ingelheim e Lilly, due laboratori coinvolti nella prevenzione e con le associazioni di pazienti, ci forniscono alcune risposte.

Cos’è l’insufficienza cardiaca?
Salute – Il cuore perde la sua forza muscolare e la sua capacità di contrarsi e/o di riempirsi normalmente, non pompa più sangue a sufficienza per consentire agli organi di ricevere abbastanza ossigeno e sostanze nutritive, essenziali per il loro corretto funzionamento.

In totale in Francia è interessato il 1,7% della popolazione adulta. Ogni anno, questa malattia è responsabile di 50.000 morti e 200.000 ricoveri.

Le principali cause di insufficienza cardiaca sono: in particolare malattie cardiovascolari, ipertensione, colesterolo in eccesso, obesità e diabete.

Le misure preventive più efficaci sono: regolare attività fisica e smettere di fumare.

Quali sono i segni principali?

Ci sono 4 sintomi di avvertimento uniti principali:

– Mancanza respiro;

– Aumento di peso;

– Edema degli arti inferiori;

– Stanchezza persistente

Questi sono infatti i primi sintomi di scompenso cardiaco che devono necessariamente portare ad un consulto medico per fare la diagnosi e mettere in atto una strategia terapeutica (trattamentofarmacologico, stile di vita e misure dietetiche). Il supporto si è recentemente evoluto molto.

Una qualità di vita deteriorata

Philippe Muller presidente della SIC, la Heart Failure Support Association, affetto anch’ esso da scompenso cardiaco, evoca le difficoltà di questa patologia dai sintomi invisibili ma che incidono radicalmente sulla qualità della vita dei pazienti. “L’insufficienza cardiaca provoca forti conseguenze nello stile di vita: portare la spesa, mangiare, lavorare… Tutto è capovolto! I pazienti non misurano assolutamente l’impatto di questa malattia sulla loro qualità di vita e le tante costrizioni che ne turberanno le abitudini, a cominciare da una dieta molto rigida (quasi priva di sale) e dalla necessità di seguire un’attività fisica regolare e adeguata. »

Infine, Philippe Muller vuole demolire un’idea accolta che è particolarmente dannosa per la salute del paziente. “Sentiamo ancora troppo spesso che un paziente con insufficienza cardiaca dovrebbe evitare qualsiasi attività fisica che possa aumentare la frequenza cardiaca. È l’esatto contrario! L’attività fisica aiuta a mantenere il muscolo cardiaco in forma migliore. Esistono numerosi centri di riabilitazione cardiaca che consentono di seguire un’attività fisica adeguata alla propria malattia. »

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