A distanza di due settimane il writer Federico Omer Unia si racconta nell’intervista che ci ha concesso e che Vi proponiamo.

Un’artista poliedrico Federico, dall’indole irruenta ma che riesce a domare grazie agli studi frequentati e all’esperienza che lo ha portato a spaziare dal graffitismo al dipingere tele o a affrescare pareti e muri ‘legali’ su commissione. Due personalità distinte che però si intrecciano e si completano a vicenda. Da un inizio come Omer al prosieguo come Federico, i confini si fondono e conosciamo Federico Omer Unia!

@Grazie!

Domanda: E infatti chiediamo subito: Chi è Federico Unia e chi è Omer ?

Risposta: Sono Federico Unia, nato a Milano nel 1983. La distinzione principale è che Omer è il mio pseudonimo e attualmente è l’artista che lavora per strada, quando invece lavoro su tela sono sicuramente Federico Unia. È un percorso intrecciato, perché quando ho iniziato a 13 anni ad approcciarmi al mondo del writing, l’ho fatto con un’accurata ricerca calligrafica, ovvero lasciare un segno tangibile, e stilistico.

Domanda: da dove nasce il nome Omer e perché lo hai scelto?

Risposta: Il nome OMER non ha un vero e proprio significato. Essendo un amante dei Simpson, nasce da lì, da quel personaggio così stravagante che tutti conosciamo. Nel mio caso è chiaramente legato a quella ricerca calligrafica di cui parlo, che mi ha caratterizzato fortemente all’inizio della mia carriera, perché il vero impeto artistico proveniva dal fatto di voler lasciare un segno tangibile su muri grigi, e questo lo si faceva studiando attentamente le “lettere” (vocali, consonanti) che ti caratterizzassero e che andassero di conseguenza a caratterizzare la personalità di chi si approcciava al graffitismo. Oggi i due nomi sono strettamente collegati al punto che “omerartfedericounia” è diventata la mia identità anche sul web.

Domanda: Qual’è La Tua prima opera in assoluto?

Risposta: In verità non saprei proprio quale considerare la mia prima opera in assoluto… considera che faccio graffiti da quando ho 13 anni, e quindi, volendo possiamo considerare i graffiti i miei primi lavori artistici. Successivamente ho iniziato a fare le mie prime mostre intorno al 2006, quindi direi che le mie prime opere possono risalire a quel periodo.

Domanda: qual’è il tuo iter di studi ?

Risposta: Il mio iter di studi è iniziato con il Liceo Artistico e poi è continuato con la frequentazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dove mi sono laureato in Scenografia con il massimo dei voti.

Domanda: Da dove ha preso origine la Tua vena artistica? Da quale idea o ispirazione?

Risposta: Sicuramente dalla mia famiglia. Mia nonna era pittrice per diletto ma con un’ottima mano; mia mamma è pittrice per lavoro. Ho preso la mano della mamma e l’ho affinata grazie agli studi. Ho iniziato da ragazzino con i graffiti, e poi il percorso accademico ha educato sia la mano che l’imprinting prendendo ispirazione da vari generi, spaziando dal mondo classico a quello attuale, affrontando spesso tematiche che riguardano anche problematiche attuali e della nostra quotidianità. Ritengo che ormai non si possa prescindere da “fatti” e “aspetti” della nostra vita attuale. A tutto questo poi abbino vari spunti di ispirazione, attingendo dal mondo animale, come da quello del fumetto e dei super-eroi, dal mondo del cinema, della musica e dell’arte contemporanea.

Domanda: Possiamo definire la “tua pittura” un caleidoscopio di generi?

Risposta: La mia pittura è esattamente questo. Basta visualizzare il mio sito web per accorgersi che tutti i miei lavori, fino ad ora realizzati, sono suddivisi per categorie e per serie pittoriche. Lavoro fondamentalmente, per cicli pittorici: come ad esempio quello “bestiale”, dove c’è una serie di figure per metà uomo e per metà animale, ispirati proprio dal concetto di bestialità dell’uomo, della sua origine. In essi parlo dell’evoluzione/ involuzione, dei controsensi dello spirito umano e dell’eterna lotta tra il bene e il male.

A questo si aggiunge il ciclo pittorico nella categoria “sarcasmo”, dove si vanno a prendere i temi legati all’attualità ma visti con un occhio ironico, quindi ispirazione del quotidiano, ispirazione di quello che accade dentro di noi tutti i giorni. O piuttosto invece ‘viaggiando nella storia’, dove vado a riprendere i grandi classici storicizzati, come può essere Caravaggio, Artemisia Gentileschi, Rubens, Luca Giordano, insomma varie sono le ispirazioni  e i momenti storici che vado a riesaminare

Domanda: A proposito di Arte Classica, quanto ti influenza?

Risposta: Parecchio! Mi pongo sempre con un atteggiamento di elogio e Penso a quello che è stata l’Arte Classica, che fa parte del nostro background culturale, e cerco di attingere dal lì per portare avanti e riproporre delle icone ben riconoscibili, in una mia chiave nuova di lettura, come nel San Michele Arcangelo che combatte contro Dart Fener, o la Madonna a cui cambio il volto o cambio gli elementi iconografici (come per esempio alla Madonna che ho realizzato a Milano che al posto del cuore ha il like di Instagram). Anche quando ripropongo i Santi, l’idea è quella appunto di riportare in pittura delle icone, per omaggiarli e celebrarli in una chiave moderna, in modo che vengano considerati quasi dei super eroi. L’icona è un altro dei miei aspetti – tipo, una delle serie che ho realizzato divisi per categoria. Sono intese come delle icone (i super-eroi) di un periodo storico, e di un filone di pensiero.

Domanda: come ti sei approcciato alla street art? E perché ?

Risposta: Cosa mi ha spinto alla street art? I muri grigi di Milano! Milano era molto diversa da quella che è adesso. In generale, l’Italia era molto diversa da quella che è adesso. I paesini o i centri storici erano belli, ma poi le periferie nelle grandi città erano principalmente un agglomerato di palazzoni grigi, con questi muri delle stazioni e della ferrovia sempre grigi, e pieni di cemento. Ho iniziato con il graffitismo, il writing, e io appartengo alla seconda generazione del graffitismo. In realtà non mi considero neanche uno street artist, per quello che cerco di fare, infatti, mi definisco più un pittore che uno street artist, perché cerco di dare sempre un taglio diverso a quello che faccio. Nel mio operato c’è sicuramente molto del mondo del writing, e del graffitismo, e quindi dello street, ma anche molto di pop art. La mia è una ricerca continua e pertanto sempre sperimentale.

Domanda: il tuo artista preferito ? O la tua corrente artistica preferita ?

Risposta: Mi piace spaziare molto ma è vero anche che prediligo molto i tagli di luce e gli effetti del chiaro-scuro, la perfezione anatomica. Mi piace moltissimo Rembrandt, non lo cito quasi mai nei miei lavori perchè io tendo ad utilizzare contorni molto netti, ben definiti, mentre Rembrandt è più sfocato, indefinito nel suo stile. Amo molto la pittura dettagliata, anche fiamminga, la vibrazione delle luci e del colore del Caravaggio. Mi lascio ispirare da tutto quello che riguarda il figurativo, fino ad arrivare ai giorni nostri,  alla street art, a BANKSY di cui amo sia i soggetti che come li concettualizza. E comunque i miei preferiti Caravaggio e Tiepolo.

Domanda: cosa significa per Te Milano, cosa rappresenta nella tua formazione e quanto devi a Milano per la tua affermazione ?

Risposta: Devo tutto a Milano per la mia formazione e soprattutto per la mia affermazione. Milano offre molto a livello di comunicazione, faccio un sacco di mostre, grandi brand, vari enti che investono sulla cultura ed essendoci molte attività in questo senso è chiaro che si presentano innumerevoli occasioni per lavorare ed essere impegnato.

Domanda: spesso hai lavorato al sud d’Italia ?’ come ti sei trovato ?

Risposta: il Sud d’Italia è magico, io amo il Sud d’Italia, mio nonno era pugliese e quindi mia mamma è per metà pugliese e milanese, quindi lì sono le mie radici. E poi sono legato anche a San Michele, la sua dimensione a misura d’uomo, dove conosci tutti e ti viene spontaneo parlare con tutti. Certo da un punto di vista lavorativo non posso dire lo stesso. Ho comunque lavorato in Campania. Poi ho legami familiari anche da parte di Carmen, mia moglie che è originaria di San Michele di Serino dove ho lavorato con tre murales su commissioni e quindi il ricordo è sempre vivo e di grande affetto con quei luoghi.

Domanda: con quale messaggio vuoi salutarci

Risposta: spero che vada tutto tutto bene! spero in un rinascimento, in un illuminismo moderno, la cultura, la conoscenza, le scoperte si stanno aprendo tanti nuovi orizzonti… illuminiamoci!

Leggi anche l’articolo Street art, sempre dedicato all’artista Omer

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