Dopo l’attacco di Hamas della scorsa settimana Israele risponde invadendo la striscia di Gaza, Israele e Palestina verso lo scontro totale

Politica e dintorni – Striscia di Gaza, assedio totale dopo l’attacco terroristico di sabato scorso, le truppe Israeliane assediano il confine alla ricerca dei terroristi di Hamas e liberare gli ostaggi.

L’attacco missilistico senza precedenti di sabato scorso compiuto da Hamas, e che ha provocato centinaia di morti e feriti, ha scatenato per forza di cose una reazione altrettanto inaudita da parte delle unità israeliane, ad essere in pericolo sono anche i milioni di civili che vivono nella “riserva” palestinese.

Il conflitto che dura da quasi un secolo, e che dopo la creazione dello Stato di Israele nel secondo dopo guerra ha visto inasprirsi sempre di più la contesa del territorio, rientra oramai tra le maggiori discussioni a livello internazionale con i maggiori esperti di storia e diritto internazionale, i quali ognuno con le proprie ragioni sostengono una delle due fazioni impegnate nella lotta per la sopravvivenza, stessa cosa si può dire per le nazioni, che a seconda della collocazione nello scacchiere internazionale si pone a difesa del proprio protetto, e dove il blocco occidentale si mostra pro Israele mentre quello arabo difende i Palestinesi.

Nel corso dei decenni Israele si è posta nei confronti della controparte con metodi discutibili, che hanno addirittura visto la condanna da parte di molti intellettuali appartenenti al mondo ebraico, i cui esponenti più famosi in Italia sono il giornalista Gad Lerner, o l’attore Moni Ovadia, entrambi senza mai tentare di dare una giustificazione agli attentati terroristici, hanno sempre contestato i metodi poco ortodossi utilizzati dai vari governi susseguitisi a Tel Aviv, metodi, che hanno visto le ripetute condanne da parte delle Nazioni Unite.

Il rischio di un escalation a livello globale del conflitto in un contesto già precario a causa dell’invasione russa dell’Ucraina sta investendo alcuni settori già in crisi come quello delle materie prime e dei carburanti, se si vuole evitare un effetto domino di tutte le recriminazioni armate nei panorami più caldi del pianeta è ora che la diplomazia internazionale svolga al meglio il suo compito.

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