Anche questa anche settimana, ci ritroviamo puntuali con “SorprendenteMente”, la nostra rubrica di psicologia.

Oggi riportiamo il pensiero di una lettrice che ha voluto lanciare un messaggio positivo raccontando la sua esperienza. Come sempre, sostituirò alcune parole con concetti che metterò in parentesi e ne oscurerò altre aggiungendo puntini sospensivi per tutelare la privacy della persona in questione ed evitare riferimenti a cose e/o luoghi che possano essere indice di riconoscimento.

“Gentilissima dottoressa, mi chiamo  …  … leggo sempre la sua rubrica e la ringrazio per le cose che spiega. Volevo chiederle una cosa. Siccome ho letto il suo articolo “Purtroppo non è un film” dove una ragazza si è trovata male con una professionista perchè la dottoressa del caso non ha rispettato quelle che so che sono le regole base della psicoterapia, vorrei raccontare la mia storia per far capire che invece ci sono professionisti a cui affidarsi e che veramente fanno la differenza. Ovviamente lo so che non posso fare il nome o cose del genere, quindi starò attenta, ma tanto so che lei dottoressa metterà i suoi puntini sospensivi laddove mi dovesse scappare qualche riferimento.

E ho passate davvero tante bella mia vita, ma il momento maggiore di difficoltà, se così vogliamo definirla, l’ho avuto in un momento in cui ho perso uno dei miei genitori proprio quando .. … ..   (il luogo) dove lavoravo aveva appena chiuso, il mio compagno mi aveva lasciata e la mia migliore amica si era dovuta trasferire … … (altrove) perché era stata assunta …  (lontano) . quindi diciamo che mi sentivo veramente “abbandonata” a me stessa e sola. Non con oca vergogna dico che stavo cominciando a lasciarmi andare perché mi sentivo sopraffatta dagli eventi e vedevo tutto nero perché il mondo mi era crollato addossi da tutti punti di vista e non potevo nemmeno contare sul resto della mia famiglia perché … (altri familiari) non potevano aiutarmi perché .. .. (varie cause tra cui salute, distanza e motivazioni economiche). Ho cominciato a frequentare brutti giri … con tutte le conseguenze del caso, poi, un giorno mi sono guardata nello specchio e ho sentito come una morsa allo stomaco perché quella non volevo essere io. Mi sono rimboccata le maniche e ho trovato un lavoro ed ho scelto di dare la priorità a me stessa e di usare i miei soldi per qualcosa di buono. Ho scelto di cominciare una psicoterapia.  La … (professionista in questione) mi ha accolta e mi ha aiutata tanto, è vero che ci ho messo del mio e ho lavorato tanto su me stessa, ma lei mi ha guidato. All’inizio mi spaventava sapere che era un percorso che non si sarebbe risolto in poche sedute e sapevo che era anche una spesa … ma sono andata avanti perchè era una cosa che dovevo a me stessa. morale della favola? Non ho più avuto attacchi di ansia e panico, non ho più avuto bisogno di .. (comportamenti controproducenti), ho continuato a impegnarmi e ora ho anche un lavoro migliore sia come .. (ruolo) che come stipendio, ho fatto nuove amicizie e sto frequentando una persona, una brava persona in modo serio e stabile.

Quindi volevo dire a quella ragazza che se ce l’ho fatta io, ce la può fare anche lei. Lei non ha colpe, ha solo sbagliato la scelta del terapeuta. Molte volte ho letto proprio negli articoli della dottoressa Nutolo che bisogna rivolgersi sempre a professionisti che abbiano una formazione adeguata ed è vero.  Quindi non mollare e ricomincia che verdai che riuscirai a migliorare la tua vita.

Spero che lo pubblicherete presto.

Grazie.

…. … (nome e cognome)”

Cara lettrice, sono io che ringrazio lei, sia per essere così assidua nel seguire i miei articoli, sa per essere stata così generosa da voler condividere la sua storia con me e con gli altri lettori e soprattutto per il gentile intento di voler lanciare un messaggio di sprone e solidarietà.

Come dico sempre, se pensate che rivolgersi ad un professionista costi troppo, non avete idea di quanto vi costerà rimediare ai danni fatti da “altri” e non solo in termini economici.

Riflettiamo, gente. Riflettiamo.

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