Editoriale – Quando in redazione una delle penne più valide mi ha detto ma perché non omaggiamo il papà con degli articoli dato che ricade la festa del papà? mi è sembrata una idea splendida e dolcissima. Il 19 Marzo di ogni anno ha luogo la festa del papà. Essa si festeggia in tutto il mondo, ma la data varia in base alla nazione. In Italia la consuetudine del 19 marzo è legata, come in alcuni altri paesi dalla lunga tradizione cattolica Spagna e Portogallo come festa cattolica legata a san Giuseppe, il padre di Gesù.

Il culto religioso di san Giuseppe è molto antico e nacque in Oriente nell’Alto Medioevo, per poi diffondersi in Occidente già nel Trecento. Intorno a quel periodo, alcuni ordini religiosi cominciarono ad osservare la sua festa il 19 marzo, il giorno della sua morte secondo la tradizione.

La festività di san Giuseppe fu inserita nel calendario romano da papa Sisto IV intorno al 1479, e nell’Ottocento il santo divenne patrono di diversi paesi con una importante tradizione cattolica, come il Messico, il Canada e il Belgio. Infatti, Nel 1870, Il Papa Pio X elevò San Giuseppe al rango di San Patrono della Chiesa universale. Leone XIII lo nominò San Patrono dei padri di famiglia e dei lavoratori nel 1889.

 Per commemorare questo evento, i figli avevano preso l’abitudine di fabbricare piccoli regali oppure di offrire dei fiori ai loro padri.  La festa di San Giuseppe fu sposta di data nel 1955 quando il 1 Maggio fu inserita la festa dei lavoratori che aveva origini sindacali e socialiste. In Italia la data è anche legata alla tradizione cattolica perché dal 1968 si festeggia anche San Giuseppe.

Tra le varie tradizioni ci sono da annotare queste tre:

Quella legata ai fiori: Le rose sono il simbolo di questa festa, rosse, se il genitore è ancora in vita, bianche, in caso contrario.

Quella dei Falò: Poiché la celebrazione di San Giuseppe coincide con la fine dell’inverno, le celebrazioni rituali religiose, come spesso accade, si sovrappongono a quelle pagane come i riti di purificazione agraria, di antica memoria. In quest’occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe.

Quella delle Zeppole: non poteva mancare l’elemento culinario dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle di S. Giuseppe, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa. Le zeppole di San Giuseppe sono un dolce tipico della cucina Italiana e derivano da una tradizione antica risalente addirittura all’epoca romana. Secondo la tradizione dell’epoca romana, dopo la fuga in Egitto con Maria e Gesù, San Giuseppe dovette vendere frittelle per poter mantenere la famiglia in terra straniera. Proprio per questo motivo, in tutta Italia, le zeppole divennero i dolci tipici della festa del papà, preparati per festeggiare e celebrare la figura di San Giuseppe. Altra legenda è legata alle Liberalia che venivano celebrate nell’antica Roma il 17 marzo, feste in onore delle divinità del vino e del grano. Per omaggiare Bacco e Sileno, precettore e compagno di gozzoviglie del dio, il vino scorreva a fiumi, e per ingraziarsi le divinità del grano si friggevano delle frittelle di frumento.

La festa del papà è diventata un’occasione per riunirsi in famiglia in compagnia di buon cibo con la gioia di rivedere uno degli uomini più importanti della nostra vita. Le scuole fanno preparare ai bambini lavoretti e gli adulti offrono regali dedicati a dare piacere ad uno dei due pilastri della famiglia.

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