Uno scenario grottesco

quello degli scacchieri

della guerra rimbecilliti

dall’illusione del potere.

Marionette di un meccanismo

inconsapevole che non sanno

interrompere e invertire

in un dialogo d’amore

e di condivisione.

Invertebrati schiavi dell’orrore

maciullano sotto il fuoco

delle bombe corpi di uomini

e di donne, mentre ai bambini

negano i sogni delle fiabe.

Senza visioni e senza pace

avrete l’illusione di governare

il mondo e misurarne il Tempo.

Scendete in piazza e fatevi

vedere, perché non siete

umani ed il cuore avete

rinnegato.

“Trasparenze” Sinossi poetica di Elena Opromolla

Uno scenario davvero vergognoso ogni giorno viene offerto ai telespettatori da due anni a questa parte che mostra le conseguenze sulla popolazione civile dei bombardamenti in Ucraina e in Medio Oriente.

Uno scenario grottesco e terribile che dimostra e che mostra l’irreale realtà della guerra oggi ai confini del continente europeo. Dopo gli orrori del nazismo e la fine dell’ultimo conflitto mondiale l’Europa ha ricostruito il proprio tessuto urbano ed economico, cercando di assicurare una pace duratura ai popoli che la compongono. Siamo vissuti nella certezza illusoria che mai e poi mai si sarebbero verificati i macabri accadimenti che hanno traviato il nostro continente e l’Italia stessa dal 1940 al 1945.

Nelle scuole nell’ambito della pedagogia dell’Educazione Civica, all’Olocausto è stata dedicata la Giornata della Memoria ed i film che trattano la Shoah hanno puntualmente evidenziato ogni anno l’assurdità delle leggi razziali, espressione del potere nel suo incedere diacronico. Oggi, come in tutte le epoche che ci hanno preceduto, il potere si serve della guerra come strumento di offesa e prevaricazione, rimbecillito dall’illusione del possesso e della durata. Il potere non ha memoria della sua fine, della sua decadenza, della sua pochezza, per questo riemerge dalle ceneri ed illude chi da esso è affascinato. Il potere ha inoltre la pretesa di gestire, pilotare e controllare le persone, trasformandole in bersagli durante i conflitti attuali. Il potere non ha riguardo alcuno per l’essere umano, portatore di valori, emozioni e sentimenti.

Chi ricorre alla guerra come risoluzione dei conflitti dimostra che l’uomo si comporta con i suoi simili al pari di un predatore e come tale non può essere definito essere umano. Possibilità reale di abolire i conflitti bellici o utopia? Fino a quando si concepirà la guerra come una strada da seguire nelle controversie tra gli Stati non potremo parlare di progresso effettivo, ma solo di evoluzione tecnologica.

Un pensiero su “La guerra è un fallimento, non una risoluzione.”
  1. Lo scenario descritto è un’amara rappresentazione del fallimento umano nel riconoscere la sacralità della vita e nell’interrompere il ciclo autodistruttivo del potere. La guerra, grottesca nella sua realtà e insensata nel suo scopo, disumanizza sia chi la subisce sia chi la perpetra, riducendo uomini e donne a pedine inconsapevoli di un gioco cieco e crudele. L’illusione del potere, con la sua pretesa di durata e controllo, si rivela essere un vuoto meccanismo senza memoria né coscienza.

    La poesia e la riflessione evocano un’esigenza urgente: l’abbandono del paradigma predatorio in favore di un dialogo fondato sull’amore e sulla condivisione. Eppure, l’umanità sembra intrappolata in un’eterna ripetizione storica, incapace di imparare dalle proprie tragedie. Il progresso reale non può essere misurato dalla tecnologia, ma dalla capacità di superare l’orrore con la giustizia e la compassione.

    Il testo pone una domanda essenziale: siamo ancora in grado di essere umani? La risposta, forse, risiede nella volontà di scegliere la pace come fondamento di una civiltà autentica, abbandonando l’illusione che la forza e il dominio possano mai dare senso o scopo alla nostra esistenza.

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