La Madonna di Montevergine e la Candelora è l’antichissima festa nota ai più come la “Juta dei Femminielli”.

Libri – Centinaia di fedeli, provenienti da tutta Italia, raggiungono in preghiera il Santuario di Montevergine per rendere grazie a una delle sette Madonne della Campania, la “Madonna Nera”, “Mamma Schiavona”, protettrice dei diversi, che tutto perdona.

Anche quest’anno, l’appena trascorso 2 febbraio, si è rinnovata la Festa della Candelora che ha visto, come di consueto, la presenza della ‘madrina’ per eccellenza, Vladimir Luxuria. Una presenza fissa per la tradizione, una protagonista della lotta per i diritti della comunità Lgbt. Luxuria è tornata, come ogni anno, per pregare in chiesa in occasione della messa solenne, ed è tornata nonostante le rigide temperature e le condizioni avverse causate dalle nevicate degli ultimi giorni. “Pregherò per la fine della pandemia”, ha dichiarato la madrina, già parlamentare, amatissima dal numeroso seguito della “juta” a Montevergine. Anzi per quest’anno Vladimir ha voluto fortemente visitare anche la casa natale di San Giuseppe Moscati, recandosi, già il giorno dopo la Candelora, a Santa Lucia di Serino dove Don Luca Monti le ha fatto da cicerone e le ha raccontato la straordinaria storia di vita, di medicina, di solidarietà del medico santo.

Il rituale della candelora è una tradizione che ha origini secolari, una storia che trae spunto da antichi riti pagani. Testi, libri, articoli, poesie sono state ad essa dedicati, tra queste mi piace annoverare il libro dell’autrice Monica Ceccarelli, edito da Gramma Edizioni (2010) dal titolo “Mamma Schiavona. La Madonna di Montevergine e la Candelora. Religiosità e devozione popolare di persone omosessuali e transessuali”.

Il Libro.

Attraverso una scrittura semplice e scorrevole, l’autrice accompagna il lettore in un viaggio alla scoperta del rito millenario della Candelora al Santuario di Montevergine dove i femminielli prima, e gli omosessuali e i transessuali oggi, venerano e celebrano da secoli il culto di Mamma Schiavona, un’icona antichissima che ritrae la Madre di Dio. E soprattutto il rituale della candelora è un momento di passaggio. A febbraio, quando la natura si rigenera e i semi mettono le radici per dare vita a nuovi raccolti, le donne della comunità accendevano in processione delle candele, per festeggiare la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera.

Forte è il significato che si lega a questo rito e alla sua celebrazione. È una giornata di intenso sacrificio e di sudore quello della candelora! Basti pensare che per arrivare in cima alla montagna ( 1270 mt di altezza), dove si erge imponente il Santuario, ci vogliono oltre due ore di intenso cammino, tutto in salita. Tammurriate e canti accompagnano i pellegrini lungo tutto il percorso.

Il libro ripercorre il rito della candelora che è un rito arcaico e che, attraverso i secoli, si svolge tra lo scandalo e la disapprovazione della gerarchia di turno, e che ripresenta così tutte le sue antiche contraddizioni. Infatti, se i primi capitoli raccontano la genesi di questa devozione e la sua storia, nel capitolo intitolato “L’abate” l’autrice non può fare a meno di prendere in esame i testi del Magistero della Chiesa Cattolica per capire su quali basi i vescovi si arrogano il diritto di cacciare le persone omosessuali dal santuario.

Tra Fede e Rito la Candelora conserva intatto e perenne il fascino e l’importanza della festa che si lega alla Madonna di Montevergine e che è diventata un cult. Mi piace concludere questo viaggio millenario della tradizione di Mamma Schiavona con i versi di preghiera del poeta irpino Gabriele De Masi che così celebra tale giornata di offerta, di sacrificio e di sudore, che si ripete in un’alternanza di devozione e folclore, puntualmente ogni anno.

Lo sguardo calamitato della Grande Madre, che accoglie e segue con i suoi occhi, ovunque la si guardi, tutti i devoti, vale più di ogni parola.

Montevergine

Madonna dello sguardo,

il Bimbo in braccio, gli angeli

per lato, leggera sul trono

d’altare, sguardo che cerca

e non lascia, chiede, conosce

i profondi dolori, le grazie

impetrate, le speranze fondate.

Attendi, accogli la venuta

per l’erta santa, juta

verso il monte e non è pianto

che non consoli e asciughi,

sgomento che non ripiani

a noi in basso sul pendio,

sempre più affannati, non stanchi,

perché, Madonna dello sguardo,

una volta su, possa Tu fissarci

e noi, negli occhi, guardarti.

Gabriele De Masi

IL SENTIERO DEI PELLEGRINI E LA CAPPELLA DELLA MISURA

Questa settimana per l’occasione puoi percorrere in virtuale il Sentiero dei Pellegrino ed entrare nella Cappella della Misura per visitare il Trono della Madonna

cappella della misura e sentiero dei pellegrini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *