L’angoscia e i traumi si risolvono con l’affettività: questo il messaggio latente nella quinta storia fiabesca della raccolta intitolata, Oltre la fiaba, di Elena Opromolla edita dalla Multimage, Associazione Editoriale Attivisti della pace e della nonviolenza. Solo la relazione fondata sull’empatia riesce a guarire vecchie ferite.

C’era una volta una mela canterina rossa e vellutata, nata per cantare la ninna nanna ai bambini appena nati. Aveva due occhietti azzurri ed una boccuccia delicata, affioranti sulla sua buccia in tessuto, e due morbide foglie verdi di stoffa sulla fronte, mentre nel suo cuore batteva un carillon.

Ogni volta che qualcuno la prendeva, la sollevava e tirava la corda della carica, cominciava a suonare una melodia dolcissima che rilassava e faceva subito addormentare anche i bambini più irrequieti. Era diventata l’amica più amata da tutti i neonati; affascinante com’era nel suo abito rosso, la mela canterina ammaliava con la sua vocina. Tutti i genitori dei bambini appena nati la cercavano, perché i loro figlioletti riuscivano ad addormentarsi tra le braccia delle loro mamme, solo al suono della sua melodia. Un giorno però, la mela canterina, durante i suoi viaggi da una culla all’altra, capitò per errore in una cesta piena di mele da vendere. Era lì in mezzo a quelle compagne tutte tristi, uguali e senza foglie, dalla buccia liscia e profumata. Ogni tanto una grossa mano, pelosa e callosa, brunita e rugosa, ne afferrava qualcuna, facendola scivolare in un sacchetto di carta. Il tempo passava e lei se ne stava immobile nella cesta, tra quelle sue sorelle sfortunate. Un triste giorno vide un uomo afferrarne una, portarla alla bocca e divorarla, come fa l’orco cattivo nelle fiabe. Lo spavento fu grande, perché svenne, mentre il suo canto, per molto tempo ancora, restò muto.

Il sole sorse e tramontò più volte e, mentre lei restava in silenzio ed immobile per la paura, le sue compagne sventurate furono comprate e divorate tutte quante.

Poi una mattina finalmente la mela canterina vide gli occhi di un bambino che la fissavano e sentì le sue manine morbide che l’abbracciavano. Vide le lacrime del fanciullo che vinsero il cuore della sua mamma. La donna acquistò subito la mela canterina che, per la felicità, cominciò a cantare, mentre tutti intorno si fermarono ad ascoltare.

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