Gli effetti indesiderati della noce moscata possono iniziare a palesarsi se ne dovessimo assumere quantità eccessive variabili dai 2 ai 15 grammi ma molto dipende anche dalla sensibilità individuale, dal peso e dal sesso della persona.Dentro questa spezia ci sono alcune sostanze che prendono il nome di miristicina (principale componente dell’olio essenziale ricavato da Myristica fragrans e principio attivo precursore dell’MDMA) e l’elemicina (composto aromatico).Le loro strutture chimiche sono molto simili a quelle delle amfetamine di sintesi, nonostante gli effetti percepiti da chi la assume possono essere paragonabili a quelli prodotti dall’LSD.Questa spezia presenta infatti un’attività in grado di inibire le monoaminossidasi, ovvero gli enzimi coinvolti nella degradazione di neurotrasmettitori eccitatori come la serotonina e le prostaglandine, mediatori dei processi infiammatori dell’organismo.Una volta assorbita dal corpo umano può produrre un composto che scatena una reazione nel sistema nervoso simpatico. Nella letteratura scientifica sono stati riportati alcuni casi dove sono state registrate intossicazioni da noce moscata (poche quelle fatali).La noce moscata può avere sgradevoli effetti collaterali come febbre, nausea o vomito, eccitazione nervosa, fino a gravi disturbi psichici. Sintomi che possono durare diverse ore e poi spariscono nella maggior parte dei casi senza lasciare conseguenze sul lungo periodo.Per via orale gli effetti sono più attenuati, quindi non c’è nessun problema di tossicità quando assumiamo la noce moscata in piccole quantità. Secondi gli studi, gli effetti nocivi diventano però più veloci e più forti quando questa spezia viene inalata o fumata.Inoltre, la noce moscata è assolutamente sconsigliata durante la gravidanza. Un sovradosaggio comporterebbe l’inibizione delle prostaglandine procurando effetti dannosi per lo sviluppo del feto.

Federico Pio Fabrizio

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