Libri – “La Storia d’Italia non è finita” è il titolo di uno dei libri scritti dall’On. Ciriaco De Mita. Lo abbiamo scelto per celebrare la Sua memoria.

Si inizia con una domanda “(…) non prova qualche difficoltà di fronte alla generale mediocrità e decadenza di costume politico?“. De Mita risponde “Potrei dire che la risposta è nell’interrogativo. Dalla primavera del 1989, ovvero da quando mi sono dimesso da Presidente del Consiglio, non ho mai inseguito ruoli di potere“.

Pubblicato nel settembre del 2012 da Guida Editore, Ciriaco De Mita lo presenta il 4 ottobre dello stesso anno a Benevento, prima ancora che ad Avellino, al Museo del Sannio, davanti ad un pubblico numeroso quanto variegato, lo hanno intervistato Roberto Costanzo, Mario Pedicini e Filippo Bencardino. Al tavolo anche il segretario provinciale dell’Udc, Gennaro Santamaria.

Un libro molto complesso, che può essere considerato autobiografico, storico e di educazione civica, per il riferimento a valori scomparsi o sottovalutati.

Ma è lo stesso On. Ciriaco che svela la natura del lavoro, quando afferma: “Non ho imposto, ho raccontato e il racconto è sull’interlocuzione, non sull’episodio. La storia – spiega De Mita – è un processo complesso e la spiegazione degli eventi non ci fa capire chi ha torto e chi ha ragione. Tuttavia, la storia va letta per le potenzialità che ci è stato concesso di cogliere”.

Il libro parla del ricambio generazionale in politica, o meglio, del rinnovamento in senso assoluto, degli scandali che investono chi governa, della Prima Repubblica che “è andata in difficoltà quando ci si è spinti troppo avanti sul tema dell’alternanza che senza il concetto di comunità e l’aiuto reciproco non esiste”.

Nessun modello classico a regolare il governo del Paese, solo “crescita e distribuzione” e quando “ci siamo messi in campo con la sinistra sullo stato sociale, ma ci siamo resi conto che abbiamo creato diritti per tutto senza un’istituzione che li garantisse, sentendoci sempre più poveri”.

Oggi una lezione di Storia, del senso civico, della politica con la ”p” maiuscola. Lascia un’eredità non indifferente l’On. De Mita, come politico ma soprattutto come uomo e come letterato.

Si è spento a Nusco, il paese in cui era nato nel 1928 e in cui è morto da sindaco dopo aver attraversato, tra i protagonisti, la storia politica d’Italia. Lui, che della Democrazia cristiana è stato pilastro e volto.

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