“SorprendenteMente” è il nome della nostra mini-rubrica di psicologia che vi dedica sempre argomenti attuali ed alla portata di tutti. Oggi parliamo di un tema che mi sta particolarmente a cuore in quanto si tratta dell’arte che, da sempre, apprezzo e considero pura espressione del Sé. Inoltre, ho voluto scrivere questo articolo in occasione di una mostra che un’artista nostrana terrà il 19 novembre presso il Circolo della Stampa di Avellino su tematiche profonde e delicate correlate a forti vissuti. L’artista in questione è Simona Maietta, che ho il piacere di conoscere personalmente, con la quale ho avuto l’onore di collaborare e che mi ha concesso qualche dichiarazione riportata di seguito. Facendo riferimento alla psicologia clinica, è noto che la produzione grafica sia tuttora oggetto di studio e che fornisca informazioni rilevanti sia sulla componente cognitiva, si a su quella emotiva con particolare riferimento ai vissuti relazionali ed alle rappresentazioni mentali di questi elementi.Il grafismo ha un’evoluzione che va di pari passo alle tappe del ciclo vitale dell’individuo, riferendo sulle abilità che man mano acquisisce, padroneggia e perfeziona. Infatti, senza addentrarci nelle specifiche che riguardano gli elementi valutativi (che avrò il piacere di riportarvi in un altro articolo qualora me lo chiedeste) dal punto di vista esecutivo, con la crescita si realizzano disegni sempre più dettagliati, proporzionati e realistici. I disegni offrono, forma, contenuto e, soprattutto, un messaggio comunicativo. Quest’ultimo si può evincere qualora si abbia la capacità di discostarsi dalla tanto semplice quanto rigida percezione strutturalistica a favore della capacità di accogliere emozioni non simbolizzate. Esse comprendono anche conflitti interiori e tutto ciò che, a livello inconscio agisce utilizzando la canalizzazione grafica come viatico espressivo. È nel disegno libero che si esprime al massimo la propria interiorità ove, nelle piccole “imperfezioni” risiedono le caratteristiche della volontà espressiva che svela significati altrimenti inesplorabili. Allo stesso modo, le tematiche raffigurate possono rappresentare argomenti che stanno particolarmente a cuore all’artista in questione e che, in modo conscio e consapevole, vuole lanciare un messaggio chiaro e strutturato. È proprio a tale proposito che riporto le parole di Simona Maietta la quale ha dichiarato: “quando ho pensato al titolo da dare alla mia mostra, ho scelto “Mostra in Rosa” perché volevo fare riferimento a tutto ciò che avesse a che fare con il mondo femminile e la sua presenza in ambiti e culture differenti”. Sulle tematiche specifiche, Simona aggiunge. “volevo che arrivassero messaggi a 360 gradi che parlassero di maternità, femminilità, carisma, riscatto sociale, ma desideravo che comprendessero anche cose spinose come la manipolazione emotiva, i disturbi alimentari e gli altri argomenti, spesso silenti.” La nostra artista, inoltre, non si è limitata a questo, ma ha voluto approfondire le varie tematiche con il supporto di altre figure professionali, tra cu nutrizionisti, psicoterapeuti ecc. offrendo al suo pubblico una marcia in più verso la conoscenza e l’empatia. Conclude, infatti affermando “la mostra è soprattutto un messaggio ed un invito a sensibilizzare e a divulgare mozioni importanti in merito a tematiche delicate, non solo attraverso la mia matita, ma con il supporto di professionisti.”Bene, sono fiera di dirvi che, tra i professionisti su citati, ci sono anche io con il mio piccolo contributo, e spero che, come me, possiate apprezzare il lavoro di un’artista che ha cercato di portarvi oltre.

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