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Un viaggio nelle vite dei sodati che hanno dato la vita nelle guerre del Novecento, guerre non volute da chi le ha dovute combattere. Gianluca Amatucci ha “sentito” il richiamo ad una missione: dare dignità storica ai tanti caduti dimenticati anche dalle istituzioni.

Lettere dal fronte, quindi, si profila come un archivio storico in cui, entrando, i protagonisti sembrano essere ancora vivi attraverso la sensibilità dello scrittore, che si è immedesimato negli autori delle tante missive raccolte in questi anni di ricerca e che troviamo riportate nel volume.

Il testo edito dalla Terebinto Edizioni è un saggio unico nel suo genere, perché mai prima d’ora era stata compiuta una raccolta di testimonianze” vive” degli esseri umani che hanno perso la vita per la libertà e la democrazia nel nostro Bel Paese.

Un’altra peculiarità dell’opera è quella di aver fatto emergere dal passato uomini irpini che hanno combattuto non solo per l’Italia. Lo studio della Storia dovrebbe iniziare dall’Era Contemporanea per procedere a ritroso: questo è il commento di Gianluca, in quanto sovente alle scuole superiori i tempi scolastici non consentono di andare oltre le due Grandi Guerre del Novecento, la cui spiegazione non tiene conto della sofferenza dell’umanità che le ha subite.

Lettere dal fronte rappresenta un monito ad aborrire la guerra come unica risoluzione dei conflitti in questi tempi in cui assistiamo invece impotenti all’uso delle armi, vergognosa invenzione di sopraffazione.

Mirabili ed interessanti gli interventi dei relatori, che hanno sapientemente fatto emergere le qualità della pubblicazione, presentata il 10 maggio 2024 al Circolo della Stampa di Avellino.

Vivaci e profondi gli interventi musicali degli artisti convenuti.

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