Politica e dintorni – I prossimi mesi rischiano di passare alla storia, l’Europa si ritrova a rischio inverno gelido non per le temperature, ma per la possibilità di dover centellinare l’uso dei riscaldamenti.

Gli ultimi sviluppi nel braccio di ferro tra Europa e Russia non fanno dormire sogni tranquilli ai cittadini del vecchio continente, quella del razionamento del gas diventa giorno dopo giorno un’ipotesi sempre più concreta.

Da una parte l’UE e le sanzioni adottate nei confronti la Russia a seguito dell’invasione Ucraina a cui si aggiunge la proposta di istituire un tetto massimo al prezzo del gas, dell’altra la minaccia russa di tagliare immediatamente le forniture non fanno altro che alimentare le paure dei cittadini europei e peggio ancora i mercati finanziari, che a loro volta non esitano ad approfittarsene di questo momento di crisi globale attuando ulteriori speculazioni sui prezzi delle materie prime.

A farne le spese di questa situazione di incertezza sono soprattutto famiglie ed imprese che complice l’inflazione galoppante devono rivedere al ribasso il loro stile di vita, le prime devono far conto della difficolta sempre maggiore nell’acquistare i generi di prima necessità, le seconde invece a causa dei costi dell’energia sempre maggiori rischiano di dover chiudere i battenti lasciando senza un’occupazione migliaia di lavoratori.

Entrambe le categorie chiedono a gran voce interventi urgenti alla classe politica, nelle ultime settimane impegnata quasi esclusivamente nella campagna elettorale e nella totalità (almeno a parole) certa di avere soluzioni immediate ed attuabili ma spesso completamente antitetiche tra di loro.

Il rischio che la tensione sociale si faccia sempre più alta e possa sfociare in episodi di violenza od intolleranza non dovrà essere sottovalutata da chi ci governerà.

I vari leader di partito in questo momento appaiono come dei medici alla ricerca della cura per i pazienti, ma dovrebbero ricordare il detto che recita “mentre il medico studia il paziente muore”.

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