M5S-PD: primo strappo, Conte fa ritira le deleghe pentastellate in Regione Puglia in seguito all’inchiesta sul voto di scambio

Politica e dintorni – Il Movimento 5 Stelle, forse anche per una questione di apparenza torna al suo vecchio slogan, “Onestà”, “Onesta”, che ha caratterizzato la fase embrionale della sua nascita e del essere un agglomerato di protesta verso i partiti di sistema.

Dopo le ultime vicende giudiziarie che hanno portato all’arresto di alcuni esponenti locali del Partito Democratico pugliese, il Movimento 5 Stelle su ordine del suo leader Giuseppe Conte, decide di ritirare tutte le deleghe presenti in Regione Puglia.

La serie di inchiesta, scattate già qualche settimana fa hanno fatto emergere secondo gli inquirenti, un sistema con cui veniva condizionato l’esito del voto attraverso l’elargizione di un vero e proprio tariffario corrispondente a 50 Euro per ogni voto assegnato a determinati candidati in occasioni delle prossime elezioni comunali a Bari il prossimo giugno.

Ai microfoni dei giornalisti presenti alla conferenza stampa l’ex Premier esordisce dicendo “Rinunciamo ai ruoli di governo, lasciamo i nostri posti in giunta, rimettiamo tutte le deleghe comprese quelle della vicepresidenza del consiglio. Crediamo sia l’unico modo per dare una forte scossa oggi”, queste sono le parole di Giuseppe Conte.

Allo stesso tempo lo stesso leader pentastellato di non voler concludere il binomio con l’attuale Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, lodando il suo impegno per il contrasto alla mafia ed alla criminalità organizzata, e di confermare l’appoggio al Candidato sindaco del “Campo allargato” Francesco Laforgia, il quale però in settimana avrebbe deciso di rimettere la sua candidatura.

A lasciare gli incarichi ricoperti in Giunta: saranno Rosa Barone; Grazia di Bari e Christian Casilli, rispettivamente delegate al Welfare, alla Cultura e Vice Presidente del Consiglio Regionale, a breve verranno nominati i loro sostituti che porteranno avanti i rispettivi incarichi e continuare il lavoro svolto.

Qualunque sia la natura della scelta operata da Conte e soci l’immagine già precaria del Campo allargato viene indebolita ulteriormente, e ci si domanda quanto tempo ancora durerà questo binomio.

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