C’era una volta uno scrittore che sapeva parlare ai bambini, ironico, scanzonato, allegro e anticonformista! Si chiamava Mario Ramos e anche se non c’è più, i suoi libri restano un punto di riferimento essenziale della letteratura infantile. Nato a Bruxelles nel 1958, da madre belga e padre portoghese, fin da piccolo si appassiona al disegno. Compie i suoi studi in comunicazione grafica e diviene illustratore lavorando soprattutto nel campo del disegno pubblicitario e della stampa. Influenzato dal lavoro di Tomi Ungerer e Saul Steinberg, diviene illustratore di libri per l’infanzia nel 1992. La casa editrice Babalibri che ha pubblicato tutti i suoi titoli più famosi, celebra ogni anno il Mario Ramos day: una serie di eventi ed incontri, laboratori, letture, mostre, attività per bambini e adulti, dedicate ai libri e agli eccentrici personaggi di Mario Ramos! Librerie, biblioteche e case editrici propongono a grandi e piccini un momento di condivisione e gioco. Il prossimo sabato 18 febbraio si celebra una nuova edizione del Ramos Day organizzato da Babalibri in collaborazione con il circuito Cleio: una festa per ricordare questo grande autore, prematuramente scomparso dieci anni fa, dopo aver lasciato ai suoi lettori un patrimonio di letture sovversive che rivivranno attraverso letture e laboratori in oltre cinquanta librerie di tutta Italia. Ad accompagnare l’evento ci sarà Nuno, il leoncino che sostituisce il suo papà e scopre tutto il peso della corona; ma anche il ranocchio Taddeo che incontra il suo primo mostro e Piccolo Lupo che sogna di volare e sperimenta il pericolo. Negli albi illustrati di Ramos si parla di diversità, di condivisione, di amicizia e si sovvertono i codici. Da Milano a Palermo, tantissime librerie indipendenti festeggeranno questo giorno speciale che quest’anno coincide con il periodo del carnevale. E cade proprio a pennello perché come il carnevale sovverte stereotipi e luoghi comuni, cosi Mario Ramos ha deciso di raccontare con la semplicità, cosa complessa, diceva lui, la semplicità, una materia parecchio spinosa: proprio gli stereotipi. Ci sentiamo tutti solidali con questo tema: ogni giorno facciamo i conti con le idee degli altri, con quello che gli altri credono di noi, con quello che gli altri pensano di noi o non pensano di noi. Anche per i bambini è così. Portano insieme a noi il peso di uno stereotipo. Così Mario Ramos ha deciso di raccontarci del lupo. E ci ha detto “E se questo lupo fosse un imbranato prepotente e basta?” “Se fosse un mattacchione pauroso?” “E se fosse ciò che non ti aspetti?” Così Mario Ramos ha deciso di raccontarci di elefanti e topoline che si chiamano Romeo e Giulietta, di cacciatori orbi, di Cappucetto rosso terribili e dispettose. Ha deciso di raccontarci, senza farne una morale, che non esiste storia scritta che non valga la pena di raccontare con ironia, che non esiste finale che tu già sappia. Riderne prima di tutto, sentirsi per una volta unici e poco seri. Sapere che nulla è detto mai definitivamente, non è liberatorio solo per i bambini, ma anche per noi che quelle storie le raccontiamo.

Ecco perché ci piace Mario Ramos. Perché ci sorride ancora da quelle pagine di libri fatti ad arte e ci dice “Ehi però non prenderti troppo sul serio!” No, non prendiamoci sul serio e ricordiamoci che a volte, guardare il mondo a testa in giù, ci aiuta ad aprire la mente e a vedere al di là delle apparenze, a guardare oltre.

Lupus in fabula

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