Virginia della Sala, punta di diamante della redazione del Fatto Quotidiano, si presenta al mondo dell’editoria non in punta di piedi ma con forza, con un libro scomodo. Sempre più spesso vediamo la cronaca occuparsi degli effetti devastanti di calamità naturali su infrastrutture e persone.

Capita che per giorni non si parli d’altro, come di recente per le alluvioni in Emilia Romagna o nella Marche. Della Sala parte da qui, e chiede: “Cosa succede in quei luoghi quando le telecamere vanno via?”. Cosa ne è di quelle persone dei cui destini (se pur per poco) si era preoccupato un Paese intero? Nell’Italia dei paradossi, gli eroi, gli angeli delle alluvioni diventano poi gli sfollati, costretti a lasciare casa e affetti. Costretti, appunto, a “Migrare in Casa”.


Della Sala si muove tra cifre, numeri e dati che messi in fila formano l’anatomia della crisi italiana, un caso di studio mondiale per quanto riguarda il cambiamento climatico. Piove sempre meno, e spesso la pioggia recupera con gli interessi distruggendo aziende agricole, campi e macchinari. Tutto ciò ha una ricaduta non solo morale ma anche economica sul sistema Italia, eppure non si riesce a fare prevenzione.

Come ci piace ricordare d’estate che l’Italia in fondo è un Paese esotico (sentendoci meno in colpa a fare le vacanze a pochi km da casa) bisogna ricordarlo anche d’inverno, perché i migranti climatici li abbiamo in casa. E, come scrive Della Sala “quando saremo tutto migranti, dove sposteremo l’Italia?”. Un libro scomodo, che fa crescere desiderio di cambiamento e responsabilità.Prefazione di Marco Travaglio, postfazione di Stefano Ciafani. Ne discutono al Museo Irpino delle Radici Aumentate (MIRA) alle 18:30 del 12 gennaio l’autrice, il presidente dell’Arci Avellino Stefano Kenji Iannillo, Elena Russo di Legambiente e la giornalista de Il Mattino Selene Fioretti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *