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Pino Pascali: dove la sperimentazione incontra la libertà dell’arte

Fortuna Addivinola

Fortuna Addivinola

Autore di +Plus! Magazine

Pubblicato il: 2 Maggio 2025
5 min lettura

Pino Pascali, artista poliedrico, capace di spaziare tra scultura, scenografia, grafica, performance e fotografia è stato una figura chiave dell’arte contemporanea italiana. La sua creatività, sempre originale e fuori dagli schemi, continua a risuonare ancora oggi.

Pino Pascali nasce a Bari nel 1935 e si afferma come una delle figure più incisive dell’arte italiana del secondo Novecento. Legato al movimento dell’Arte Povera e vicino al critico Germano Celant, sviluppa in pochi anni un linguaggio originale e sperimentale che lo rende protagonista della scena contemporanea. La sua carriera, interrotta bruscamente nel 1968 da un tragico incidente stradale, resta una testimonianza vivida della forza innovativa di un artista capace di ridefinire i confini tra natura, oggetto e rappresentazione.

Pino Pascali

Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1959, Pino Pascali intraprende un primo percorso nel campo della scenografia, per poi orientarsi progressivamente verso la scultura, il disegno e la fotografia. Il suo esordio ufficiale nel mondo dell’arte avviene nel 1965 con una mostra personale presso la galleria La Tartaruga di Roma di Plinio De Martiis, evento che segna una svolta decisiva nella sua carriera. L’esposizione suscita l’interesse della critica e attira l’attenzione di importanti galleristi, tra cui il celebre Alexander Iolas, collezionista d’arte di origini greche, che contribuisce a far conoscere il lavoro di Pascali anche sulla scena internazionale, portandolo fino a Parigi.

Già dalle prime opere, Pascali rivela un’estetica potente e provocatoria: la sua arte, sfuggente e carica di contrasti, disorienta, incuriosisce e affascina, imprimendosi nella memoria dello spettatore come un’esperienza visiva ed emotiva impossibile da ignorare. Entra a far parte del vivace gruppo degli “artisti di Piazza del Popolo”, tra cui ritroviamo Schifano, Kounellis, Festa, Angeli, Fioroni e Ceroli. Nel frattempo, si unisce al fermento culturale che anima la scena artistica romana, partecipando attivamente all’innovazione e all’evoluzione del panorama creativo locale, profondamente influenzato dalla Pop Art americana.

Pino Pascali

Le prime creazioni di Pascali sono un’esplosiva fusione di influenze: la vivacità della Pop Art americana, l’incanto enigmatico del Surrealismo e la sua irresistibile fascinazione per il mondo femminile. Un mix di colori, simboli ed emozioni che catturano subito l’attenzione, rivelando un’artista capace di trasformare la realtà in qualcosa di straordinariamente nuovo e sorprendente.

A partire dal 1965, l’artista intraprende la realizzazione del celebre ciclo delle “armi”, veri e propri oggetti di potenza e simbolismo, creati in scala attraverso l’assemblaggio di frammenti meccanici e rottami. Queste opere, simbolo di una straordinaria libertà espressiva, riflettono una profonda creatività grafica e un’ampia varietà di tecniche e materiali. Con essa, l’artista affronta il delicato e drammatico tema del conflitto armato, inserendo il suo lavoro in un periodo storico segnato da intense tensioni sociali e politiche.

‘’Che bello mettere un cannone in un posto degli scultori, riuscire a metterlo veramente in quel mondo così sacro, così finto’’                                                 

                                                                                                                                                                                                                                                              Pino Pascali

Pino Pascali

Le sue opere, che spaziano dall’uso di colori vivaci e intensi a sculture monocromatiche, catturano l’essenza più profonda dell’artista. Nel corso della sua carriera, egli non si è mai imposto alcun limite, ma ha intrapreso un incessante percorso di sperimentazione, esplorando ogni possibile forma espressiva per dare vita a creazioni straordinarie e uniche. Ogni sua opera rappresenta un’indagine continua che riflette la sua visione personale e la libertà di esprimersi senza costrizioni.

Dopo il ciclo delle armi, l’artista dà vita a un nuovo capitolo con il ciclo dedicato agli animali: sculture di creature ingigantite, dai colori vivaci e dalle superfici pelose, che amplificano ulteriormente l’impatto visivo delle sue opere. Queste creazioni, imponenti e sorprendenti, suscitano una forte impressione, catturando lo sguardo e l’immaginazione dello spettatore con la loro audace presenza.

Pascali è stato un artista poliedrico, un esploratore instancabile che ha attraversato mondi e linguaggi diversi, spaziando tra tematiche audaci che hanno reso ogni sua opera un’esperienza unica e provocatoria. Nonostante la sua carriera breve ma intensa, ha saputo imprimere un segno indelebile nell’arte contemporanea. Oggi, è celebrato a livello internazionale come una figura centrale e rivoluzionaria del panorama artistico italiano, il cui spirito creativo continua a risuonare ben oltre i confini del suo tempo.

Contaminazioni. Pino Pascali e il cinema anni ‘60

Nel 1969, a un anno dalla sua scomparsa, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, sotto la direzione di Palma Bucarelli, gli ha dedicato una significativa retrospettiva. Nello stesso anno, le sue opere sono state incluse nella prestigiosa mostra When Attitudes Become Form, curata da Harald Szeemann a Berna. Tale esposizione è stata successivamente riproposta nel 2013 a Venezia, presso la Fondazione Prada, al Palazzo Cà Corner della Regina, con la curatela di Germano Celant.

Le opere di Pascali sono custodite in alcune delle più prestigiose istituzioni museali a livello mondiale, tra cui il MoMA di New York, la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, il MUMOK di Vienna e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e alla Fondazione Pino Pascali a Polignano a Mare (BA).

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