Momenti di terrore durante in Brasile dove i sostenitori di Bolsonaro hanno fatto le prove di golpe assaltando i palazzi istituzionali

Politica e dintorni – Terrore misto a follia in Brasile, prove di golpe da parte dei seguaci del Presidente uscente Jair Bolsonaro hanno tentano un assalto un assalto ai palazzi istituzionali con un modus operandi in puro stile Capitol Hill.

Come già avvenuto nel gennaio 2021 a Washington dove la frangia più estremista dell’elettorato di Donald Trump tentò l’assalto al Palazzo del Congresso allo scopo di impedire la ratifica dell’elezione di Joe Biden, così allo stesso modo a poco più di due anni dai misfatti di Capitol Hill gli alter ego brasiliani, naturalmente foraggiati e supportati dal buon Jair Bolsonaro hanno pensato bene di rendere omaggio ai loro beniamini tentando l’assalto al Palazzo presidenziale, al Parlamento ed alla Corte Suprema.

Ovviamente la reazione del Presidente in carica Lula non si è fatta attendere, difatti ha dato carta bianca alla polizia federale ordinando l’intervento immediato per ristabilire l’ordine costituito all’interno degli edifici occupati, in più sono stati effettuati più di 1.200 arresti tra i rivoltosi mentre i loro “padre spirituale” Jair Bolsonaro si trovava ricoverato in Florida per un misterioso quanto malessere, anche lui però non è uscito indenne dalla vicenda in quanto è stato dato ordine di bloccare tutti i suoi conti correnti personali per evitare ulteriori azioni simili da parte dell’ex Presidente.

In merito alla vicenda è giusto fare un paio considerazioni: la prima è quella relativa al potere di influenza che ha avuto la sopracitata rivolta di Capitol Hill voluta ed allo stesso tempo rinnegata dallo stesso Trump e che potrebbe essere presa ad esempio e ripetuta anche in seguito da parte di altre fazioni politiche, la seconda e non meno importante è l’inutilità di queste sedizioni visto che la maggior parte degli stati occidentali possiede una Costituzione rigida e dunque non modificabile con un procedimento ordinario da parte dei parlamentari, figuriamoci da semplici cittadini molte volte non meritevoli di questo status.

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