Particolarmente presenti nel tè, nell’uva, nei frutti rossi e nel cioccolato fondente, i flavonoidi sono preziosi per la salute. Tra i vari benefici, gli scienziati hanno osservato un aumento dell’aspettativa di vita nei pazienti con malattia di Parkinson.

Salute – Scoperti dallo scienziato ungherese Albert Szent-Györgyi, Premio Nobel per la Medicina nel 1937, i flavonoidi sono usati nella composizione di cipolle, uva, sedano, prezzemolo, mele, frutti rossi (mirtilli, ribes nero, melograno, fragole…), ma anche legumi (ceci, fagioli, ecc.), caffè, tè, cacao e soia.

Dalla famiglia dei fitonutrienti, questi flavonoidi esistono in numero molto elevato: più di 6.000 categorie sono ora elencate e classificate in diversi sottogruppi: flavoni, antocianidine, flavonoli e isoflavoni.

Obesità, diabete…

I flavonoidi hanno proprietà antiossidanti che limitano il rischio di obesità e diabete a lungo termine. Le loro proprietà antinfiammatorie contribuiscono alla prevenzione dei tumori se consumate regolarmente.

Contro i tumori ormonali (ovaie, mammella, prostata) in particolare, alcuni flavonoidi (presenti nella soia, nei legumi) svolgono anche un’azione protettiva. Tante proprietà benefiche per la salute. Non è quindi un caso che lodiamo i benefici di una dieta ricca di frutta e verdura!  

Ulteriori anni di vita

Le catechine, flavonoidi della famiglia dei flavanoli, svolgono un ruolo protettivo nella funzione neurologica. I ricercatori hanno osservato per 33 anni l’effetto dei flavonoidi in 1.521 pazienti con malattia di Parkinson, prima e dopo la diagnosi.

L’età media era di 72 anni. Ogni quattro anni, i partecipanti dovevano compilare il questionario sull’assunzione di cibo. Sono state rilevate la quantità e la natura dei flavonoidi, con particolare attenzione alle catechine (tè, mele, vino) e alle antocianidine (vino, mirtilli).

Alla fine dello studio, 944 (75%) dei volontari erano morti, dei quali di Parkinson 513 pazienti, di complicanze cardiovascolari 112 pazienti e di cancro 69 pazienti, descrive il professor Gao.

I maggiori consumatori di flavonoidi avevano il 70% in più di possibilità di essere vivi alla fine dello studio rispetto ai piccoli consumatori. Un legame tanto più convincente negli uomini.

In quali proporzioni è previsto questo profitto? L’equivalente di tre porzioni di flavonoidi a settimana, spiega il professor Xiang Gao, autore principale dello studio. Vale a dire una tazza di tè, una manciata di mirtilli, un’arancia, un bicchiere di succo d’arancia, una mela.

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