Rucola nella Piana del Sele

Rucola nella Piana del Sele: Trasformazione e Sviluppo

La Piana del Sele, nella provincia di Salerno, è una vasta area pianeggiante che si estende per circa 500 km² e attraversata dal fiume Sele. Questa regione, originariamente malarica e paludosa, era quasi invivibile fino alla fine del XIX secolo. Durante il Novecento, però, fu soggetta a importanti attività di bonifica, che portarono a una trasformazione radicale del territorio.

Gabriele De Rosa ha descritto il mondo rurale di quel periodo come informe e arcaico, simile a un’organizzazione tribale, dove la viabilità era dominata dalla paura e dalla necessità di sfuggire ai pericoli delle paludi o del mare.

Sviluppo Agricolo e Industriale

Oggi, la Piana del Sele è una delle aree più sviluppate della Campania sia dal punto di vista agricolo che industriale. I centri più importanti sono Eboli, una città con radici storiche antiche, e Battipaglia, costituita più recentemente. La bonifica ha portato a espropriare vastissimi terreni improduttivi e abbandonati, modificando profondamente il territorio sia a livello demografico che paesaggistico.

La Bonifica

Il processo di bonifica ha attraversato diverse fasi: bonifica idraulica, bonifica integrale, riconversione delle reti irrigue e adeguamento delle reti scolanti. Questi interventi hanno trasformato le terre paludose in terreni coltivabili, stabilendo un nuovo equilibrio agricolo, sociale e civile nelle zone che prima erano considerate svantaggiate.

Coltivazioni e Sviluppo Agricolo

Nel corso degli anni, numerose colture si sono succedute nella Piana del Sele. Si è partiti con la coltivazione del grano, tabacco e pomodoro, per poi passare a frutteti come pesche e mele, e campi di carciofi. Negli anni ’70 e ’80, la coltivazione delle fragole ha ulteriormente cambiato la morfologia del territorio, introducendo le distese monocromatiche delle serre bianche.

La Rucola e Altre Colture

Verso la metà degli anni ’90, a causa dell’impoverimento del terreno e degli elevati costi di produzione, gli agricoltori si sono orientati verso le coltivazioni orticole, in particolare rucola, valeriana e lattughino. Queste verdure, che accompagnavano i principali alimenti, sono diventate parte integrante della dieta locale.

Importanza Nutrizionale

Le piante ortensi e i legumi, ricchi di proteine nobili, hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nell’alimentazione popolare, offrendo un elevato apporto energetico. Ortaggi come cavoli, spinaci, bietole e ruchetta selvatica erano molto apprezzati e coltivati.

La Rucola nella Storia

La rucola, conosciuta fin dai tempi dei Romani, era considerata un’erba magica e afrodisiaca. Plinio e Discoride ne esaltavano le proprietà, e i Romani la coltivavano in ampie distese, denominandola herba salax o “erba lussuriosa”.

Valori nutrizionali della rucola

L’erborista Matthias de Lobel nel XVI secolo descrive come alcuni monaci, dopo aver consumato abbondantemente rucola, abbiano abbandonato il voto di castità. Nei conventi domenicani, la coltivazione della rucola, del sedano e della pastinaca era proibita per le loro presunte proprietà afrodisiache, mentre l’agnocasto veniva usato per calmare gli animi. Il cavolo era un elemento fondamentale della dieta mediterranea antica, grazie al suo elevato valore nutrizionale e capacità saziante. Gli orti contadini dedicavano spazio anche alle erbe aromatiche per insaporire la dieta prevalentemente amidacea. La rucola era già presente nel periodo medievale nel salernitano, come evidenziato nelle opere della Scuola Medica Salernitana, che ne riconosceva le proprietà benefiche. La Scuola Medica Salernitana promuoveva anche precetti igienici per mantenere l’equilibrio tra uomo e natura. La rucola, appartenente alla famiglia delle brassicacee, si distingue in due tipi: quella coltivata (Eruca sativa) e quella selvatica (Diplotaxis tenuifolia). Ha notevoli proprietà nutrizionali e benefiche, tra cui proprietà depurative, drenanti, tonificanti e afrodisiache, ed è utilizzata principalmente nelle insalate.

Composizione e Benefici della Rucola

La rucola è composta principalmente da acqua (31,7%), proteine (2,5%), fibre (1,6%), grassi (0,7%) e zuccheri (2%). Contiene numerosi minerali come calcio, fosforo, sodio, magnesio, zinco, ferro, potassio, rame, selenio e manganese. È ricca di vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K e J, oltre a beta-carotene, luteina e zeaxantina, tutti potenti antiossidanti che contrastano i radicali liberi, prevenendo alcuni tumori e malattie cardiovascolari.

I flavonoidi presenti nelle verdure a foglia verde, come la rucola, hanno proprietà antitumorali soprattutto per la pelle, bocca e polmoni. Altri composti come solforafano, tiocianati e indoli prevengono tumori al seno, colon e prostata. La rucola abbassa la pressione sanguigna grazie ai nitrati, è utile contro raffreddore e tosse, rafforza il sistema immunitario ed è indicata per le anemie.

In medicina cinese, le verdure amare come la rucola beneficiano il fegato e hanno effetti curativi sull’ulcera allo stomaco e la tosse nervosa. La rucola, inoltre, ha anche proprietà carminative, in quanto favorisce l’espulsione dei gas dall’intestino.

Per questo nei tempi antichi veniva conosciuta come erba dal- le proprietà terapeutiche: Plinio il Vecchio scriveva nelle sue opere che un infuso ottenuto con i semi di rucola era utile per guarire i vermi intestinali e veniva anche considerata un ottimo alimento antiscorbutoin quanto era un’erba disponibile tutto l’anno.

Lo scorbuto è una malattia dovuta a carenza di vitamina C; attualmente è una malattia piuttosto rara, ma che nei tempi passati nella Piana del Sele era molto diffusa.

La rucola è molto apprezzata per le sue proprietà nutrizionali e salutistiche, trovando largo impiego in numerose pietanze. La “rucola della Piana del Sele” è particolarmente rinomata a livello nazionale grazie alle sue elevate richieste, che hanno portato i produttori a destinare terreni idonei e adottare tecniche avanzate di coltivazione. Il suolo vulcanico-alluvionale della zona, arricchito dall’azione del Vesuvio e del fiume Sele, è particolarmente fertile e favorevole alle colture.

Nonostante altre regioni come Lazio, Puglia e Calabria abbiano aziende specializzate, nessuna eguaglia la capacità produttiva della Campania. La coltivazione viene effettuata in multi-tunnel non riscaldati per proteggere la rucola dalle intemperie. Le semine invernali iniziano ad ottobre con raccolte annuali che variano da 4 a 8, producendo in media 400-500 grammi di rucola per raccolto. La preparazione del terreno, la semina e la raccolta sono completamente meccanizzate, con irrigazione prevalentemente per aspersione.

L’area di coltivazione comprende diversi comuni della provincia di Salerno, caratterizzati da un clima mediterraneo con inverni miti e piovosi ed estati calde e asciutte. La vicinanza al mare e la protezione dei monti Alburni creano condizioni climatiche ideali per la coltivazione della rucola, che risulta ricca di sostanza secca, fenoli e vitamina C, conferendole un alto valore nutrizionale e un gusto croccante e saporito.

Grazie a queste caratteristiche, la rucola della Piana del Sele ha trovato un’ampia accettazione sul mercato, spingendo imprenditori del Nord Italia a rivolgersi a questa zona per le forniture. La denominazione “Rucola della Piana del Sele” è sinonimo di alta qualità, utilizzata sia per il consumo fresco sia come ingrediente in numerose ricette culinarie. Gli agricoltori locali si sono specializzati nella coltivazione della rucola, integrandola con altri prodotti come lattughino, valeriana e spinacino, destinati alla quarta gamma. La superficie agricola utilizzata (S.a.u.) nella zona è di circa 25.000 ettari, con oltre 6.000 ettari di colture protette sotto serra.

Per garantire la freschezza dei prodotti di quarta gamma, dalla raccolta alla vendita i tempi sono brevi e non vengono aggiunti conservanti; il freddo è l’unico metodo utilizzato per preservare la qualità. Nel processo tecnologico viene utilizzata l’atmosfera protetta, che prevede la sostituzione dell’aria con una miscela di gas predeterminati per evitare ossidazione e arrossamento delle insalate, garantendo sicurezza e salubrità.

L’intera filiera è controllata da tecnici specializzati, con verifiche sulla qualità delle materie prime e la sicurezza alimentare. Gli standard agricoli sono monitorati seguendo le linee guida del Global Gap, e gli stabilimenti produttivi rispettano il sistema HACCP per evitare contaminazioni. I prodotti di quarta gamma subiscono due fasi di lavaggio e asciugatura per mantenere le proprietà nutritive degli ortaggi freschi.

Le verdure, frutta e ortaggi sono classificati in cinque gamme basate sui processi di lavorazione:

  1. Prima gamma: ortofrutta fresca tradizionale.
  2. Seconda gamma: ortofrutta e verdura in conserva.
  3. Terza gamma: frutta e verdura congelata o surgelata.
  4. Quarta gamma: ortofrutta fresca lavorata e confezionata.
  5. Quinta gamma: frutta e verdure processate e pronte al consumo.

Questi prodotti offrono la possibilità di seguire una dieta sana ed equilibrata, rispondendo alle esigenze della società moderna.

Articolo a cura di Belinda Villanova

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