L’attivista e premio Nobel per la pace Oleg Orlov viene condannato a due anni e mezzo di reclusione: in Russia continua la guerra al dissenso

Politica e dintorni – Russia, ennesima condanna per un attivista per i diritti umani, stavolta ad essere condannato è stato il biologo e premio Nobel per la pace Oleg Orlov.

Secondo l’accusa del tribunale che ha decretato la condanna di Oleg Orlov, costui avrebbe screditato con le sue dichiarazioni l’esercito russo, riferendosi alle difficoltà incontrate dall’esercito di Mosca nella gestione del conflitto in Ucraina, ora il dissidente dovrà scontare la sua pena in una colonia penale, Orlov proprio pochi giorni prima aveva definito un omicidio la morte di Aleksej Navalnyj, invitando i suoi sostenitori a non arrendersi.

Proprio la morte di Aleksej Navalnyj aveva riaperto il discorso relativo al destino degli oppositori di Vladimir Putin, molti dei quali hanno perso la vita in circostanze più che sospette quali avvelenamento da polonio, incidenti automobilistici e altre spesso poco credibili, per altri oppositori al regime russo il risultato delle loro proteste è stata la condanna al regime del carcere duro.

Tra i casi più famosi ricordiamo quelli della giornalista Anna Politkovskaya, uccisa nel suo appartamento nell’ottobre 2006, la Politkovskaya era finita sotto i riflettori per le accuse mosse al leader ceceno Kadyrov, di aver commesso dei crimini di guerra, nei vari conflitti in cui era stato operativo, accuse di quali stava producendo delle prove documentali, lo stesso Kadyrov tutt’oggi è impegnato al fianco di Putin nella guerra in Ucraina.

Contestualmente all’omicidio della Politkovskaya è collegato l’omicidio di Alexander Litvinenko, il quale aveva puntato il dito contro Putin stesso ritenendolo il mandante dell’omicidio.

In un mondo che cerca nella figura del giornalista il veicolo per poter conoscere la verità, il dovere di denunciare i soprusi dei potenti dovrà sempre prevalere su chi vuole piegare la stampa per i suoi fini personali.

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