Normalmente, il microbiota intestinale è composto da miliardi di batteri. Il minimo squilibrio in questo fragile ecosistema può causare problemi come ad esempio la SIBO, caratterizzata da un aumento della concentrazione batterica nei tratti alti dell’intestino.

Salute – SIBO sta per small intestinal bacterial overgrowth ovvero sovracrescita batterica intestinale. Chiaramente si tratta della proliferazione di batteri del microbiota intestinale, in particolare nell’intestino tenue. questo “overflow” è descritto nella letteratura anglosassone della fine degli anni ’70.

Un vero guaio

Moltiplicandosi nell’intestino tenue, i batteri − che consumano carboidrati − producono gas (idrogeno, metano, ecc.) e questo può quindi causare vari sintomi digestivi, come gonfiore alternato, flatulenza, stitichezza e diarrea.

La crescita eccessiva batterica può essere difficile da distinguere clinicamente da altre malattie dell’apparato digerente come la celiachia, l’intolleranza al lattosio o l’intestino irritabile. Il metodo più utilizzato per stabilire una diagnosi è l’esame indiretto mediante test del respiro con idrogeno esalato. Come funziona? Il paziente ingerisce una certa quantità di zuccheri (lattosio, fruttosio, ecc.), che viene degradata dai batteri presenti nell’intestino. La misurazione dell’idrogeno espirato viene quindi confrontata con gli standard usuali, il che consente di rilevare eventuali anomalie nell’equilibrio batteriologico del tubo digerente.

Come trattarlo?

Il trattamento antibiotico è indicato per la SIBO con l’ obiettivo di modificare e regolare la flora batterica per migliorare i sintomi e allo stesso tempo, la gestione di eventuali carenze nutrizionali e fattori contribuenti potrebbe prevenirne una ricaduta.

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