Smart working e sicurezza: un binomio possibile?
Negli ultimi anni il lavoro agile, più comunemente conosciuto come smart working, è diventato una realtà consolidata per molte aziende italiane. Se inizialmente era una misura straordinaria, legata alle esigenze di continuità operativa durante la pandemia, oggi rappresenta un modello organizzativo strutturale, che porta con sé numerosi vantaggi in termini di flessibilità, produttività e qualità della vita dei lavoratori.
Tuttavia, come ogni trasformazione, anche lo smart working apre nuove sfide, soprattutto sul fronte della sicurezza sul lavoro. Il luogo di lavoro tradizionale — l’ufficio — è stato per decenni l’ambiente di riferimento per la prevenzione e la tutela dei dipendenti. Con il lavoro agile, invece, i confini si spostano verso contesti più variabili: la casa, spazi di coworking, luoghi pubblici. In questo scenario, diventa legittima una domanda: sicurezza e smart working possono davvero coesistere?
Responsabilità e tutele nel lavoro agile
La normativa italiana in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008 e successive modifiche) prevede che il datore di lavoro abbia la responsabilità di garantire ambienti sicuri e salubri per i propri dipendenti. È possibile approfondire questo argomento sul portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Ci chiediamo quindi: cosa succede quando il “luogo di lavoro” non è più l’ufficio aziendale? Con il lavoro agile, la responsabilità si ridefinisce: il datore di lavoro resta comunque tenuto a garantire informazione, formazione e strumenti adeguati, ma il lavoratore assume un ruolo più attivo nella gestione del proprio spazio operativo. Per esempio, spetta al dipendente organizzare la postazione in modo ergonomico, ridurre i rischi domestici e rispettare le regole di disconnessione. È qui che emerge la necessità di un supporto tecnico-specialistico, capace di tradurre la normativa in buone pratiche quotidiane.

Ergonomia: la sicurezza parte dalla postazione
Uno degli aspetti più concreti della sicurezza in smart working riguarda l’ergonomia. A differenza dell’ufficio, dove arredi e strumenti sono progettati per ridurre i rischi muscolo-scheletrici, in casa ci si trova spesso a lavorare su tavoli da cucina, sedie non regolabili o laptop usati senza supporti. Le conseguenze, nel medio-lungo termine, possono essere significative. È quindi fondamentale che i lavoratori ricevano linee guida chiare sulla
corretta configurazione della postazione: altezza della sedia e del monitor, utilizzo di mouse e tastiere ergonomiche, pause attive per spezzare la sedentarietà. Un’azienda che si prende cura dei propri dipendenti dovrebbe non solo informare, ma anche fornire strumenti adeguati — sedie ergonomiche, supporti per PC, kit per l’illuminazione — o almeno facilitare l’accesso a tali soluzioni.
I rischi psicosociali: lo stress da connessione continua
Un altro fronte critico del lavoro agile riguarda i rischi psicosociali. Lavorare da casa, se da un lato aumenta l’autonomia, dall’altro può generare confusione tra vita privata e vita professionale, con
conseguente rischio di overworking. L’assenza di confini fisici tra casa e ufficio rende più difficile “staccare la spina”, alimentando stress, ansia e calo della motivazione. Inoltre, la comunicazione mediata da strumenti digitali riduce le interazioni umane, favorendo isolamento e perdita di senso di appartenenza al gruppo di lavoro. Questo può impattare negativamente sul benessere psicologico e, nei casi più estremi, compromettere la produttività.

Il ruolo delle aziende di sicurezza sul lavoro
In questo scenario complesso, diventa evidente l’importanza di un partner qualificato in materia di salute e sicurezza. Le aziende di consulenza specializzate possono supportare i datori di lavoro nell’adeguare procedure, accordi individuali e programmi di formazione al nuovo contesto dello smart working. Con regole chiare, strumenti adeguati e un approccio consapevole, il lavoro agile può diventare un modello sostenibile e sicuro, capace di valorizzare sia le persone che le organizzazioni. Anche il lavoro da casa, dunque, ha bisogno di sicurezza: non solo per rispettare la legge, ma per garantire salute, produttività e qualità della vita. È un investimento che richiede competenze tecniche, attenzione ai dettagli e visione a lungo termine. In questo percorso, aziende come la nostra rappresentano un punto di riferimento essenziale.
Noi di Formatiora affianchiamo le imprese nella valutazione dei rischi legati al lavoro agile, nella predisposizione di linee guida ergonomiche, nella formazione dei dipendenti e nella definizione di politiche aziendali che tengano conto anche degli aspetti psicosociali. Il nostro obiettivo è trasformare la sicurezza da obbligo normativo a vera leva strategica, capace di migliorare il benessere dei lavoratori e la competitività dell’impresa, visita il nostro sito www.formaitora.com e compila il form!