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Sociologia quotidiana: riconoscere l’agire della gente comune

Adriano Russo

Adriano Russo

Autore di +Plus! Magazine

Pubblicato il: 4 Luglio 2025
4 min lettura

Una riflessione sulla capacità di osservare nel quotidiano quei piccoli gesti che intensificano processi di solidarietà e coesione sociale

La sociologia quotidiana ci invita a guardare oltre la superficie delle nostre interazioni ordinarie. Alvin Gouldner (sociologo americano del secolo scorso) descrive in un suo libro La sociologia e la vita quotidiana l’importanza della vita vista ma non riconosciuta.

La sua analisi si rivolge alla possibilità di catturare nei momenti della vita quotidiana delle persone quei gesti e quei comportamenti ritenuti normali, ma in realtà dotati di una straordinarietà che andrebbe vista e riconosciuta.

La sociologia quotidiana, in questo senso, diventa uno strumento prezioso per decodificare il significato profondo di questi comportamenti che, come direbbe Gouldner, appartengono alla dimensione della vita vista ma non riconosciuta.

La personale esperienza dello scrivente nel corso di un viaggio in treno

Credo di aver scovato uno di questi momenti l’altro giorno nel corso di un viaggio in treno. La mia attenzione si è soffermata su un uomo di circa 45 anni, seduto di fronte alla mia postazione. Lui è gentile con il personale a bordo del treno, aiuta una signora di mezza età a sollevare il bagaglio per posizionarlo nella parte in alto della stiva, rassicura con tono gentile una bambina quando il padre la lascia per un attimo per andare a prendere la valigia a pochi metri da lui e in ultimo concede la precedenza agli altri passeggeri quando si tratta di scendere dal treno.

Tutto ciò che dice e fa durante il viaggio denota un suo modo di agire e di pensare che è proteso verso le altre persone che lo circondano. Un approccio composto e gentile fatto di piccoli gesti di propensione altruistica ma che denotano anche uno stile comportamentale e comunicativo in perfetta armonia con sé stesso oltre che con gli altri.

Non conoscevo quell’uomo, né mi è dato sapere per quale ragione si comportasse in modo così gentile e garbato, se fosse una sua abitudine, se agisse in maniera autentica o costruita, se fosse una sua propensione valoriale, o se invece nascondesse dei disagi, credo poco importi.

Il punto è che la condotta di quell’uomo sul treno rappresenta l’esempio di quei piccoli gesti normali compiuti da persone normali che però rivestono un significato simbolico importante perché si tratta di gesti solidali che generano benessere collettivo e dai quali le persone dovrebbero attingere.

Sono gesti significativi che bisognerebbe avere la forza di scovare e di riconoscere perché spesso vengono compiuti nell’anonimato e fanno fatica ad emergere proprio perché non ottengono la rilevanza che meritano.

Le persone in generale dovrebbero scavare nello straordinario del singolo individuo per cogliere le sue specificità e per andare oltre il semplice riflesso della vita quotidiana, andare oltre ciò che è scontato e meccanico.

Ciò per sfruttare ed esaltare al meglio le potenzialità degli individui, anche quelle che tendenzialmente sono celate, nascoste, per arrivare dove la società tace e per parlare di ciò che normalmente è coperto dal silenzio, della dimensione non detta, delle emozioni della gente comune.

L’obiettivo è portare alla luce ciò che è visto ma non è riconosciuto. Un approccio comportamentale che potrebbe forse fare la differenza in una società “liquida” e individualistica come la nostra, perché si tratta di un approccio altruistico basato sulla comprensione e sul rispetto della dimensione umana.

Un approccio che in un momento storico così complicato, potrebbe ergersi a modello guida ideale come tentativo di tutelare la solidarietà ed il legame sociale tra le persone, ma anche come possibilità di salvaguardare la soggettività e la storicità del singolo individuo nella sua profondità e complessità.

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