“vogliamo creare attorno al Celiaco un’isola felice” A parlare è la Dottoressa Teresa D’Amato presidente dell’ “AIC Campania” (Associazione Italiana Celiachia).

L’AIC Campania è attiva da ben 43 anni a supporto del paziente celiaco con manifestazioni e iniziative volte a facilitare la diagnosi, l’informazione sulla patologia e soprattutto la cura della stessa. Con la nostra rubrica dedicata al terzo settore cercheremo di raccontare questo ETS, le sue battaglie e le sue iniziative, raccogliendo la testimonianza del suo presidente:

“nasciamo 43 anni fa in seno all’AIC nazionale – conferma la D’Amato – con la quale condividiamo lo statuto”.

Qual è la vostra missione?

“La nostra missione è quella di dare supporto al celiaco neo-diagnosticato o comunque diagnosticato da anni. Con le nostre attività divulghiamo non solo le corrette informazioni su quella che è la patologia ma soprattutto su quella che è la cura della patologia, perché molta ignoranza regna ancora sulla dieta senza glutine, che è l’ unica terapia ad oggi conosciuta e sicura attraverso il quale il paziente celiaco può mantenere il suo stato di salute“.

Dottoressa, parlavate delle vostre attività, quali sono queste attività? di cosa si occupa AIC Campania?

“le nostre attività sono molteplici, forniamo ai nostri soci un prontuario degli alimenti di oltre 600 pagine in cui sono contenuti tutti i prodotti presenti nella grande distribuzione che sono adatti ad una dieta senza glutine, ci occupiamo di formazione nelle scuole, di ogni ordine e grado, perché vogliamo creare attorno al celiaco un’isola felice, a casa propria il celiaco vive serenamente in quanto si “organizza”, ma nel momento in cui esce fuori dalle mura domestiche anche per una semplice serata con gli amici in un pub nascono i problemi”

Quali sono questi problemi e Come si possono risolvere?

“Il problema più grande è che nella maggioranza delle strutture ristorative o alberghiere in Campania ci si organizza “alla buona” senza considerare, appunto, che c’è un’associazione come la AIC che a fronte di un piccolo contributo, parliamo di 50€ all’anno, assegna alla struttura un tutor, che si occupa di formare il personale della struttura e andare a controllare se effettivamente la stessa può rispettare i principi per la produzione e la non contaminazione di prodotti per celiaci”

“le strutture che entrano a far parte del nostro network – continua il presidente – vengono pubblicizzate su un applicazione, AIC Mobile, messa a disposizione da AIC nazionale e che ogni anno conta più di 300mila utenti garantendo al paziente celiaco l’accesso ad una rete di strutture sicure e garantite dall’associazione”

Dal suo punto di vista di presidente regionale dell’ Associazione Italiana celiachia, qual’ è la risposta delle istituzioni al “problema” della celiachia?

“è molto scarsa, c’è stato un periodo, pre-pandemia, in cui con la Regione Campania si era anche organizzato un tavolo di lavoro, ma siamo ancora lontani dal trovare una soluzione ai punti dolenti del problema. i centri di diagnosi si sono praticamente dimezzati, inoltre la regione Campania è una delle pochissime regioni dove non esiste ancora l’esenzione del ticket per diagnosi e follow-up della patologia”.

Quella della celiachia è una delle battaglie più ad ampio spettro che vive la nostra società, basti pensare che in Italia sono più di 600.000 mila i casi di Celiachia, circa il 2% della popolazione e vedere che, come sempre, gli enti del terzo settore fanno da lubrificante agli ingranaggi della macchina delle istituzioni, fa sicuramente piacere ma fa anche riflettere.

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