Come è nata la passione per il freestyle ti ha ispirato qualcuno, a che età hai scritto le tue prime rime?
Scrivere le prime rime è una cosa che ho fatto ancor prima di avvicinarmi al rap già dalla scuola, quando vedevo i primi testi di antologia alle elementari, le prime rime, gli schemi vari di poetica ecc…
Al rap approcciai, invece, da ragazzino grazie a mio cugino più grande di me, quando mi fece ascoltare un disco di Eminem. La prima cosa che mi aveva attirato del disco era proprio la strumentale e come Eminem andava sul tempo, sì, però il mio sogno fu da subito essere dr Dree no Eminem. E, dunque, tutto mi è cambiato con due tappe fondamentali ossia il disco ‘’The Eminem Show’’ e il film ‘’8 Mile’’, la battle del film mi hanno incantato ed è lì che dissi a me stesso ‘’farò questo nella vita’’.
Con il tempo ho scoperto che anche in Italia si faceva freestyle, le competizioni, famoso è quella di Ensi contro Tormento, ricordo che quando lo ascoltai subito pensai ‘’ wow questa cosa esiste anche da noi in Italia”.
La mia prima battle importante l’ho vinta a 17 anni, l’invito me lo fece Ghemon, in quell’occasione capii che per i ragazzi seguire questo genere era difficile, poco materiale in commercio, pochi vinili e cassette, oggi invece è molto più semplice, i ragazzi possono apprendere in 2 anni quello che io ho appreso in 8.
Infatti, oggi è il genere che domina la discografia mondiale
Pensi di portare avanti nel tuo prossimo futuro il freestyle o ti vuoi approcciare a tracce vere e proprie, magari un ep, un album?
Con il freestyle mi ritiro quest’anno, mi risulta ormai stressante, per anni ho girato l’Italia per le battle, è vero, ho avuto gratificazioni, vittorie, però ad oggi fare otto ore in un pullman per raggiungere varie regioni di’Italia mi risulta stressante ne ho fatti veramente tanti di chilometri, in più la scena attuale mi ha fatto odiare la cosa che più amavo al mondo, non ritengo siano competizioni leali a nessun livello e poi tutte le battle sono distanti da noi, l’ultima tenuta in Irpinia è stata il Fet Groov nel 2019
Ci possiamo aspettare un tuo album in uscita presto?
Certo, lo sto già preparando, tengo a valorizzare all’interno del progetto gli artisti che sono molto talentuosi ma che purtroppo provengono da posti recogniti dell’Italia come il Trentino, Agrigento o la Sicilia, dai quali è difficile approcciarsi con l’industria musicale ed emergere. Questo tipo di artisti sono penalizzati, basta pensare che un rapper che viene da così lontano diventa banalmente complicanto o dispendioso averlo ad esempio live a Milano, così si crea un sistema che taglia fuori generazioni che non hanno mezzi
Tu sei stato penalizzato solo per questo?
No, c’è da dire che, in più ho un caratteraccio e per questo posso attirare antipatie, molte volte potevo tacere anziché parlare, ma alla fine tutti sanno che sono sincero e mi faccio voler bene un po’ dappertutto. È utile avere una fan base che possa dare appoggio, possa fare il tifo nell’ambito delle battle, su quello mi sono sentito penalizzato
Si riesce a vivere in Italia di freestyle?
Qui da noi no, ma in paesi come l’America Latina ad esempio i mondiali di freestyle sono molto sentiti, ovviamente in lingua spagnola che ricordo viene parlata da 2 miliardi persone al mondo
Cosa pensi della trap e del rap di oggi, tu che provieni da ambienti più old school e underground?
Io non faccio distinzione tra nuovo o vecchio ma solo in cosa mi piace o non mi piace, per quanto riguarda liriche e slang io sono la persona più aperta al cambiamento e all’evoluzione del genere. Ho portato live dei pezzi trap, non con L’autotune ma alla mia maniera
Hai portato a casa 4 Vittorie di ‘’tecniche perfette’’ nella tua carriera, è stato difficile raggiungere questi risultati? Come ti sei allenato?
Questi titoli li ho raggiunti in epoche molto distanziante tra loro, la prima è stata dura, perché il pubblico presente era schierato contro di me. Altro titolo che ricordo difficile è stato quello a ‘’Casa mia”, in Campania, è stato faticoso rispetto a quello vinto in Calabria. Fuori regione colpisco di più, forse sono più aperti ad ascoltarmi.
Una ulteriore battle molto difficile aldilà delle tecniche perfette ricordo quella di Bari, il ‘’Barrier contest’’, lo vinsi nel 2013, chiuso oramai da anni però ai tempi era importante, agli ottavi vinsi contro Peppe Soks, ma con molto fer play, ci adoravamo, con il pubblico dalla mia parte è una parte anche contro però, senza entrare in polemica devo dire l che in quell’occasione ebbi non pochi disguidi, mi capitava che si abbassa il microfono e dunque lo dovevo cambiare spesso, addirittura ho dovuto usare il microfono del presentatore, preso non con poche difficoltà, urlandogli contro “ma Ciccio cosa cavolo devi presentare mentre io rappo” haha fu difficilissimo! Fu la battle nella battle
I tuoi avversari delle battle nella vita di tutti girono sono tuoi amici, avete legami?
Dovrebbe essere così, però, vabbè. Rispetto ad altri settori c è molto rispetto e spesso ci diamo una mano come ad esempio passaggi in auto per raggiungere i posti dove si tengono le battle, la tecnologia ci aiuta a poterci sentire anche a distanza, nell’ambiente siamo comunque sempre connessi tramite whatsapp, però poi c’è la competizione che a volte sfora un po’ dai binari
Parlaci del ‘’Macello’’, muretto freestyle fondato da te
Il Macello è’ stato uno dei miei miglior progetti fin’ora riuscito meglio, nato dalla necessità di fare qualcosa per gli altri, non esclusivamente per me. Questo è l’ultimo anno che mi sono dato al Freestyle , avere qualcuno a cui insegnare è stata una cosa che mi è sempre piaciuta, banalmente mi è bastato raggruppare una cerchia di amici e invitarli a raggiungere lo stesso posto ogni settimana per creare aggregazione qui ad Avellino, come si fa in ogni altra parte di Italia, come il muretto a Milano, Napoli ecc. e quindi un modo per dire ‘’ci siamo anche Noi’’, facciamola anche Noi!
Per te ad oggi chi brilla nella nuova scena
Penso che oggi c’è talmente tanta roba, non so dirti in particolare, se mi metti su un brano posso dirti però se mi piace o non mi piace, ormai il rap è ovunque. Prima eravamo in pochi ad amare il rap e questo poteva essere motivo di vicinanza per quella stretta cerchia di ragazzi che sentivano di appartenere a questo genere
Ultimo tecniche perfette come è andato?
Ultimo tecniche perfette si è tenuto quest’ anno a Senigallia, altri tappe le ho fatte a Milano all’ Alcatraz, a Torino al Iroshima Mal Amour. Devo dire che più mi sono allontanato è più mi hanno voluto bene, ho vinto più fuori che dai noi, nemo propheta in patria
Rifaresti tutti i sacrifici e quello che hai fatto per il freestyle?
Si però andrei subito via da Avellino, come avrei dovuto fare accettando di fare i talent.
Sarei dovuto essere più political correct, cambierei atteggiamento in tantissime cose.