23 novembre 1980-23 novembre 2023, a quarantatre anni dal terremoto dell’Irpinia assistiamo a celebrazioni e paroloni privi di senso

Politica e dintorni – Irpinia, sono passati quarantatre anni dal terremoto, ancora oggi i nostri conterranei sono costretti a sorbirsi inutili celebrazioni miste a paroloni inutili su quanto accaduto nei giorni successivi al sisma e su quanto è stato fatto o sarebbe meglio più corretto dire non fatto per ricostruire le zone colpite dalla tragedia.

Anche quest’anno le amministrazioni comunali e le maestranze varie si sono avvicendate nel ricordare l’evento che per la Provincia di Avellino è stato un vero e proprio spartiacque, rintocchi di campane, luci spente all’orario esatto della scossa, messe in suffragio dei defunti, tutte cose che dovrebbero servire a ricordare persone e luoghi che non ci sono più, e che nelle intenzioni dei promotori sono sufficienti a colmare le carenze istituzionali seguite dell’infausto cataclisma.

Peccato che le ripetute manifestazioni non ottengano più il risultato sperato, e cioè quello di nascondere sono un tappeto nemmeno troppo grande, tutte le disfatte ed i fallimenti della classe dirigente sia locale che locale, contare tutte le occasioni perse per rendere come tale quella che una volta era soprannominata “la piccola Svizzera”, per la via dei paesaggi presenti nel territorio.

Piccola Svizzera che si è trasformata sempre di più in una periferia della Regione Campania, una landa desolata, priva di qualsiasi servizio essenziale, con, infrastrutture arretrate un sistema di trasporti a dir poco imbarazzante, emblematico è il caso del capoluogo privo di una stazione ferroviaria degna di tale nome, e priva, (caso unico della nostra Regione), di una propria Università, gli unici corsi presenti sono quelli distaccati dagli altri atenei.

La sera del 23 novembre è stata solo la prima di un cammino lungo quarantatre lunghi anni, decenni che hanno portato allo spopolamento graduale della nostra terra, il tutto con la responsabilità di chi erige a paladino del rinnovamento e del cambiamento ma che ormai riesce ad attrarre l’attenzione o forse la noia di quei pochi rimasti che ormai da il proprio consenso a questi individui per pura formalità o abitudine.

il terremoto dell’Irpinia dovrebbe rappresentare solo il passato di questa Provincia, ma il tempo delle celebrazioni e de i paroloni inutili sembra rappresentare l’unica alternativa valida per il futuro di chi vive ancora in questi luoghi

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