Ciao Valerio, quando hai deciso di intraprendere la carriera musicale, come ti sei avvicinato alla musica? 

 Ciao ragazzi e grazie infinite per avermi qui, seguo molto il vostro progetto e vi faccio i miei più sinceri complimenti!

Classe 1986 il mio viaggio nella musica inizia fin dagli anni 90’, prima con lo studio della chitarra e poi con la musica elettronica e urban! 

Per caso ho trovato nella stanza di mio fratello un vecchio campionatore della Yamaha, è stato amore a prima vista, da qui il mio percorso è stato segnato dall’essere cresciuto nel quartiere Montesacro di Roma, all’epoca molto prolifico dal punto di vista artistico e musicale. Fu impossibile non provarci 

Parlaci di quando sei partito da Roma per andare a Milano e tentare di farti strada nel mondo della musica 

In realtà arrivo a Milano dopo un lungo giro, prima ho vissuto e studiato a Londra dal 2011, dove ho avuto l’onore di far parte dello staff del celebre SAE instituite, scuola nella quale ho finito i miei studi in ingegneria del suono.

Sono stato per anni un DJ e Produttore abbastanza affermato insieme al mio amico e socio storico Federico De Marinis, con il quale abbiamo un DUO musicale da ormai 20 anni!

Poi per una serie di scherzi del destino sono approdato a Milano dove ho aperto la mia scuola PHONICA SCHOOL nel 2016.

Hai lavorato con nomi importati della scena Urban Italiana, cosa ti ha spinto a passare dall’elettronica al rap?

In realtà l’elettronica rimane da sempre

il mio genere di riferimento, ma avendo tanti amici di vecchia data divenuti artisti importanti della scena urban è capitato spesso di collaborare con loro. 

Immagina che, il mio socio storico è fratello di Lauro. 

Entrambi, seppur spesso facciamo delle piccole escursioni nei generi rap e trap, siamo comunque stabilmente impegnati nella musica dance ed elettronica poiché è sicuramente la scena che più ci appartiene.

Ad un certo punto sei andato via da Londra, cosa ti ha lasciato l’esperienza Londinese?

Londra è stata sicuramente l’esperienza più importante della mia vita, un vero spartiacque che mi ha formato umanamente e professionalmente.

Sono arrivato lì dopo essermi laureato, e avendo da poco superato un adolescenza a dir poco movimentata, Londra mi ha dato modo di diventare veramente un uomo, prima che un artista ed un professionista. 

Amo la cultura londinese, fonte continua di ispirazione e stimolo. Anche se dopo la Brexit, oggi, le cose sono un po’ cambiate consiglio a tutti i giovani di trascorre un pezzetto di vita lì.

Tieni molto ai giovani, alla loro formazione proprio nell’ambito della musica tanto da aprire scuole di musica elettronica, parlaci del tuo progetto ‘’ Phonica School’’

Il rapporto con le nuove generazioni è per me fondamentale, lo vivo sia come un piacere che come un vero dovere.

Si parla tanto di generazioni perse, ma in realtà è l’opposto. I ragazzi di oggi, nonostante le incertezze che vivono, sono molto più avanti di quanto lo fossimo noi alla loro età. Il problema secondo me è quello di ristabilire una connessione tra le generazioni, Phonica serve anche a questo. Siamo una scuola dove studenti di varie età si incontrano e condividono, seppur con le loro differenze culturali e di vissuto, un sogno e un percorso comune. Questo aiuta molto i giovani a diventare grandi ma anche i grandi a rimanere giovani.

Ad oggi abbiamo l’onore di avere due sedi, una a Milano ed una a Roma, più un canale YouTube molto seguito che ci sta aprendo a tutta Italia. Penso che ne vedrete delle belle 

I tuoi impegni sono davvero tanti, riesci a trovare il tempo da dedicare a qualche hobby ?

Non è semplice, ma talvolta me lo impongo perché una vita senza passioni oltre il lavoro secondo me può essere nociva.

La mia fortuna è che il mio lavoro è anche una immensa passione per cui questo mi aiuta spesso a trovare rifugio in quello che faccio quotidianamente. 

Oltre a quello, sono un folle amante del mare, per cui come posso cerco di viverlo, anche d’inverno, è per me fonte di  immensa ispirazione.

Da poco un figlio, cosa ti auguri per lui?

L’arrivo di mio figlio è stato ovviamente dirompente, la gioia più grande e profonda che io abbia mai provato. Ma porta ovviamente con se tanti cambiamenti e responsabilità, per cui piano piano sto cercando di far quadrare il tutto.

Per lui mi auguro di essere sempre libero, nel senso più puro del termine! 

Viviamo in una società che ci impone etichette e modi di vivere che spesso diventano pericolose gabbie. I social hanno reso tutto questo ancora più forte, spero che lui abbia la forza e l’intelligenza di amarsi e rispettarsi per come veramente è, rinnegando modelli imposti.

È quello che di sicuro oggi auguro ad ogni giovane, vivere una vita ricca di passioni, inseguendo quello che veramente si ama.

Hai ancora un sogno nel cassetto da voler realizzare, se si, quale?  

Non si smette mai di sognare, altrimenti si muore.

Ovviamente i miei sogni di oggi sono in parte anche quelli legati a mio figlio.

Ma avendo così tanti progetti ai quali lavoro, soprattutto quelli con il team della scuola, la mia vita è un continuo sognare haha.

Sicuramente vedere Phonica crescere a livello nazionale e internazionale è uno dei miei più grandi sogni.

Avendo poi da poco iniziato un nuovo progetto musicale con Federico, produciamo techno sotto il nome NØNE, sicuramente molti dei miei sogni ricadono qui.

C’è qualcosa che dovrebbe cambiare nel panorama Italiano musicale, dove ormai il genere  prevalente sembra essere il rap? 

Credo che il panorama italiano ha molto da offrire, il problema è secondo me è di come viene gestita l’industria musicale!

Sono discorsi ormai lontani nel tempo, ma se non si investe in qualità solo in numeri purtroppo non si va lontano! 

Il mondo va velocissimo, e la musica ancora di più, se non troviamo modo di dare vero valore ai progetti musicali, facendoli durare nel tempo, diventeranno sempre meno quelli disposti ad investire.

Anche i social che sono un enorme opportunità rappresentano congiuntamente un grandissimo pericolo, perché spostano ancora più l’accento sull’immagine e non sulla sostanza. 

Le etichette hanno investito tanto nei talent, che sono stati anche un esperienza interessante all’inizio, ma questo ha accentuato ancora di più il carattere effimero di molti progetti artistici. E non scordiamo l’IA che avanza spietata.

Quindi se posso dare un consiglio a  noi che amiamo la musica quello è solo uno, investire in qualità e contenuti perché questi possono durare nel tempo.

Valerio Rossi: connessione tra generazioni