We Love Enzo: Le parole oltre la morte
Luca De Lorenzo
Autore di +Plus! Magazine
È stato un mese speciale, per Napoli, quello di gennaio. Non per motivi legati a presunti anniversari della città né per altri, magari riconducibili alle Fede (no, non stiamo parlando del giubileo per intenderci). È stato il mese in cui si sono celebrate la memoria e l’arte di Enzo Moscato, scomparso il 13 gennaio del 2024, l’ultimo grande drammaturgo, regista e attore della città del teatro per antonomasia. Casa del Contemporaneo, il centro di produzione teatrale a cui l’artista fu più legato, ha lanciato per il terzo anno We Love Enzo, una rassegna monografica ideata quando era ancora in vita: un programma di 12 spettacoli, incontri e momenti celebrativi che si consacrano nell’idea di intitolare a Moscato la Sala Assoli, cuore pulsante dell’omaggio; ma il tributo si è esteso oltre, coinvolgendo i teatri più prestigiosi di Napoli e gli spazi off in cui si è mostrato il talento di Moscato e che continuano a incarnarne lo spirito: insieme creano un palcoscenico diffuso, l’intera città si fa voce unica di un atto d’amore collettivo.

Claudio Affinito, curatore della rassegna, commenta così lo spirito dell’iniziativa: «We Love Enzo è il nostro modo di continuare a dialogare con lui, attraverso quella parola che ci ha insegnato a rispettare e a reinventare. Protagonista dell’edizione è Napoli, la città che per Enzo è stata musa, teatro e pubblico. Ogni spettacolo è un atto di memoria e un gesto di restituzione, ogni parola, un’eco che ci ricorda quanto sia viva la sua arte».
Il progetto è partito l’11 e 12 alle Officine San Carlo che hanno ospitato Signurì Signurì, diretto da Cristina Donadio e Luca Trezza, un’indagine sul servilismo e il potere, ispirato a La Pelle di Curzio Malaparte. Il 13 gennaio – un anno esatto dalla scomparsa di Enzo Moscato – gli eventi sono passati a Sala Assoli con una giornata di festa dedicata all’Artista. L’occasione ha segnato l’inaugurazione della sala che è diventata Sala Assoli-Moscato con una nuova insegna destinata a rappresentare il simbolo del tributo, a celebrare l’eredità del poeta e del suo scenografo e costumista, Tata Barbalato, recentemente scomparso, un sipario di carta da lui ideato. Nella stessa giornata sono partite la mostra We Love Enzo in foto e senza e la proiezione del cortometraggio Con Enzo – elegia di Mario Martone. L’allestimento ripercorre, attraverso foto evocative e poetiche, Compleanno, capolavoro teatrale del Maestro, esaltandone la forza visiva e narrativa. Il cortometraggio è, invece, un omaggio intimo che racconta le collaborazioni tra Martone e Moscato, intrecciando le loro storie artistiche e personali con quella di Napoli.
Ancora nella stessa giornata è stata presentata proprio Compleanno, performance con Giuseppe Affinito sul palco, seguita dalla proiezione dell’opera: il testo esplora l’assenza attraverso un intreccio di parole, suoni e immagini, celebrando la profondità del linguaggio moscatiano.

Il 14 e 15 il testimone è passato a uno degli attori che hanno lavorato con Moscato, Giovanni Ludeno, che ha portato in scena sul palco di Sala Assoli S-Enz, prodotto da Casa del Contemporaneo su testi del drammaturgo, accompagnato dal musicista Massimo Cordovani, realizzato con la collaborazione di Roberto Cyop (di Cyop&Kaf). Il 16 al 17 il teatro Avanposto Numero Zero ha presentato Borde(r)lline, con Emilio Massa, un recital-reading che esplora i temi della marginalità e dell’identità, mentre il 15 e 16 al Teatro Pasolini di Salerno e il 18 e 19, al Nuovo di Napoli, è andato in scena Scannasurice, uno dei testi più emblematici di Moscato, diretto da Carlo Cerciello e interpretato da Imma Villa, che affronta il tema dell’incompletezza attraverso la figura del femminiello.
Il 20 il ritorno a Sala Assoli per la mise en éspace dei progetti finalisti del premio “Enzo Moscato”, un concorso che Casa del Contemporaneo ha ideato in collaborazione con il teatro di Napoli dedicato a giovani o compagnie under 35. Ancora il 21, al Mercadante, la proiezione, a ingresso gratuito, di Dadapolis di Carlo Luglio e Fabio Gargano ispirato al libro di Fabrizia Ramondino e Andreas Friedrich Müller: un film che restituisce un caleidoscopio di voci e prospettive su Napoli, regalando una delle ultime apparizioni di Moscato. Il 23 e 24 all’Elicantropo, è stata la volta di Spiritilli e altri movimenti diretto da Costantino Raimondi, una fusione tra affabulazione e atmosfere magiche che ben rispecchia la poetica moscatiana. Il 25 e 26, di nuovo in Sala Assoli, Lalla Esposito è stata protagonista di Modo Minore, una produzione di Casa del Contemporaneo, con progetto e direzione musicale del maestro Pasquale Scialò. Sul palco i musicisti Paolo Cimmino, Antonio Colica, Antonio Pepe e Antonio Ottaviano, con replica al teatro Karol di Castellammare di Stabia il 31. Il 28 e 29 Gino Curcione con Enza Di Blasio, al Teatro Instabile Napoli, hanno messo in scena Cartesiana, diretto da Gianni Sallustro, un lavoro che intreccia poesia e teatralità visionaria. Tonino Taiuti ha concluso il mese di gennaio al Nest con Play Moscato, ancora prodotto da Casa del Contemporaneo, in scena dal 31 all’1 febbraio. Infine, nell’ambito di We Love Enzo, è prevista anche la pubblicazione di Le scritture del Grande Infante, edizioni Cronopio, un volume che raccoglie saggi sull’opera e la vita di Moscato con interventi di Maurizio Zanardi, Matteo Palumbo, Antonia Lezza, Gerardo Guccini e Antonio Latella.

Enzo Moscato in “Ritornanti” di Enzo Moscato – ph©Pino Miraglia
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We love Enzo – SEN-Z G.Ludeno – ph©Pino Miraglia-4167