Le microplastiche: nemico invisibile di ambiente e biodiversità
Giuseppina Tucci
Laureanda in Scienze Biologiche con esperienza lavorativa nella cura e salute della persona, si occupa di divulgazione scientifica attraverso articoli che possano essere utili a tutti i lettori per una maggiore consapevolezza del proprio corpo e del corretto utilizzo delle risorse che il nostro mondo ci offre. Una donna dalla grande razionalità che nasconde un cuore gentile e passionale.
Le microplastiche: nemico invisibile di ambiente e biodiversità
Nel precedente articolo “Pianeta Terra: prendiamocene cura“, in occasione della 55ª edizione dell’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra, abbiamo visto l’importanza dell’impegno individuale e collettivo nella salvaguardia del nostro pianeta. Molte sono state le iniziative che hanno visto coinvolte associazioni e volontari, in particolare, Plastic Free Onlus è riuscita a realizzare ben 208 appuntamenti, portando concretamente avanti il suo impegno nella tutela ambientale.

Rifiuti raccolti da alcuni volontari
Durante lo scorso weekend, infatti, si sono svolti 53 passeggiate ecologiche, 9 raccolte mozziconi e 146 cleanup su tutto il territorio nazionale con il risultato di 102.424 chili di plastica e rifiuti sottratti all’ambiente grazie alla partecipazione attiva di 10.261 volontari. Questa quantità di rifiuti correttamente smaltita, riutilizzata o riciclata non contribuirà ad aumentare l’ammontare di plastiche e di microplastiche, nemico invisibile di ambiente e biodiversità.
Le microplastiche: nemico invisibile ed estremamente dannoso
Negli ultimi decenni, le microplastiche hanno guadagnato notorietà come uno dei problemi ambientali più insidiosi e difficili da risolvere. Questi minuscoli frammenti di plastica, di dimensioni inferiori a 5 millimetri, sono ormai onnipresenti negli ecosistemi terrestri e marini, causando danni profondi a flora e fauna nonché alla salute umana.

Plastica e fauna marina
La loro persistenza nell’ambiente, unita alla loro capacità di accumularsi negli organismi viventi, rende urgente affrontare il problema con soluzioni concrete e globali, tanto che le microplastiche rappresentano una delle sfide più complesse per la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità.
Le microplastiche: cosa sono e da dove provengono?
Le microplastiche sono dei minuscoli pezzi di materiale plastico che, in base alla loro origine, possono essere suddivise in due categorie principali:
- microplastiche primarie: rilasciate direttamente nell’ambiente sotto forma di piccole particelle che possono provenire dal lavaggio di capi sintetici, 35%, dall’abrasione degli pneumatici durante la guida, 28%, o essere aggiunte intenzionalmente nei prodotti per la cura del corpo, ad esempio le micro-particelle degli scrub facciali, 2%. Si stima che questa categoria di microplastiche rappresenti il 15-31% delle microplastiche presenti nell’oceano;

Le microplastiche
- microplastiche secondarie: prodotte dalla degradazione degli oggetti di plastica più grandi, come buste di plastica, bottiglie o reti da pesca che si deteriorano nel tempo a causa della radiazione solare, dell’erosione del vento e dell’azione dell’acqua. Questi frammenti possono essere trasportati dalle correnti marine per migliaia di chilometri, raggiungendo persino aree remote e incontaminate e rappresentano circa il 68-81% delle microplastiche presenti nell’oceano.
L’impatto sull’ambiente e la biodiversità
L’inquinamento da microplastiche è diventato una minaccia silenziosa ed un nemico invisibile per gli ecosistemi globali. I principali danni ambientali causati sono rappresentati dalla contaminazione degli oceani, dal degrado dei suoli e dall’impatto sulla qualità dell’aria.
Nello specifico, le microplastiche costituiscono una porzione significativa dei rifiuti marini, interferendo con la salute degli organismi acquatici. Una volta ingerite, possono causare danni fisici agli organi interni degli animali e compromettere il loro metabolismo.

La plastica e gli organismi marini
Anche il terreno è colpito dall’inquinamento da microplastiche, specialmente nelle aree agricole dove l’uso di fertilizzanti contenenti plastica contribuisce all’accumulo di questi materiali nel suolo. Ciò può alterare la struttura microbiologica del terreno, compromettendo la crescita delle piante e la produzione alimentare.
Recenti studi hanno dimostrato che le microplastiche possono essere trasportate dall’aria, penetrando nei polmoni degli organismi viventi e causando infiammazioni e problemi respiratori.
Le microplastiche e le specie animali coinvolte
L’impatto delle microplastiche è devastante su molte specie animali, in particolare quelle che vivono negli ambienti marini e costieri: pesci, molluschi e crostacei ingeriscono involontariamente microplastiche presenti nell’acqua, accumulando sostanze tossiche nei loro tessuti, che influiscono non solo sulla loro salute, ma rappresentano anche un pericolo per gli esseri umani che consumano questi organismi.
Studi hanno dimostrato, inoltre, che molte specie di uccelli marini ingeriscono plastiche scambiandole per cibo e questo può provocare problemi digestivi, malnutrizione e morte prematura.

Fauna marina
Delfini, balene e foche sono esposti alle microplastiche attraverso l’acqua e la catena alimentare e le sostanze chimiche così rilasciate possono avere effetti negativi sul loro sistema endocrino e sulla capacità riproduttiva. Anche gli ecosistemi terrestri sono a rischio. Gli insetti, fondamentali per l’impollinazione, e gli anfibi, indicatori della qualità dell’ambiente, possono essere danneggiati dall’accumulo di microplastiche nei corsi d’acqua e nei suoli.
Inquinamento da microplastiche: come ridurlo
Affrontare l’inquinamento da microplastiche richiede interventi su scala globale, coinvolgendo cittadini, aziende e governi. Questo è possibile con la sostituzione di imballaggi e contenitori usa e getta con materiali biodegradabili o riutilizzabili, con il divieto di utilizzo di microplastiche nei cosmetici e una migliore gestione dei rifiuti plastici, implementando tecnologie avanzate per filtrare le microplastiche dalle acque reflue prima che raggiungano oceani e fiumi ed educando le persone sulle conseguenze ambientali delle microplastiche con la promozione di stili di vita più sostenibili.

Plastica e oceano
L’impatto delle microplastiche sugli ecosistemi e sulla salute delle specie, inclusi gli esseri umani, evidenzia l’urgenza di adottare misure efficaci per ridurne la diffusione e solo attraverso la cooperazione internazionale e una maggiore consapevolezza possiamo sperare di invertire questa tendenza e proteggere il nostro pianeta per le generazioni future.
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