Salute pubblica o commissariamento
Andrea Maria Labruna
Autore di +Plus! Magazine
Salute pubblica o commissariamento, queste sono le uniche strade rimaste all’amministrazione Nargi in seguito alla mancata approvazione del bilancio consuntivo 2024.
Gentili lettori di Plus Magazine – Il voto contrario dell’Assise comunale dello strumento contabile ha rappresentato la rottura quasi definitiva degli schemi che tenevano a galla, anche se in modo precario l’amministrazione guidata da Laura Nargi, su cui di cui grava sin dal giorno del suo insediamento, una sorta di anatra zoppa (ovvero, la mancanza di una maggioranza solida per colei o colui che guida un’istituzione pubblica quale sia un Comune o una Provincia), situazione che di fatto vincola molto l’azione amministrativa del Sindaco).
Nel caso della città di Avellino, le difficoltà interne alla maggioranza sono dovute, come già risaputo alle insistenti richieste dell’ex Sindaco Gianluca Festa, il quale, convinto di poter essere ancora al centro della politica cittadina, nonostante la tempesta giudiziaria che lo ha visto protagonista della cronaca giudiziaria Provinciale e nazionale, da parecchi mesi utilizza i suoi riferimenti in Consiglio comunale per ostacolare l’azione amministrativa del Sindaco Nargi A questo punto il futuro della consiliatura sembra appesa ad un filo, a cui basterebbe un semplice paio di forbici per segnare la parola fine, ma come per mistero non si trova nessuna mano pronta a sferrare la fatidica forbiciata. Il perché ha un tornaconto dal punta di vista economico, visto che il capoluogo è in procinto di ricevere una pioggia di finanziamenti da parte della Comunità Europea e della Regione Campania, finanziamenti che se spesi nella maniera opportuna potrebbero cambiare in positivo il volto della città.
Le opzioni rimangono due, salute pubblica o Commissariamento. Con la prima ipotesi si verrebbe a formare una sorta di maggioranza allargata all’opposizione, al puro scopo di programmare l’utilizzo dei fondi e di redigere gli appositi progetti volti a renderli esecutivi, a sostegno di tale strada, c’è chi sostiene che in questo modo i fondi andrebbero persi, in quanto essendo atti di indirizzo politico non potrebbero essere portati a termine da un Commissario prefettizio, mentre in realtà, costui si occupa delle decisioni di tipo tecnico, e di conseguenza andrebbe a gestire la redazione delle procedure di appalto per i progetti già approvati.
A sostegno della gestione commissariale vi sarebbe invece la tesi secondo la quale tutte le procedure di natura concorsuale ed appaltante sarebbero operate con la massima trasparenza vista la durata transitoria della gestione commissariale.